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A Gaza disastro sanitario ed epidemie in corso. Blinken di nuovo in Israele

Il 2024 comincia nel peggiore dei modi per il Medio Oriente. Le Nazioni Unite temono lo sradicamento di massa dei palestinesi dalla Striscia

A quasi 3 mesi dallo scoppio della guerra a Gaza il Segretario di Stato americano Antony Blinken è partito per un nuovo viaggio nel Medio Oriente. Dopo l’uccisione di un alto dirigente di Hamas in Libano, Saleh al-Arouri, il 2 gennaio, e l’attentato terroristico in Iran, che ha provocato molte decine di vittime fra chi si recava alla commemorazione del generale Soleimani, il 3 gennaio, la crisi si aggrava. Cresce il rischio di un allargamento del conflitto.

Blinken arriverà in Israele il 4 gennaio. Il capo della diplomazia americana inizia così la sua quinta visita ufficiale nello Stato ebraico dall’inizio della guerra il 7 ottobre, e la quarta in Medio Oriente. Anche il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, e il ministro della Difesa, Lloyd Austin, e soprattutto lo stesso presidente Joe Biden, sono già stati in Medio Oriente all’inizio di questi tre mesi di guerra. Con questa nuova missione di Blinken, l’obiettivo degli Stati Uniti è quello di mantenere la pressione sulle autorità israeliane. E cercare al tempo stesso di mantenere buone relazioni con i partner del mondo arabo, tutti schierati contro Israele.

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Palestinesi della Striscia di Gaza fuggono dai campi profughi di Al Nusairat e Al Bureije dopo un avvertimento israeliano. Foto Ansa/Epa Mohammed Saber

Gaza, molti infezioni sui bambini

La guerra sta affamando tutta la Striscia. E l’emergenza sanitaria sta diventando incontrollata, denuncia l’ONU. Durante una missione a Gaza rappresentanti del Coordination of Humanitarian Affairs e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno visitato l’ospedale di Khan Younis dopo che gli israeliani lo hanno colpito. Cinque persone sono rimaste uccise, “tra cui un bambino di pochi giorni“, ha detto uno dei portavoce del segretario generale dell’ONU durante il quotidiano briefing con i media.

Durante la missione – ha aggiunto la portavoce – gli staff hanno verificato l’esistenza di danni estesi alle strutture. Circa 14mila persone erano rifugiate nell’ospedale quando la struttura è stata colpita“. I rappresentanti ONU del coordinamento degli affari umanitari parlano di “disastro sanitario” e “epidemie in corso“. “Dal 7 ottobre – ha aggiunto – ci sono stati più di 400mila casi di malattie infettive, con 180mila colpiti da infezioni alle vie respiratorie e 136mila da diarrea. Metà sono bambini con meno di 5 anni“.

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Il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Foto Ansa/Epa Olivier Matthys

Si teme la deportazione dei palestinesi

Le Nazioni Unite si sono inoltre schierate contro il trasferimento dei palestinesi da Gaza invocato da alcuni esponenti di destra del Governo israeliano. “Come linea di principio siamo completamente contro il dislocamento. L’aspirazione dovrebbe essere quella di avere i palestinesi al sicuro a Gaza“. Lo ha detto una dei portavoce del segretario generale ONU, Antonio Guterres, commentando la dichiarazione del ministro delle Finanze israeliano che ha incoraggiato i palestinesi a lasciare Gaza, dove già la popolazione ha passato un Natale di sangue.

Noi – ha aggiunto la portavoce – siamo stati molto chiari sul fatto che non lo sosteniamo. Nessuno dovrebbe sostenere lo sradicamento di massa dei palestinesi fuori da Gaza. Ogni persona ha il diritto a essere protetta da un trasferimento forzato dalla propria casa o residenza“. “E voi sapete – ha aggiunto, rivolta ai giornalisti – che finora l’85% della popolazione di Gaza è stata sfollata internamente e vive in condizioni piuttosto tremende. Hanno il diritto a tornare nelle loro case“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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