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Maria Chiara Giannetta: «Quando mi sono innamorata di Anna Olivieri» [INTERVISTA ESCLUSIVA]

«Ti affezioni ad un personaggio per molte stagioni e poi te lo cambiano: anche io ci rimarrei male» esordisce così Maria Chiara Giannetta, che ormai da due stagioni interpreta il capitano Anna Olivieri in Don Matteo.

27 anni, determinata fin dalle prime parole di quest’intervista, proprio come nella vita, Maria Chiara si racconta senza paura di risultare impopolare, senza nascondere gli ostacoli e i dubbi che toccano perfino un incontro fortunato come quello tra lei e Don Matteo: «Il pubblico di questa serie si identifica moltissimo, la prende quasi sul personale. Quando è uscita la notizia che sarei entrata in sostituzione di Simone Montedoro (il capitano Tommasi, ndr) la reazione del pubblico verso di me è stata scoraggiante. Ho dovuto smettere di leggere i commenti sul web, erano troppo pesanti».

A distanza di due anni, fortunatamente, il percorso di Maria Chiara Giannetta racconta un’altra storia. E questa «donna di potere in mezzo agli uomini», come lei ama definire la sua Anna, ha vinto i pregiudizi del pubblico. E anche i suoi.

Photo credits: Francesca Mazzoleni

Intervista a Maria Chiara Giannetta, il capitano Anna Olivieri in Don Matteo

Tu sei subentrata dopo circa vent’anni di storia di questa fiction. È una decisione che hai preso a cuor leggero?

Ovviamente no… Quando studiavo al Centro Sperimentale di Cinematografia credevo che non avrei mai recitato in Don Matteo. In realtà poi, nel 2013, il primo lavoro che presi nella vita fu proprio Don Matteo 9, ero una dei protagonisti di puntata del caso giallo. Quando però è arrivata la proposta per il ruolo di Anna ho iniziato un lungo percorso di casting, da febbraio ad aprile. I miei provini andavano bene, ma temevo di non essermi divertita abbastanza. In commedia più sei teso e più sei chiuso. Quando mi hanno richiamata per il secondo provino con Nino Frassica e con Maurizio Lastrico, anche lui cabarettista e comico arrivato dallo Stabile di Genova, ero molto più divertita e il provino è andato benissimo. Da lì ho iniziato a capire che forse stavamo andando in quella direzione.

Ma ancora non avevi deciso se eri pronta per lanciarti in quest’avventura…

No, ancora mi chiedevo: “E se veramente mi prendono?”. Non volevo restarci male perché nel frattempo, a forza di fare provini, mi stavo innamorando di Anna, il mio personaggio.

Photo credits: Paolo Stucchi

Maria Chiara Giannetta: «Con Anna Olivieri mi sembra di vivere una vita parallela»

Don Matteo 12 è la tua seconda stagione nei panni di Anna Olivieri. Sono 9 mesi di riprese all’anno. Cosa comporta impegnarsi su un progetto di lunga serialità in un momento in cui la tua carriera è agli esordi?

Non è facile. Devi sapere che in quel periodo vivrai esclusivamente per quello, ed accettarlo.

Hai dovuto rifiutare qualche proposta che avresti voluto accettare?

Sì, mentre giravo entrambe le stagioni di Don Matteo. Si trattava di provini su parte, cioè ‘vogliamo proprio te, Maria Chiara, per questo progetto’. A volte ho chiesto alla mia agente di non informarmi su nessuna proposta, preferivo non sapere nulla e rimanere concentrata su Don Matteo.

Questo è l’aspetto difficile. Il più grande vantaggio invece?

Che nessuno ti dà la possibilità di interpretare un personaggio per così tanto tempo. Anna è una donna totalmente protagonista della sua vita, ha infinite linee narrative e psicologiche: la vita privata, il fidanzato, la mamma, la sorella, il lavoro. Sembra di vivere una vita parallela. Questo tipo di lavoro è un lusso.

A questo proposito, tu hai studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia: decisamente un’impostazione accademica. Quanto cambia il lavoro sul personaggio nella lunga serialità, e per giunta nella fiction per eccellenza della prima serata Rai Uno? 

Per Don Matteo 11 la produzione mi ha presa piuttosto in anticipo rispetto all’inizio delle riprese, mi hanno fatto fare una bella preparazione. Adesso il lavoro lo imposto io, e veramente in questi 9 mesi non ho visto e fatto altro. Uso anche il weekend per lavorare e studiare. Questo è il secondo anno con Anna, la conosco ormai a memoria, anche se ora affronta nuove sfide. Gli attori con cui lavoro fanno la differenza, pretendono le prove appena possiamo, ci mettiamo in gioco, ci facciamo molte domande sulle scene. Tra la stagione 11 e la 12 sono entrati nel cast anche Dario Aita e Maurizio Lastrico, anche loro dallo Stabile di Genova, una scuola che mi ha sempre affascinata. C’è tanto da imparare sul set.

Maria Chiara Giannetta: «La mia Anna Olivieri si ispira al maggiore Melissa Sipala»

Come si prepara un personaggio così distante da te come Anna Olivieri?

Ho fatto addestramento con le pistole, sono andata a sparare e soprattutto a conoscere Melissa Sipala, maggiore dei carabinieri. Anna si ispira a lei. All’epoca non avevo altri riferimenti fisici, ci sono poche interviste dei carabinieri donna. Stando giornate intere a contatto con lei, al comando generale, mi ha fatto vedere i saluti, come ci si muove, e poi la camminata e la postura fisica, due cose in particolare che ho preso da lei.

