NewsPrimo piano

Israele invade il sud della Striscia. L’Iran: “Fermatevi o il conflitto si allargherà”

"Non è una guerra lampo" avverte Netranyahu. La Corte penale internazionale indaga su crimini di guerra

Dopo quasi due mesi di una pioggia di fuoco su Gaza con oltre 15mila vittime e decine di migliaia di feriti, perlopiù donne e bambini innocenti, Israele prosegue la sua guerra. La tregua di 6 giorni (dal 24 novembre) è ormai alle spalle. Tel Aviv ufficialmente vuole “distruggere Hamas“. Il pogrom di stampo nazista – massacri, stupri e torture contro i civili, bambini inclusi – che il 7 ottobre i miliziani palestinesi di Hamas hanno inflitto agli abitanti israeliani di alcuni kibbutz e ai giovani che partecipavano a un festival musicale nel deserto ha scatenato una vendetta spaventosa.   

Così l’esercito israeliano ha allargato la manovra al settore sud della Striscia di Gaza, dove unità terrestri operano a nord della città di Khan Yunis. Dal lato opposto della Striscia l’artiglieria ha bombardato di nuovo il campo profughi di Jabalia provocando decine di morti fra i palestinesi. Ma si combatte anche ai confini settentrionali di Israele. Alcuni soldati sono stati feriti a Beit Hillel, in alta Galilea, dalla esplosione di un razzo anticarro sparato dal Libano.

bombardamenti israeliani gaza feriti
Un ferito giace sul pavimento dell’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Foto Ansa/Epa Haitam Imad

Attacchi nel Mar Rosso

Da Tel Aviv il premier Benjamin Netanyahu ribadisce: “Continuiamo a combattere per distruggere Hamas. Non è una guerra lampo, andremo fino in fondo e vinceremo. Avanti fino al raggiungimento degli obiettivi“. Hamas, che controlla le strutture amministrative della Striscia, diffonde un nuovo bilancio delle vittime a Gaza dal 7 ottobre. “Sono oltre 15.500. Non libereremo più ostaggi senza il cessate il fuoco definitivo“.

I protettori di Hamas, ovvero l’Iran, avvisano: “Se Israele non si ferma, la guerra si estenderà“. Nel Mar Rosso una nave militare americana e diverse imbarcazioni commerciali sono finite sotto attacco. A rivendicare l’azione i ribelli Houthi dello Yemen, che sono alleati dell’Iran. L’attacco è una risposta alla guerra in corso su Gaza. Il gruppo ha parlato anche di una “operazione contro due navi israeliane“, colpite nello stretto di Bab al Mandab con un missile e un drone.

Hamas e Israele, crimini di guerra

La guerra dunque rischia di estendersi ben oltre i confini di Gaza, quantomeno a causa di azioni belliche come quelle che i ribelli filo-iraniani dello Yemen. E cresce anche l’attenzione della magistratura internazionale sulla portata di ciò che sta avvenendo. In questi giorni si è recato sia in Israele che in Cisgiordania il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan. Il suo ufficio, ha dichiarato, “intensificherà ulteriormente gli sforzi per portare avanti le indagini” nei Territori palestinesi occupati.

soldati israele gaza
Soldati israeliani vicino al confine con la Striscia di Gaza. Foto Ansa/Epa Safadi Atef

In particolare, poi, da quando è scoppiata la guerra dopo gli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas, sono giunte ai collaboratori di Khan denunce di numerose violazioni del diritto internazionale. Crimini di guerra, in buona sostanza. A compierle i miliziani di Hamas ma anche le forze israeliane, che hanno bombardato ospedali, scuole, moschee e chiese.

La Corte, con sede a L’Aia, in Olanda, indaga al momento sui crimini commessi da entrambe le parti nei Territori palestinesi dal 2021, ma non ha ancora annunciato alcuna accusa. Israele non è uno Stato membro del tribunale e non ne riconosce la giurisdizione. Dagli Usa giunge intanto la notizia cha l’amministrazione Biden sta lavorando per riavviare le trattative circa il rilascio degli ostaggi israeliani che sono ancora nelle mani di Hamas. Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un’intervista a Nbc.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio