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Dopo l’Ucraina la guerra in Europa? Ecco cosa dicono Mattarella e Macron

Per il Presidente italiano serve una politica di pace e dialogo. Quello francese si dice pronto a mandare i suoi soldati a combattere per Kiev

Entrata nel terzo anno di combattimenti ininterrotti, la guerra della Russia in Ucraina fa sempre più paura a tutta Europa perché si teme che il conflitto possa dilagare. Così Mattarella e Macron, a distanza di poche ore e in contesti diversi, ne hanno parlato. Per meglio dire: il presidente della Repubblica italiano vi ha fatto un riferimento indiretto ma molto chiaro, mentre il capo di Stato francese ne ha discusso esplicitamente in televisione.      

Sergio Mattarella ha pronunciato un discorso a Cassino (Frosinone) il 15 marzo, alla cerimonia commemorativa dell’80° anniversario della distruzione della città durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella Costituzione, ha detto il Presidente, c’è “un’affermazione solenne: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Sono le poche parole dell’articolo 11, che contiene le ragioni, le premesse del ruolo e delle posizioni del nostro Paese nella comunità internazionale”. Ossiacostruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo“.

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Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron. Foto /Ansa/Epa/VelvetMag

Il ruolo dell’Europa e dell’Italia

Mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse” ha detto ancora Mattarella. Moto di ripulsa “per l’annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti. Lutti e sofferenze, pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile“.

Il capo dello Stato ha quindi ricordato “il funesto bombardamento del 15 febbraio contro l’Abbazia, nel quale, con i monaci, perirono famiglie sfollate. Tante persone che vi si erano rifugiate contando sull’immunità di un edificio religioso, espressione di alta cultura universalmente conosciuta. Ma la guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie“.

La nuova Abbazia ha la stessa vocazione ma ambisce anche a essere prova di un’accresciuta consapevolezza degli orrori delle guerre e di come l’Europa debba assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà. Ne siamo interpellati. Sono mesi – ormai anni – amari quelli che stiamo attraversando. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre“.

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Un missile russo su Odessa ha provocato a morte di 14 persone e il ferimento di altre 46, il 15 marzo. Foto X @novayagazeta_en

La Francia pronta alla guerra

Le dichiarazioni di Mattarella sono giunte, per una coincidenza, il giorno dopo quelle del suo omologo transalpino, Emmanuel Macron. La Francia – ha detto Macron intervistato dai canali televisivi France 2 e TF1non esclude l’invio delle proprie truppe in Ucraina a combattere i soldati russi invasori. A domanda ha risposto: “Non siamo sicuri di farlo. Al momento non ci troviamo in questa situazione, ma non escludiamo questa opzione“.

Già lo scorso 26 febbraio il capo di Stato francese aveva dichiarato che la NATO avrebbe potuto inviare soldati a Kiev. Era arrivata a stretto giro la smentita dell’Alleanza Atlantica e degli Stati Uniti tuttavia Macron adesso ha rivendicato quelle dichiarazioni. E alla Tv ha sottolineato che “non siamo in guerra con la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere“. Dicendo inoltre che si assume “la responsabilità” delle sue parole sul possibile invio di truppe in Ucraina.

Macron ha affermato che “abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario” ma “abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere“. Per l’Ucraina “la controffensiva non è andata come previsto. La situazione è difficile. Gli ucraini hanno dei limiti in termini di uomini perché la Russia è un paese più grande” ha spiegato Macron aggiungendo che “la situazione sul fronte è estremamente fragile“. “La nostra forza nucleare ci dà sicurezza“, ha detto ancora il presidente francese, ricordando come la Francia sia una potenza nucleare e possegga bombe atomiche. E rivolgendosi direttamente a Putin ha dichiarato “Non è appropriato minacciare quando disponiamo di un’arma nucleare“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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