Lei ti guarda ora in tv? Si ritrova in te?

La sento ancora, sì, anzi dopo le scrivo un messaggio! (ride, ndr). Dice di essere molto lusingata da questa cosa, sa quanto mi abbia aiutata come reference per Anna. Ho sposato a pieno l’etica di quei carabinieri, di Melissa. Ci sono davvero quelli che lavorano ventiquattr’ore su ventiquattro per noi. Anna e Melissa sono così.

Maria Chiara Giannetta: «La mia Anna? Non avrebbe neanche i social!»

Il tuo personaggio è stato il più twittato della prima stagione, è un bel passo avanti rispetto al rifiuto iniziale del pubblico. Bando all’umiltà: questo successo quanto dipende da Anna e quanto da Maria Chiara?

Quando me l’hanno comunicato neanche sapevo cosa significasse “il più twittato”, perché io non sono molto social. O meglio, sono social a modo mio. E forse è proprio questo che piace al pubblico. Molti fan su Instagram mi dicono “grazie per non esserti screditata sui social”. Credo di essere riconoscibile sia tra le ragazze che tra le giovani donne. Anna ricopre un ruolo di potere in mezzo agli uomini ma io, Maria Chiara, mi sento la tipica ragazza della porta accanto.

Sei un po’ fuori dal coro, in questo senso. Spesso i fan addirittura ti ringraziano, quando decidi di condividere un pizzico del tuo privato su Instagram.

Esatto! Che poi Anna non avrebbe neanche i social. Molti fan dal vivo mi chiamano Anna, e chiamano Terence ‘Don Matteo’, ma in effetti i fan rimangono sempre a distanza da lui, perché è vero che rappresenta ‘qualcosa di più alto’ e che si porta dietro una storia del cinema pazzesca. Mariasole Pollio per esempio (oltre 1 milione di follower su Instagram, ndr) viene invasa, viene toccata, baciata, come fossero amici.

Nonostante i nomi storici come Terence Hill e Nino Frassica, Don Matteo riesce sempre a rilanciare il cast con attori esordienti; ultimamente si è perfino assicurato alcuni giovani volti forti sui social (vedi Jenny De Nucci e Mariasole Pollio). È una strategia che funziona. Secondo te perché?

Credo dipenda dal momento storico, che Don Matteo riesce a studiare e cavalcare. Non esiste più solo la RAI, ma molte altre forme di fruizione. E anche di recitazione. Nel nostro cast c’è l’attore giovane, spontaneo, subito a suo agio. Sono davvero forti questi ragazzi, che anche senza aver fatto accademie guardano Netflix e conoscono ogni tipologia di attore internazionale. Replicano d’istinto quella recitazione e funziona. Poi ci siamo noi, quelli della tecnica attoriale, la fascia dai 30 ai 40 anni. Ci riconosciamo nel metodo di lavoro. E infine c’è ancora una fascia più adulta, quella di una recitazione lontana e tradizionale. Puntare su persone nuove per Don Matteo significa anche modernizzare il prodotto. Non solo sul fronte recitazione ma anche la fotografia, il montaggio, la scrittura. Basti pensare che il secondo regista di questa stagione è Cosimo Alemà e ha portato delle tecniche super giovanili.

Photo credits: Francesca Mazzoleni

«Il commento più bello? “Voglio andare in caserma”»

Lo hai detto dall’inizio: il pubblico di Don Matteo si identifica moltissimo…

Sì, pensa che la maggior parte dei commenti più belli che ricevo dicono proprio “voglio andare in caserma”. E non a fare il carabiniere, ma l’ufficiale dei carabinieri, che è diverso. Pensa che quest’anno in particolare, dai dati che ci hanno comunicato, la fascia di pubblico giovane è molto più alta.

Non hai mai paura di rimanere incastrata, già a 27 anni, nel personaggio di Anna?

Cinicamente non è una mia grande preoccupazione. A volte penso anche a Francesco Montanari, ancora considerato ‘il Libanese’ di Romanzo Criminale. Ancora e ancora e ancora. Nel frattempo si è distinto per molti altri ruoli di rilievo. Oggi in palestra mi hanno salutata mettendosi sull’attenti, “Ciao Capitano!”. Noi attori viviamo per il pubblico e il pubblico può fare quello che vuole. Sta a me costruire una carriera forte e svincolarmi da un personaggio, anche se l’immaginario di Don Matteo dovesse rimanermi addosso come un timbro.

Nel mentre mi sembra di capire che proseguirai con Anna ancora per un po’. Anche in una prossima stagione?

Se la faranno, ci sono buone probabilità. Vediamo intanto questa, che ha un finale pieno di interrogativi…

Per ogni artista l’equilibrio tra ‘rubare il mestiere su campo’ e crearsi un’identità è delicatissimo. Per un attore, forse, ancora di più. Ad oggi il tuo bilancio qual è?

Sicuramente grazie a Maurizio e Nino ho rubato la capacità di ‘liberarmi un po’ di più’. Soprattutto nella commedia. Ho avuto sempre una tensione performativa, che neanche al Centro Sperimentale sono riuscita ad eliminare Quest’anno ho fatto grandi passi avanti. Per questo non vedo l’ora di rivedere tutti gli episodi di Don Matteo 12, perché non so fino in fondo quello che ho fatto. Due anni fa ero sicura di tutto, scena per scena. Erano perfette, ma recitate tutte in sicurezza. Quest’anno, a rischio di sbagliare, mi sono lasciata più andare. Questa è la cosa più grande che ho ‘rubato’ e che mi voglio tenere stretta.

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