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Mare Fuori, Francesco Panarella: “le mie sofferenze personali tradotte nel linguaggio di Cucciolo”

Il giovane attore della fortunata serie targata Rai si racconta in esclusiva a VelvetMAG

Lo scorso 1° febbraio ha segnato il ritorno della quarta stagione di Mare Fuori, serie italiana di successo ambientata nell’Istituto Penitenziario Minorile di Napoli. I primi sei episodi sono già disponibili in anteprima su Rai Play, mentre a partire dal 14 febbraio inizierà la regolare messa in onda in prima serata su Rai 2. E in occasione di questo tanto atteso evento, noi della redazione VelvetMAG abbiamo avuto il piacere di incontrare uno dei protagonisti: Francesco Panarella, che nella fiction interpreta il personaggio di Luigi Di Meo, detto Cucciolo.

Esordio televisivo col botto quello di Francesco Panarella, giovane attore di origini partenopee e uno degli ultimi arrivati nel cast di Mare Fuori. Il suo debutto televisivo, che infatti è arrivato nella terza stagione della serie, ha avuto un impatto sorprendente guadagnandosi immediatamente l’attenzione del pubblico, tanto da meritarsi una conferma anche per le nuove puntate della serie. Nei panni di Cucciolo (Luigi Di Meo), un adolescente coinvolto nel mondo oscuro della camorra e finito in carcere, Panarella continua a distinguersi per la sua performance recitativa. Questa volta, però, il suo personaggio assumerà un ruolo ancora più centrale, promettendo di offrire nuove sfaccettature e tensioni nella trama.

Francesco Panarella Mare Fuori
Intervista Francesco Panarella Mare Fuori – VelvetAMG.it
Foto crediti: Sabrina Cirillo

Intervista esclusiva di Francesco Panarella a VelvetMAG

Come ti sei avvicinato alla recitazione e cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera?
È stata un po’ una via di mezzo. Nel senso sono stato io ad avvicinarmici, però è stata anche questa carriera che ha trovato me. È stato un incontro tra passione e un pizzico di fortuna. Mi ha sempre affascinato la recitazione, non tanto per quanto riguarda la fama e tutto il resto. Sai, quando qualcuno dice ‘voglio fare l’attore, voglio fare il musicista’ la prima cosa che ti viene in mente è ‘allora vuoi essere famoso, vuoi fare gli autografi, le foto, i premi’. Per me questo non ha mai significato nulla, se non un grigio in un mondo di colori, un qualcosa che non mi ha mai cambiato nulla.

Se io ho scelto di fare questo lavoro, e sono felice di quello che faccio, è perché proprio attraverso ciò che faccio ho la possibilità di andare a dormire più sereno. Ad esempio, strappare un sorriso a un bambino malato oncologico o avere a che fare con delle persone che possono apportare delle migliorie nella mia vita e possono ispirarmi a fare del bene. Persone si qualsiasi tipo, non per forza altri attori, anche i detenuti che ho avuto modo di incontrare con il resto del cast prima delle riprese, mi hanno insegnato davvero tanto. Questa è una delle cose più belle del mio lavoro.

Francesco Panarella: la scoperta di Cucciolo e il debutto in Mare Fuori

Come hai ottenuto il ruolo di Luigi Di Meo (detto Cucciolo) in Mare Fuori? Cosa a primo impatto ti ha attirato del personaggio?
Ho fatto un paio di provini. Quello che mi ha colpito di più è stato il fatto che non fosse un personaggio scontato, un personaggio monotono. È un personaggio caratterizzato da moltissime sfumature. Questo è stato per me un punto di riflessione molto importante, essendo il primo personaggio che ho interpretato. È stato intrigante, mi ha affascinato la discrepanza tra la vita che gli è richiesto di vivere e la vita che lui vorrebbe vivere. Questa è una delle tante cose che mi ha colpito di questo personaggio e ce ne sono anche tante altre che continuano a colpirmi, perché non si finisce mai di scoprire dei lati nuovi. Soprattutto il coraggio spontaneo ha nell’essere sé stesso.

Francesco Panarella Mare Fuori
Intervista Francesco Panarella Mare Fuori – VelvetMAG.it
Foto crediti: Sabrina Cirillo

Come ti sei sentito nel debuttare in una serie televisiva così seguita come Mare Fuori? Hai avuto delle aspettative particolari o delle preoccupazioni?
Nessuna aspettativa, ma tante preoccupazioni. In realtà più che preoccupazioni è stato un desiderio di far bene. Il mio è un personaggio molto delicato in quest’epoca, volevo rendere giustizia a ciò che mi era stato affidato.

La preparazione del personaggio: tra esperienze personali e ispirazioni cinematografiche

Come hai preparato il tuo ruolo? Hai costruito il tuo personaggio basandoti solo sul copione o ti sei ispirato anche ad altre fonti come film, libri o storie reali?
Ho attinto un po’ dall’esperienza. Quello che cerco di fare, questo in generale non solo per quanto riguarda questo personaggio, è trovare delle esperienze di vita personali contraddistinte dalle emozioni che mi hanno formato o in qualche modo segnato, e imparare farle combaciare trovando dei punti di incontro con quelle che sono del personaggio.

