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Napolitano, i funerali laici alla Camera: presenti i capi di Stato di Francia e Germania

Per la prima volta nella storia della Repubblica un ex capo di Stato riceve l'ultimo saluto nel cuore del Parlamento nazionale

Si sono celebrati il 26 settembre alla Camera dei deputati, di cui fu presidente, i funerali laici di Giorgio Napolitano. È la prima volta in assoluto nella storia d’Italia che si svolgono in Parlamento le esequie di un capo di Stato.

Alla cerimonia hanno preso parte il presidente della Repubblica, e successore di Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella; la premier Giorgia Meloni, la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra. Sono loro che hanno accolto i capi di Stato stranieri giunti a Roma per presenziare ai funerali del presidente emerito.

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Il feretro del presidente emerito della Repubblica dal Senato alla Camera. Foto Ansa/Angelo Carconi

Fra essi il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il capo di Stato della Germania, Frank-Walter Steinmeier. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha raggiunto Montecitorio dopo la traslazione del feretro dal Senato. Palazzo Madama è stato infatti il luogo che ha ospitato la camera ardente, fra domenica 25 e lunedì 26 settembre, dove è arrivato a rendere omaggio a Napolitano anche papa Francesco. Ad accogliere alla Camera dei deputati le alte cariche, il picchetto d’onore, eccezionalmente formato da rappresentanti di tutte le forze armate della Repubblica italiana.

Squadra dei ministri al completo in aula alla Camera per le esequie laiche. Il feretro di Giorgio Napolitano ha sfilato in piazza Montecitorio, sul tappeto rosso disposto per l’occasione, avvolto in una bandiera tricolore. A precedere la bara un cuscino di velluto nero su cui era adagiato il gran cordone dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. La salma ha ricevuto gli onori militari da parte del picchetto d’onore interforze, che ha poi intonato l’inno nazionale. Alcuni cittadini hanno accolto con forti applausi il feretro del presidente emerito della Repubblica, al suo arrivo in piazza Montecitorio. Ai lati del piazzale diverse persone, come anche vicino al maxischermo allestito nella piazza.

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L’Aula della Camera dei deputati nel corso delle esequie di Giorgio Napolitano. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Napolitano nel ricordo di figli e nipoti

Molti gli oratori alle esequie nell’Aula della Camera, dove erano presenti i familiari di Giorgio Napolitano: la moglie Clio, i figli Giovanni e Giulio, i nipoti Simone e Sofia. Hanno tenuto brevi discorsi, oltre ad alcuni dei familiari, i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, Anna Finocchiaro, Gianni Letta, Paolo Gentiloni, il cardinale Gianfranco Ravasi, Giuliano Amato. Nella sua lunga ed “eccezionale” esperienza politica Giorgio Napolitanoha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate, cercando poi di correggere errori e di esplorare soluzioni nuove” ha detto il figlio Giulio. Commossa la giovane nipote Sofia, per la quale Napolitano è stato “un leader, un politico e un uomo formidabile, premuroso e pieno di attenzioni, era sempre presente per noi, ascoltava i nostri problemi in modo partecipe e comprensivo“.

Ravasi: “Ratzinger gli anticipò le dimissioni

“Quando scompare una personalità come Giorgio Napolitano, la perdita è di tutti. Tocca e riguarda tutti coloro che hanno a cuore le istituzioni, e lo dimostra quest’aula” le prime parole di Gianni Letta. Il consigliere più ascoltato da Silvio Berlusconi ha poi rievocato quel 2011, l’anno più difficile per il Cavaliere, durante il quale Napolitano persuase l’allora presidente del Consiglio a dimettersi.

E ha sottolineato la coincidenza della morte, nello stesso anno, a distanza di soli 3 mesi, dei due uomini politici. “Salutiamo un grande riformista, per lui l’Europa è sempre stata la via maestra, questa via, la tua via, cercheremo di seguirla sempre” ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Da parte sua il cardinale Gianfranco Ravasi ha sottolineato l’importanza del rapporto fra papa Benedetto XVI e Giorgio Napolitano. Un dialogo così stretto che “il Papa confidò a lui che si sarebbe ritirato dal ministero petrino” ha rivelato Ravasi.

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I familiari di Napolitano e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di fronte al feretro dell’ex capo dello Stato. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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