Pensione, queste categorie possono andarci già ora: i requisiti

Queste misure testimoniano come il sistema previdenziale italiano si stia adattando alle esigenze di categorie particolarmente esposte.

Il tema del pensionamento anticipato continua a influenzare profondamente il dibattito sociale e politico in Italia. Secondo gli ultimi dati aggiornati dell’Inps riferiti al 2024, l’età media effettiva per accedere alla pensione si attesta a 64,8 anni, anticipando di qualche mese il limite previsto dalla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Tuttavia, per alcune categorie di lavoratori, è possibile usufruire di misure che consentono un’uscita dal lavoro ben prima di tale soglia, grazie a requisiti specifici che tengono conto di condizioni di salute, anzianità contributiva e tipologia di attività svolta.

Pensionamento anticipato per invalidità e disabilità

Nel sistema previdenziale italiano, sono previste agevolazioni per i lavoratori con invalidità riconosciuta. I dipendenti con un’invalidità pari almeno all’80% possono andare in pensione già a 61 anni se uomini e a 56 se donne, a patto di aver maturato almeno 20 anni di contributi nel settore privato. Per questi soggetti è prevista una finestra mobile di 12 mesi dalla domanda all’effettivo inizio della pensione.

Particolare attenzione è riservata ai lavoratori non vedenti: chi ha perso completamente la vista o ha un residuo visivo inferiore a un decimo in entrambi gli occhi può accedere alla pensione a 56 anni per gli uomini e 51 per le donne. Questi requisiti valgono a condizione che la cecità sia insorta prima dell’inizio dell’attività lavorativa assicurativa o che siano stati versati almeno 10 anni di contributi successivamente all’insorgere della disabilità.

Esistono anche altre forme di tutela come l’assegno ordinario di invalidità, destinato a chi ha una riduzione permanente della capacità lavorativa pari almeno a due terzi.

Questo assegno può essere richiesto senza limiti di età, con almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi cinque anni. Nei casi di invalidità totale e permanente, la pensione di inabilità previdenziale viene concessa senza limiti anagrafici e con almeno 5 anni di contributi.

Lavori gravosi e usuranti: requisiti e benefici per la pensione anticipata

Un’altra categoria che beneficia di uscite anticipate dal lavoro è quella dei lavoratori impiegati in professioni gravose o usuranti. La normativa italiana riconosce la maggiore difficoltà fisica e mentale di tali mansioni e prevede canali privilegiati per il pensionamento.

I lavori usuranti, elencati nel Decreto Legislativo del 2011, comprendono attività come addetti a gallerie e miniere, lavoro notturno, catena di montaggio e conduzione di mezzi di trasporto collettivo. La lista è stata ampliata con la legge del 2017 e ulteriormente nel 2022 per includere lavori gravosi quali operai edili, infermieri turnisti, autisti di mezzi pesanti, addetti alla movimentazione merci, agricoltori, pescatori e marittimi.

I lavoratori di queste categorie possono usufruire di strumenti specifici come la Quota 41, riservata ai cosiddetti lavoratori precoci, che permette il pensionamento con almeno 41 anni di contributi versati, senza limiti di età, a condizione che almeno 12 mesi siano stati accumulati prima dei 19 anni.

In alternativa, per chi svolge attività gravose è prevista l’Ape Sociale, che consente di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi con almeno 36 anni di contributi, a patto che l’attività gravosa sia stata praticata per almeno 7 anni negli ultimi 10 o 6 anni negli ultimi 7.

Per i lavoratori usuranti è inoltre disponibile la pensione anticipata con Quota 97,6, che consente il pensionamento a 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi, purché la somma di età e contributi raggiunga tale valore. Infine, la pensione di vecchiaia anticipata a 66 anni e 7 mesi con almeno 30 anni di contributi è riservata esclusivamente ai lavoratori notturni e agli addetti alla catena di montaggio con periodi documentati di attività usurante.