Convention democratica al via, Harris avanti nei sondaggi
Arizona, Georgia, Nevada e North Carolina, tutti Stati chiave, sono alla sua portata. Per Trump ora si mette male
Kamala Harris è giunta alla convention del Partito Democratico che dovrà ‘incoronarla’ candidata ufficiale nella corsa alla Casa Bianca al posto di Joe Biden. La kermesse comincerà domani 19 agosto a Chicago e terrà banco fino a giovedì 22. I delegati sceglieranno Harris, anche perché i sondaggi le arridono e l’attuale vicepresidente può realmente sconfiggere Donald Trump diventando la prima presidente donna della storia americana.
Le ultime rilevazioni demoscopiche la danno in vantaggio o appaiata al suo avversario in una serie di Stati indecisi e cruciali per le urne del 5 novembre. Si tratta di Arizona, Georgia, Nevada e North Carolina: 4 Stati della cosiddetta Sun Belt, la cintura meridionale del sole. L’orientamento dell’opinione pubblica starebbe mutando dopo che a lungo Trump è apparso essere stabilmente in vantaggio.
Harris svetta di 5 punti in Arizona e 2 punti in North Carolina, che dal 1980 ha premiato solo un candidato democratico alla Casa Bianca: Barack Obama nel 2008. Secondo quanto riporta Politico, nelle ultime 4 settimane centinaia di democratici hanno lavorato senza sosta per trasformare la convention che si apre il 19 agosto a Chicago nell’appuntamento che invece dovrà riunire il partito intorno a Kamala Harris. Dopo il passo indietro di Joe Biden, il 21 luglio, è la nuova candidata designata alla Casa Bianca. Un fato che ha riaperto una partita che in molti ritenevano chiusa in favore di Donald Trump.
La rabbia (nascosta) di Biden
Il compito più arduo per gli organizzatori della convention è stato quello di riorganizzare il programma. Con al centro la 59enne vicepresidente Harris, ovviamente, ma senza mancare di rispetto all’81enne presidente in carica e ai suoi anni di presidenza. Anche perché, ha rivelato sempre Politico, citando amici e consiglieri stretti del presidente, Biden è ancora arrabbiato. Irritato per il modo in cui Barack Obama, Nancy Pelosi (ex Speaker della Camera) e Chuck Schumer (capogruppo dei democratici al Senato) l’hanno spinto alla rinuncia.
In particolare, spiegavano le fonti, Biden sta accettando il fatto di aver rinunciato, dopo mesi di resistenza, alla rielezione. Ma è risentito con Obama che non ha avuto il coraggio di dirgli in faccia che doveva lasciare la corsa. Ed è seccato per il ruolo che ha svolto il leader del Senato. Ma soprattutto è arrabbiato con Pelosi, poiché considera “spietato” il modo in cui l’ex Speaker l’ha di fatto cacciato.
Ma Biden aiuterà Harris
Insomma, il rischio è che le tensioni, e gli strascichi di settimane senza precedenti nella storia elettorale moderna americana, possano farsi sentire nella convention di Chicago. Stando al programma, infatti, ad aprire la kermesse democratica sarà Biden, il cui intervento è previsto per lunedì 19, insieme a quello di Hillary Clinton. Nel suo discorso, assicurano a Nbcnews dall’entourage di Biden, il presidente ribadirà di ritenere che Trump sia un pericolo per la democrazia. Argomento che era centrale nella sua campagna elettorale e da cui si è un po’ distaccata quella di Harris, preferendo invece puntare sulle questioni concrete della vita degli americani, come l’economia. Una strategia al momento vincente, dato che i sondaggi la stanno premiando.
Harris, candidata vincente?
Tornando a Kamala Harris, l’obiettivo del suo staff è quello di presentare comunque la candidata come rappresentante di un’ondata di rinnovamento, generazionale e non solo, nel partito. Una donna energica che ha già consentito ai democratici di azzerare completamente il vantaggio che Trump aveva acquistato sul debole Biden. Quindi la sfida, conclude uno degli organizzatori della convention, è quella di raggiungere “un delicato equilibro tra la presentazione delle idee in cui Kamala crede senza tralasciare i risultati ottenuti in questi 3 anni e mezzo” di presidenza Biden.