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Meloni, minacce di morte sui social alla vigilia del viaggio a Caivano

Il 31 agosto la premier è attesa nel Comune della città metropolitana di Napoli dove si sono verificati stupri di gruppo su ragazzine adolescenti

Minacce di morte sui social contro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. All’origine dell’aggressività contro la premier ci sarebbe la stretta contro il reddito di cittadinanza ma il punto è che tali minacce sono avvenute il 30 agosto alla vigilia del viaggio di Meloni a Caivano, il centro alle porte di Napoli teatro di gravissime violenze sessuali su due adolescenti.

Sale l’allerta, dunque, a Palazzo Chigi per le misure di sicurezza da adottare, mentre Meloni risponde sui social con un post. “Ringrazio quanti hanno espresso vicinanza in merito alle minacce ricevute in vista della mia visita a Caivano. Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata questo Governo non farà passi indietro“.

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Giorgia Meloni. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

La minacce a Meloni

Io ti consiglierei stai a casa stanno com e pazz e rimaste 160mila famiglia senza rdc senza spesa. sei sicura che tornerai a casa?” ha scritto su Facebook S.B., una donna di Caserta che vive a Napoli. Sotto il suo post si accavallano commenti contro la premier, con auguri di morte o quello, aggiunto dal profilo di un laboratorio artigianale napoletano, di andare via con “qualche ammaccatura così capisce i guai che ha fatto“. Su Twitter, poi, c’è chi la accusa di fare “l’ennesima passerella“, e consiglia agli abitanti di Caivano di “accogliere la pescivendola Meloni con pomodori marci x aver levato l RdC a quella fascia di popolo che vive precariamente in quelle zone…“.

La solidarietà della politica

Lunedì scorso, 28 agosto, a Napoli ci sono stati momenti di tensione durante la manifestazione per il reddito di cittadinanza, un corteo a cui hanno partecipato centinaia di persone. Giorgia Meloni ha raccolto la solidarietà del mondo politico a partire dalla segretaria del PD, Elly Schlein. “Le minacce di morte ricevute via social dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non sono tollerabili. Messaggi di intimidazione, di istigazione all’odio e alla violenza non devono trovare alcuno spazio in una democrazia e troveranno sempre la più ferma condanna da parte di tutto il Partito Democratico” ha dichiarato Schlein in una nota.

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Corteo a Caivano per dire basta alla violenza del ghetto, il 29 agosto 2023. Foto Avvenire.it

I cattivi maestri non si fermano, continuano ad incendiare gli animi e le minacce di morte contro la premier crescono ogni giorno di più” ha dichiarato la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli. “Prima nelle piazze, ora sui social. Invece di sobillare le folle, chi ha ruoli politici dovrebbe mostrare maggior misura e senso di responsabilità. Quella stessa responsabilità che avrebbero in capo, nel caso dalle parole qualcuno dovesse passare ai fatti. A nome mio e del gruppo dei senatori di Forza Italia, esprimo la massima solidarietà e vicinanza alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni“. Solidarietà per le “minacce indegne” anche dai ministri Tajani, Casellati, Santanché, Musumeci, Crosetto, Fitto, Valditara.

Solidarietà a Giorgia Meloni per le vergognose minacce ricevute. Sempre dalla parte del confronto e del dialogo, mai di chi utilizza la violenza come mezzo di intimidazione“. Così Carlo Calenda, leader di Azione. “Le minacce ricevute dalla premier Meloni, che domani si recherà in visita a Caivano, sono gravi e inaccettabili. Pertanto, le esprimiamo la nostra sincera solidarietà. Essere in disaccordo con le scelte politiche operate dal Governo è legittimo, ma l’uso della violenza non è mai giustificato né giustificabile“. Lo affermano i capigruppo del M5S nelle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Valentina Barzotti e Orfeo Mazzella.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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