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Strage di via D’Amelio, su Borsellino Meloni e Schlein si dividono e lo commemorano separatamente

La premier si attiene alle cerimonie istituzionali, la segretaria dem partecipa a un corteo. Nessun nuovo approccio politico diverso dai colleghi uomini

Si ricordano oggi, 19 luglio, i 31 anni dalla strage mafiosa di via D’Amelio a Palermo: il giudice Paolo Borsellino e i 5 agenti della sua scorta furono brutalmente assassinati tramite un’autobomba. Nel capoluogo siciliano è arrivata la premier Giorgia Meloni, che ha partecipato alla commemorazione presso la Caserma Lungaro di Palermo. Nel pomeriggio la segretaria dem, Elly Schlein.

Dopo un saluto con il capo della Polizia, Vittorio Pisani, Meloni ha avuto un incontro e un colloquio con Manfredi Borsellino, poliziotto e figlio del giudice Paolo. Quindi ha deposto una corona d’alloro per i caduti delle stragi di mafia. Poi la presidente del Consiglio si è spostata al cimitero di Santa Maria di Gesù, per rendere omaggio alla tomba della famiglia Borsellino.

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Da sin., Elly Schlein e Giorgia Meloni. Foto Twitter @Agenzia_Ansa

Il messaggio di Meloni su Borsellino

Meloni ha inoltre deposto una corona davanti alla lapide in memoria dei poliziotti uccisi: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Alla prefettura di Palermo si è svolto il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza del prefetto Maria Teresa Cucinotta, del capo della procura Maurizio de Lucia e dei vertici delle forze dell’ordine. Alle 12.30 si è poi svolta una messa officiata dall’arcivescovo Corrado Lorefice nella chiesa di Santa Maria in piazza della Pietà alla Kalsa, il quartiere di Palermo dove Giovanni Falcone e Paolo Borsellino giocavano da bambini.

La strage di Via D’Amelio, dove Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vennero uccisi dalla mafia, è stato il motivo per il quale ho iniziato a fare politica” ha scritto sui social Giorgia Meloni. “La data del 19 luglio 1992 rappresenta una ferita ancora aperta per chi crede in un’Italia giusta. Paolo sfidò il sistema mafioso senza mai temere la morte, insegnandoci a non restare a guardare e a non voltarci mai dall’altra parte. Il suo coraggio e la sua integrità sono doni che ci ha lasciato e che tanti giovani hanno deciso di raccogliere per affermare due valori imprescindibili: la legalità e la giustizia.”

Schlein e la premier divise

Giorgia Meloni non sarà presente, invece, alla tradizionale fiaccolata che ogni anno la destra organizza a Palermo in memoria di Paolo Borsellino. E che partirà alle 20 da piazza Vittorio Veneto per raggiungere via D’Amelio. Sarà invece certamente in via D’Amelio Elly Schlein, e parteciperà al minuto di silenzio assieme alle Agende rosse di Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato, nell’ora esatta della deflagrazione, il 19 luglio 1992 alle 16.58. Nel luogo dell’attentato, la segretaria del PD troverà anche i manifestanti del corteo promosso dalla Cgil e da altre associazioni e movimenti di sinistra con lo slogan “Basta Stato-mafia“.

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Paolo Borsellino con la famiglia. Foto Twitter @PietroGrasso

La Cisl non aderisce all’iniziativa

Non ci sarà invece la Cisl, che ha preso le distanze dall’iniziativa. Ma sarà in via D’Amelio con i propri dirigenti a titolo personale. Il serpentone partirà alle 15 dall‘albero Falcone, in via Notarbartolo. Proprio dalla strada, dove lo scorso 23 maggio nei minuti finali della giornata di commemorazione della strage Falcone, ci furono scontri tra alcuni manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa che respinse chi voleva raggiungere il palco dove Maria Falcone stava parlando per chiudere le celebrazioni.

Strappo fra promotori e questura

Un episodio che ha creato uno strappo tra il comitato promotore del corteo autorizzato e la questura. Lunedì 17 luglio, durante un colloquio, Salvatore Borsellino ha assicurato al questore Leopoldo Laricchia che “non ci saranno disordini.” Poi è arrivata la notizia dell’imminente cambio di guardia al vertice della Questura di Palermo. Sarà guidata dall’ex capo della squadra mobile Vito Calvino, nominato dal Consiglio dei ministri. Per Laricchia nuovo incarico all’ispettorato della Camera dei deputati.

Manca la verità sui mandanti esterni

Sulla strage di via D’Amelio manca ancora la verità piena, malgrado l’arresto del boss Matteo Messina Denaro dopo 3 decenni di latitanza nella sua Castelvetrano (Trapani). L’erede dei segreti del super boss Totò Riina, in carcere all’Aquila, non sembra minimamente intenzionato a collaborare con la giustizia.

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Oltre 250 bimbi di Palermo colorano il luogo della strage in via D’Amelio a Palermo, il 19 luglio 2023. Foto Ansa/Roberto Ginex

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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