Ho anche guardato moltissimi film che potessero ispirarmi, per esempio la prima cosa che mi viene in mente sono quelli di Philip Seymour Hoffman, lui per me è una delle più grandi figure di riferimento per quanto riguarda la recitazione in assoluto insieme Marlon Brando e Johnny Deep. Secondo me manca molto al mondo del cinema una figura come Seymour Hoffman. Anche i film di Johnny Depp, ovviamente, quelli meno conosciuti però, ad esempio Don Juan De Marco, dove Johnny Deep ha una delicatezza e una sensibilità che sono fuori dal comune, ha quel velo di dolcezza che mi ha ispirato molto per il personaggio di Cucciolo. Ho voluto portare la stessa intensità di Don Juan e la stessa capacità di espressione di sé stesso nel mio Cucciolo.

Secondo te quale messaggio ha trasmesso il tuo personaggio agli spettatori?
Non abbiate paura di esprimervi e soprattutto non lasciate che nulla vi faccia vergognare di chi siete.

L’esperienza sul set: una crescita non solo professionale, ma anche personale

Entri “in corsa” nella terza stagione della serie, come ti sei trovato a lavorare con gli altri membri del cast e con il regista?
Io sono entrato in gruppo affiatatissimo e che mi ha accolto come un fratello, di questo io sono onoratissimo. Ho imparato moltissimo da loro e con loro e continuo ad imparare ad ogni esperienza che viviamo. Soprattutto, giorno dopo giorno passando 5 mesi della tua vita quasi H 24, con queste persone si crea un rapporto che prescinde il lavoro, che va al di fuori. Quindi diventa vita a tutti gli effetti. Ti cambia sia a livello personale, che lavorativo.

Francesco Panarella Mare Fuori
Intervista Francesco Panarella Mare Fuori – VelvetMAG.it
Foto crediti: Sabrina Cirillo

Quali sono, quindi, le lezioni personali che puoi dire di aver imparato dal tuo ruolo in Mare Fuori?
Il lavoro sodo e l’importanza di prendersi sul serio quel tanto che basta, senza paura.

C’è stata una particolare scena o un dialogo che ti ha colpito positivamente o che è stato più impegnativo da girare?
Sicuramente la morte di Matteo, il fidanzato di Cucciolo. Ho dovuto tirare fuori delle sofferenze personali e tradurle nel linguaggio di Cucciolo, è stato veramente difficile. Sia dal punto di vista emotivo che lavorativo. È un processo molto particolare, un processo straziante, però al contempo da lì si impara moltissimo e si impara a identificare ciò che ti rende umano nel dolore.

Francesco Panarella sul successo della serie: “la speranza è il cuore di Mare Fuori”

Come hai reagito alla grande accoglienza e al successo della serie, in termini di ascolto e critica?
A me la gente ispira a fare sempre meglio, vedo il loro affetto, la loro passione e questo mi ispira moltissimo a dare e fare sempre di più. Io credo molto nella forza del pubblico di questa serie, nella coesione di quello che raccontano i nostri personaggi con il suo pubblico, che è una cosa più unica che rara. I ragazzi che vedono in tv portano in scena storie di errori e di riscatto, di redenzione. Avendo a che fare in modo diretto con le persone che guardano questa serie, si sente quanto ci tengano e siano legati. La speranza è il cuore di Mare Fuori. Questo è il messaggio che più viene apprezzato e trasmesso: l’idea che un’altra vita è possibile anche nei posti più crudeli e difficili.

Il rapporto con il pubblico e i fan e progetti futuri

Avrai sicuramente ricevuto dei feedback dai fan della serie riguardo al tuo personaggio. C’è stato qualcosa che ti ha particolarmente colpito o sorpreso?
Mi è piaciuto moltissimo l‘apertura di mente dei ragazzi più giovani. Soprattutto sono stato onorato e felicissimo di aver ricevuto dei messaggi da coloro che si sentivano rappresentati da questo personaggio. Rappresentati dalle sue sofferenze, forze, fragilità, paure, insicurezze. E in qualche modo questo ha reso per chi ne aveva bisogno di sentirsi sostenuto e affiancato da qualcuno e se quel qualcuno è stato il mio personaggio io sono estremamente contento che sia andata così. In questo mestiere tanti ragazzi dicono che gli hai salvato la vita, però sapessero quante volte l’hanno salvato loro a me e quante volte mi hanno ispirato, questo glielo devo.

Ci sono dei progetti futuri in cui potremo rivederti?
C’è qualcosina, ma non ne posso ancora parlare. Quando sarà tempo e modo con molto piacere.

Arianna Varvesi

Tv e Cronaca rosa

Romana, studentessa di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. Appassionata di psicologia criminale per cui ha seguito diversi seminari dedicati alle tecniche di riconoscimento della menzogna. Ha approfondito le tematiche del diritto internazionale tanto da prendere parte ad una simulazione ONU organizzata secondo il Model United Nation.
Si occupa di serie tv sul blog di VelvetMAG dedicato ai VIP www.velvetgossip.it. In particolare reality e talent show senza distogliere lo sguardo dalla cronaca rosa.

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