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Spalletti in Nazionale: “Abbiamo 2 partite chiave, voglio giocatori di spessore ed esperienza”

Presentazione del nuovo ct (emozionato) a Coverciano. Il 9 settembre la Macedonia e il 12 l'Ucraina: l'Italia non può sbagliare

Venti giorni dopo l’incredibile addio di Roberto Macini, ora ct dell’Arabia Saudita a suon di milioni, la Nazionale di calcio fa un balzo in avanti con la presentazione di Luciano Spalletti. Il nuovo commissario tecnico azzurro non farà rimpiangere il Mancio, c’è da scommetterci.

Essere qui è una emozione indescrivibile e una grandissima responsabilità” le prime parole di Spalletti alla conferenza stampa di Coverciano, il 2 settembre. “Cerco la felicità in azzurro e per farlo devo rendere tutti felici“. Sulla clausola con il Napoli: “Niente mi farà cambiare idea dal fatto di aver preso la decisione corretta. Spero si trovi una soluzione che vada bene a tutti”.

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Luciano Spalletti. Foto Ansa/Claudio Giovannini

Le parole di Spalletti

Grazie alla Federazione e al presidente Gravina per avermi dato questo incarico” ha detto Spalletti. “Sono stati giorni intensi in cui mi sono state date tante cose per darmi gli strumenti per svolgere il mio ruolo. Ho passato tantissimo tempo qui a Coverciano, l’Università del calcio, ma essere qui come ct della Nazionale è una emozione indescrivibile e un sogno che parte da lontano. Spero di far rinascere quel sogno di poter portare con orgoglio la bandiera italiana a festeggiare a tutte le migliaia di bambini che guardano la Nazionale“.

Napoli è stata una esperienza bellissima” ha poi sottolineato Luciano Spalletti riferendosi alla vittoria dello scudetto, il terzo che mancava da 33 anni nella città partenopea. “I tifosi e la squadra sono stati qualcosa di travolgente, più di quanto uno possa aspettarsi. Ho un ricordo bellissimo ovviamente, ma per quanto riguarda la clausola niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. Ci sono delle cose da mettere a posto, stanno lavorando gli avvocati e spero si arrivi il più velocemente possibile alla migliore soluzione per entrambe le parti.”

Spalletti ha poi sottolineato lo spirito che lo guida è quello di ricercarela felicità, è questo ciò di cui abbiamo tutti bisogno. Non riesco di solito a essere felice da solo, o per qualcosa che riguarda me stesso. La mia felicità riflette verso gli altri, se la gente intorno a me non è felice non riesco neanch’io. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Questa cosa è da chiarire subito coi calciatori, perché loro devono essere felici di vestire questa maglia e solo così possono dare il meglio in campo. Abbiamo una storia importantissima e voglio vedere appartenenza per questa maglia perché non è una divisa qualunque, la maglia del club deve sempre andare sotto a quella della Nazionale perché è una cosa importante e non tutti la possono vestire“.

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Il ct della Nazionale Luciano Spalletti (al centro), il presidente della Figc, Gabriele Gravina, e Gianluigi Buffon. Foto Ansa/Claudio Giovannini

La partita con la Macedonia

Adesso però è la volta del calcio giocato, a cominciare da Macedonia del Nord – Italia di sabato 9 settembre e Italia – Ucraina del 12 settembre. “Dobbiamo giocare due partite fondamentali” riflette Spalletti. “Quindi ci serve spessore internazionale ed esperienza. Non voglio avere un numero esagerato di giocatori perché poi dispiacerà dover mandare qualcuno in tribuna. In questo momento qui è fondamentale guardare il minutaggio, perché è diverso adesso rispetto a dicembre. Verratti e Jorginho non li ho chiamati perché non avendo mai giocato è impensabile convocarli. Non conta il nome, ma il comportamento e quello che accade.

Io prendo in eredità la storia di questa Nazionale, non i risultati” ha poi sottolineato il ct. “Da Mancini eredito una buona Nazionale, ha vinto l’Europeo e ha un record di imbattibilità avendo lanciato molti giovani. Ha fatto un lavoro imponente anche nella ricerca di talenti che possono esserci utili. Bisogna cancellare l’amarezza dei risultati negativi che sono successi, prendendo le distanze dal pensiero di far parte di un calcio minore. Dobbiamo cercare di fare un calcio che piaccia a tutti e trovare la giusta via di mezzo”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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