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Fmi alza le stime del Pil dell’Italia: “Cresce più di Francia e Germania”

Ma non della Spagna. Arriveremo al +1,1% mentre Madrid farà il boom a +2,5%

A livello generale l’economia dell’Italia non va peggio di altri paesi europei. Anzi, stando alle ultime stime del Fondo monetario internazionale (Fmi), rese note il 25 luglio, la crescita del nostro Pil sarà quest’anno migliore di quella di Germania, Francia e della stessa media dell’area euro.

Per l’anno in corso, il 2023, il Fondo monetario ha infatti alzato al +1,1%, di 0,4 punti percentuali, il Prodotto interno lordo dell’Italia. Mentre per ciò che riguarda il Pil che produrremo nel 2024, l’organizzazione con sede a Washington che riunisce 190 Stati del mondo, ha ritoccato il livello della ricchezza prodotta in un anno di 0,1 punti al rialzo, pari al +0,9%.

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La sede del Fondo monetario Internazionale. Foto Twitter @cgtnafrica

Italia, le stime dell’Fmi

L’economia tedesca, spiegano dal Fondo monetario internazionale si contrarrà quest’anno del -0,3% mentre quella francese crescerà del +0,8%. La crescita di Eurolandia è prevista quest’anno al +0,9%. Come si vede, l’Italia, rivelano le stime dell’Fmi, primeggia con un Pil previsto in crescita, come detto, del +1,1%. Secondo il Fondo, l’inflazione in Italia come nel resto del mondo occidentale, sta allentando la morsa ma resta comunque elevata. In sostanza, a livello internazionale, l’indice dei prezzi al consumo è oggi al di sopra dei livelli pre-pandemia Covid. Precedenti quindi all’anno 2020. Quest’anno, a livello globale, l’inflazione si colloca al 6,8%, scendendo dunque sensibilmente, rispetto all’8,7% del 2022.

Inflazione in calo ma non troppo

Nel 2024 in Italia e nel mondo l’inflazione dovrebbe scendere ancora al 5,2%. Gli analisti si attendono che l’inflazione core cali “più gradualmente“, scendendo dal 6,5% del 2022 al 6,0% del 2023 e al 4,7% del 2024. Per inflazione core s’intende l’inflazione primaria esclusi energia, alimentari, alcol e tabacco. “Le banche centrali nelle economie con elevata e persistente inflazione core dovrebbero continuare a segnalare chiaramente il loro impegno a ridurre” i prezzi, osserva il Fmi. “Una politica restrittiva è necessaria fino a quando non ci saranno chiari segnali che l’inflazione core si sta raffreddando” recita ancora un comunicato del Fondo monetario internazionale.

Francia, Germania e Spagna

Come detto, mentre l’Italia tutto sommato tiene botta, Francia e Germania arretrano. L’economia tedesca si contrarrà quest’anno più del previsto. Secondo le nuove stime del Fondo monetario internazionale, il Pil della Germania si contrarrà nel 2023 dello 0,3%, più del -0,1% previsto in aprile. Nel 2024 invece crescerà dell’1,3%, ovvero 0,2 punti percentuali in più sulle previsioni precedenti. Il Fmi ha ritoccato al rialzo il Pil della Francia a +0,8% quest’anno (+0,1 punti), lasciando invariata a +1,3% la crescita del 2024.

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Il ministro dell’Economia, Giorgetti, con la direttrice dell’Fmi, Georgieva. Foto Twitter @KGeorgieva

Per il Regno Unito il Fmi prevede una crescita dello 0,4% quest’anno (+0,7 punti percentuali su aprile) e dell’1% il prossimo. Forte revisione al rialzo invece per l’economia della Spagna nel 2023: +2,5%. Ovvero un punto in più rispetto alle stime di aprile e ben di più dell’Italia. La revisione al rialzo per l’economia spagnola, così come quella italiana, è legata all’andamento dei settori dei servizi e del turismo.

L’Italia e l’economia mondiale

Al di là delle stime positive per l’Italia, l’economia mondiale “continua gradualmente a recuperare” dagli effetti della pandemia di Covid e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. “Nel breve termine, i segnali di progresso sono innegabili. Ma molte sfide si addensano all’orizzonte ed è ancora troppo presto per celebrare.” Lo afferma il capo economista del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas, osservando come “l‘outlook per l’economia mondiale quest’anno è leggermente più brillante ma la crescita resta debole“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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