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Napolitano, alla camera ardente autorità e cittadini. A sorpresa anche il Papa

Il Pontefice ha reso personalmente omaggio al presidente emerito scomparso il 22 settembre. Martedì 26 funerali laici alla Camera dei deputati

Al Senato, nella sala Caduti di Nassiriya, la Camera ardente dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Resterà aperta a tutti ancora lunedì 25 settembre, dalle 10 alle 16. Fra le autorità che hanno reso omaggio al presidente emerito, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, i presidenti di Senato e Camera, la premier Meloni, e, senza che qualcuno se lo aspettasse, papa Francesco. “È la prima volta che un Pontefice entra in Senato” ha detto Ignazio La Russa.

I funerali di Stato di Giorgio Napolitano, morto venerdì 22 settembre a 98 anni, si svolgeranno in forma laica martedì mattina, 26 settembre, alle 11.30 nell’Aula di Montecitorio. Ovvero nella sede della Camera dei deputati, di cui Napolitano fu presidente.

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Papa Francesco di fronte al feretro di Giorgio Napolitano in Senato. Foto Ansa/Senato

Il Papa: “Napolitano grande uomo

A sorpresa, come detto, a rendere omaggio a Napolitano anche il Pontefice che, mentre la folla continuava a entrare nella sala Nassiriya, è arrivato all’ingresso di Palazzo Madama. Gli assistenti parlamentari sono accorsi per portare una sedia a rotelle e far passare Francesco dall’ingresso di corso Rinascimento. Una volta entrato, papa Francesco si è alzato per salutare i familiari, ha rivolto parole di conforto alla vedova, la signora Clio, ed è poi entrato nella sala per pregare davanti al feretro. Si è trattenuto in silenzioso raccoglimento, sulla sedia a rotelle, per diversi minuti. Accanto a lui, in piedi, il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Il Vaticano ha fatto sapere che il papa si è recato alla camera ardenteper esprimere, con la presenza e la preghiera, il suo personale affetto a lui e alla famiglia, e per onorare il grande servizio reso all’Italia“. Su un foglio nel libro delle presenze, all’uscita dalla camera ardente, papa Francesco ha lasciato la sua dedica al presidente emerito, dove ha scritto: “Un ricordo e un gesto di gratitudine a un grande uomo, servitore della patria“.

In mattinata, poco prima che giungesse il feretro, al Senato era arrivata la signora Clio, la moglie del presidente Napolitano. Con lei i figli, Giulio e Giovanni, e i nipoti. La vedova ha lasciato Palazzo Madama poco prima delle 14. Il presidente Sergio Mattarella è giunto alla camera ardente accompagnato dalla figlia Laura. Mattarella si è intrattenuto pochi minuti davanti al feretro e ha salutato i familiari. All’uscita è stato accolto da un lungo applauso dei presenti.

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Giorgia Meloni saluta la signora Clio Napolitano. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

L’omaggio di Meloni e della politica

Tra i primi a rendere omaggio al feretro di Giorgio Napolitano, i due ex presidenti della Camera Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, e il senatore a vita Mario Monti. Intorno alle 10:15 è giunto anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Poi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Dopo essersi intrattenuta qualche minuto davanti al feretro e aver salutato i familiari, Meloni è uscita dalla camera ardente senza rilasciare dichiarazioni. Tanti gli esponenti della politica che si sono susseguiti: la segretaria del PD Elly Schlein, il presidente del M5S Giuseppe Conte e il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. Un messaggio accorato è arrivato a Mattarella da Re Carlo III d’Inghilterra. “Ricordo con grande affetto il nostro incontro durante la mia visita a Roma nel 2009 e, in particolare, l’amicizia che esisteva tra il Presidente Napolitano e mia madre, Sua Maestà la Regina Elisabetta II” è scritto, fra l’altro, nel messaggio del sovrano.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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