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Usa, Nikki Haley stravincerebbe su Biden: i repubblicani pronti a disarcionare Trump?

Il tycoon è sempre in testa nei sondaggi ma l'ex ambasciatrice all'ONU potrebbe facilmente diventare la prima presidente donna

A poco meno di un anno dalle elezioni presidenziali negli Usa, sale la preoccupazione di vasti strati della società americana sulla qualità dei candidati alla Casa Bianca. Come già emerso nelle scorse settimane, diversi sondaggi testimoniano come non piaccia all’opinione pubblica l’età avanzata del presidente uscente, Joe Biden (81 anni), in corsa per il secondo mandato. Ma neppure quella di Donald Trump (77 anni).

A buona parte della classe dirigente, imprenditoriale e politica, non piace inoltre che Trump possa sconfiggere il suo avversario e tornare al potere. Il tycoon di New York, sotto processo per l’assalto di migliaia di suoi sostenitori al Campidoglio di Washington, sede del Congresso, il 6 gennaio 2021, è tutt’altro che un’anatra zoppa. E ormai si è consolidata la convinzione che con Biden sarà testa a testa all’ultimo voto.

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Nikki Haley. Foto Ansa/Epa Caroline Brehman

Haley contro Trump, sfida possibile

E così cominciano a concretizzarsi le possibilità che altri candidati, fra i repubblicani come fra i democratici, prendano seriamente a sfidare i propri leader di riferimento attraverso le primarie. Secondo l’ultimo sondaggio del Wall Street Journal, se la candidata repubblicana alle presidenziali fosse Nikki Haley, 51 anni, ex ambasciatrice Usa all’ONU ed ex governatrice della Carolina del Sud, Joe Biden avrebbe nostalgia della rivalità con Trump. Perché Haley lo stacca di quasi 20 punti percentuali nelle preferenze in vista delle presidenziali Usa.

Per Haley le probabilità di vittoria nelle primarie repubblicane non sono alte, ma se dovesse ottenere la nomination, un inatteso sondaggio suggerisce che le elezioni generali degli Usa sarebbero per lei una sfida semplice. Stando a quanto suggerisce il Wall Street Journal, Haley avrebbe un vantaggio di 17 punti percentuali in un ipotetico scontro con Biden. Per arrivare a questo duello, però, l’ex governatrice della Carolina del Sud dovrebbe battere Donald Trump nelle primarie repubblicane.

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L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump. Foto Ansa/Epa Sarah Yenesel

Paradossalmente è l’ex presidente l’ostacolo maggiore. Nei sondaggi Trump non perde terreno. Haley sembra infatti favorita rispetto a Biden ma non rispetto al tycoon. Il sondaggio sulle elezioni Usa del WSJ, poi, attribuisce a Trump un vantaggio di 4 punti su Biden. E rileva anche che, se Trump subisse una condanna per un reato, perderebbe solamente un punto nei consensi. Tale valutazione, inoltre, mostra un record in negativo. L’indice di gradimento del presidente Biden è infatti al minimo storico del 37%, rispetto al 61% degli intervistati che hanno un’opinione sfavorevole del presidente.

Usa, chi finanzia Haley

In un quadro politico di questo genere Nikki Haley ha comunque dalla sua l’appoggio di una consistente quota di miliardari pronti a finanziarne la campagna elettorale affinché diventi la prima presidente donna degli Usa. E si ricacci indietro il nightmare Trump. Come riporta Forbes.it, persino il co-fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman – donatore democratico, con 700mila dollari già indirizzati alla campagna elettorale di Joe Biden – ha donato 250mila dollari per sostenere la campagna presidenziale repubblicana dell’ex governatrice della Carolina del Sud. Hoffman si è unito a un elenco crescente di donatori che stanno sostenendo Haley.

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Reid Hoffman, sostenitore di Biden, ha in realtà donato 250mila dollari anche a Nikki Haley. Foto X @rehafer

In molti, sostiene ancora Forbes, la vedono come la migliore alternativa all’ex presidente Donald Trump. E Reid Hoffman non è l’unico a sostenere Haley. Jamie Dimon, amministratore delegato della banca d’affari internazionale JPMorgan Chase, che ha affermato di essere stato in contatto con Nikki Haley, ma si è fermato prima di appoggiarla e non ha effettuato donazioni alla sua campagna. Ha però esortato i leader aziendali e i “democratici liberali” a sostenerla. Dimon ha definito Haley “una scelta da parte repubblicana che potrebbe essere migliore di Trump“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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