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Coronavirus, nuova terapia al plasma iperimmune per battere il Covid-19

Il sangue dei pazienti di Covid-19 che sono guariti offre forse la chiave migliore per curare i contagiati dal coronavirus. È questo il senso del progetto pilota avviato lo scorso 16 marzo su 46 pazienti dell’ospedale San Matteo di Pavia. Una ricerca sperimentale a cui ha collaborato l’ospedale Carlo Poma di Mantova.

Nuovi progetti

Il presidente del Policlinico San Matteo di Pavia, Alessandro Venturi, parlando in una audizione informale davanti alla commissione Igiene e Sanità del Senato, ha prospettato un nuovo e più ambizioso progetto. “Voglio precisare che è stato uno studio pilota sperimentale svolto in un contesto di emergenza – ha dichiarato Venturi -. Ora che la tensione sulle strutture ospedaliere del Paese è calata, possiamo dedicare tempo per investire su un nuovo progetto”.

Trattative in corso

L’idea è quella di effettuare ricerche al fine di predisporre “un più ambizioso, fatto con un maggior numero di pazienti e anche secondo metodiche che permettano studi randomizzati”. Ma di questo, ha sottolineato Alessandro Venturi, “stiamo parlando con Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e Iss (Istituto Superiore di Sanità)”.

Plasma iperimmune

La terapia avviene attraverso infusioni di plasma iperimmune. C’è un donatore e ci sono dei pazienti che lo ricevono. In particolare nella parte più liquida del sangue, composta da acqua, proteine, nutrienti, ormoni, quindi senza elementi corpuscolati (ossia globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), c’è una quota di anticorpi. Quelli che si sono formati dopo la battaglia vinta contro il virus.

Anticorpi e tamponi

Si chiamano anticorpi neutralizzanti: che si legano all’agente patogeno e lo marcano. L’unico elemento da tenere in considerazione, per la standardizzazione del plasma, è la variabilità da donatore a donatore. A Mantova e Pavia sono stati “arruolati volontariamente donatori di plasma” con la caratteristica di essere guariti dal coronavirus. La guarigione è accertata con due tamponi sequenziali e la diagnosi deve essere stata fatta con un tampone positivo. A condizione avvenuta i volontari donano circa 600 millilitri di sangue. Il plasma, ricco di anticorpi, può essere congelato e stoccato fino a 6 mesi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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