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Primarie Usa, DeSantis si ritira. E Haley attacca Trump: “È vecchio e poco lucido”

Il 23 gennaio sfida decisiva fra i repubblicani nel New Hampshire. A seconda del risultato il tycoon potrebbe avere la strada in discesa

Alla vigilia delle primarie repubblicane nel New Hampshire, il governatore della Florida, Ron DeSantis, si ritira. Proclama ufficialmente il suo appoggio a Trump e incassa il ringraziamento del tycoon. Ma l’ex ambasciatrice all’ONU, Nikki Haley, non molla. E tenta il tutto per tutto: i caucus del 23 gennaio costituiranno per lei un tornante decisivo. Se dovesse subire un’altra sonora sconfitta a opera di Trump, come nello Iowa il 15 gennaio, potrebbe decidere di ritirarsi dalla corsa verso le presidenziali del prossimo novembre.     

Dopo la recente gaffe che ha visto l’ex presidente confonderla con l’ex Speaker della Camera dei rappresentanti, la democratica Nancy Pelosi, Haley va all’attacco di Trump senza esclusione di colpi. “Ha detto che Joe Biden ci stava portando verso la seconda guerra mondiale, forse intendeva la terza… Ha detto di aver corso contro Barack Obama, ma non lo ha mai fatto. Se si ha qualcuno di 80 anni in carica, la stabilità mentale continuerà a calare. È la natura umana“.

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Da sin., Ron Desantis, Donald Trump, Nikki Haley. Foto Ansa/Epa/VelvetMag

Primarie, Haley ci crede

Più coraggiosa di Ron DeSantis, che ha annunciato il ritiro e l’appoggio al tycoon, Haley cerca di conquistarsi sul campo i galloni della nomination alla presidenza degli Stati Uniti. In America i sondaggi continuano a darla ampiamente vincente in un ipotetico scontro col presidente uscente, il democratico Joe Biden. Tuttavia, dopo il ritiro molto precoce di DeSantis, la strada per la ricandidatura di Donald Trump fra i repubblicani sembra spianata.

A meno che dalle primarie del Grand Old Party (Gop) non esca una sorpresa, in realtà sempre meno probabile. Nikki Haley, 52 anni, è stata anche governatrice della Carolina del Sud. E ora punta proprio sulla sua giovane età per strappare a Trump la ricandidatura. Contro i toni da predicatore televisivo del tycoon – un millenarismo a tratti folle in cui Trump ha promesso la “il più grande piano di deportazione interna di migranti dai tempi di Eisenhower” – Haley punta sul voto degli indipendenti.

Il voto degli indipendenti

Nel New Hampshire ben 4 elettori su 10 si dichiarano tali, stando agli istituti demoscopici. Tuttavia, rimarcano gli esperti, l’ex ambasciatrice all’ONU ha compiuto l’errore strategico di non partecipare ai dibattiti sulle tv locali. Una realtà importante dell’America profonda che l’avrebbe portata nei salotti di casa di migliaia di elettori indecisi. Haley ha comunque incassato il sostegno dell’importante quotidiano locale New Hampshire Union Leader: “Lo Stato è pronto per un cambiamento“.

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Nikki Haley al Brown’s Lobster Pound a Seabrook, New Hampshire, il 21 gennaio 2024. Foto Ansa/Epa CJ Gunther

Le premesse della vigilia non sono comunque delle migliori. Secondo i sondaggi, Trump è in vantaggio di 11 punti su Haley nelle primarie repubblicane in New Hampshire. L’ex presidente si attesterebbe cioè al 50% delle preferenze contro il 39% di Haley. E Ron DeSantis? Dopo il voto nell’Iowa, in cui è arrivato secondo ma con Haley a un’incollatura e comunque lontanissimo da Trump, ha subito gettato la spugna senza neppure concedersi una seconda possibilità.

DeSantis getta la spugna

Donald Trump è “superiore a Joe Biden. Questo è chiaro. Ho firmato l’impegno a sostenere chi fra i repubblicani sarà nominato e onorerò il mio impegno. Ha il mio appoggio perché non possiamo tornare alla vecchia guardia repubblicana” ha dichiarato DeSantis nel video in cui annuncia il suo addio alla corsa alla Casa Bianca. Ron Desantis ha “fatto una buona campagna, ora è una corsa” ha invece dichiarato Nikki Haley commentando la decisione del governatore della Florida di ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. Secondo gli osservatori, non è però scontato che la ‘dote’ di voti di DeSantis vada a Trump. Per Nikki Haley c’è ancora uno spazio di manovra per battere l’ex presidente e sfidare Biden. Forse l’ultimo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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