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Strage a Milano: 6 morti per un incendio in una casa di riposo

Sono 2 i feriti gravi e 81 i pazienti della storica Casa dei Coniugi ricoverati in 15 diversi ospedali

È un bilancio gravissimo quello dell’incendio scoppiato a Milano alle 1.20 della notte fra il 6 e il 7 luglio nella residenza per anziani Casa dei Coniugi. Sono 6 i morti e 81 le persone portate in 15 ospedali di Milano e dell’hinterland. Si tratta di persone intossicate: nessuno ha riportato ustioni. Da chiarire le cause del rogo, che però non sarebbe doloso.

Due pazienti, fanno sapere dall’Agenzia di emergenza urgenza, sono stati portati in gravissime condizioni agli ospedali Niguarda e San Raffaele. Ci sono inoltre 14 persone in condizioni serie e 65 in condizioni meno gravi. Le vittime sono 5 donne e un uomo.

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L’intervento dei vigili del fuoco presso la residenza per anziani Casa dei coniugi di Milano. Foto Ansa/Andrea Fasani

Milano, il sindaco sul posto

L’incendio è divampato in una singola camera della residenza, dove il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha effettuato un sopralluogo per verificare di persona le dimensioni della tragedia. “Viene da dire in questi casi che poteva andare peggio, ma 6 morti sono un bilancio pesantissimo” ha dichiarato. “Speriamo – ha aggiunto Salache a questo bilancio non si aggiungano persone che sono in ospedale in situazione delicata.”

Cos’è la Casa dei Coniugi

La struttura Casa dei Coniugi è adesso parzialmente inagibile. Con i responsabili della residenza, i soccorritori hanno trasferito gli ospiti in un’altra ala dell’edificio. Al momento i pompieri escludono una matrice dolosa dell’incendio. È intanto chiusa al traffico e transennata via dei Cinquecento, la strada nella periferia sud di Milano dove si trova la Casa dei Coniugi. Si tratta di una residenza sanitaria assistenziale di 210 posti, di proprietà del Comune di Milano. La gestisce la cooperativa Proges, che controlla 300 strutture in 11 regioni italiane.

È dedicata ad accogliere anziani con vari livelli di non autosufficienza. Persone che però non hanno bisogno di prestazioni ospedaliere. La residenza di via dei Cinquecento si suddivide in 12 nuclei di cui 2 dedicati ai malati di Alzheimer. La struttura si trova nella zona sud di Milano, come detto, vicino a Piazzale Corvetto, ed è situata in un edificio di tre piani del 1920. La si è adibita a casa di riposto nel 1955.

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Il rogo alla casa di riposo è scoppiato alle 1.20 di notte. Foto Ansa/Stefano Rottigni

Esalazioni letali

Al momento dell’incendio, scoppiato nella notte del 7 luglio, all’interno della struttura c’erano 167 persone. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, arrivato sul posto per un sopralluogo, ha spiegato che in considerazione delle condizioni degli ospiti si è dovuto portarli fuori “quasi uno a uno a braccia.” A dare l’allarme della tragedia che si stava consumando è stata una persona di servizio e questo ha permesso di limitare i danni dell’incendio malgrado la strage che si è verificata.

Insomma, a quanto emerge da un primo esame della situazione, le conseguenze dell’incendio avrebbero potuto essere ancora più gravi e il bilancio dei morti e dei feriti ancora più pesante. “Visitando le camere a fianco non c’è incendio di fuoco, ma le pareti annerite, sono le esalazioni, tanto letali quanto il fuoco” ha detto ancora il sindaco Sala. Adesso “si sta lavorando per ricollocare le persone che molto spesso non sono autosufficienti” e si sta cercando posto nelle altre strutture del gestore. “Perché ricordo che questa è una struttura del Comune ma data in gestione ai privati da tanti anni“. “Adesso le indagini – ha concluso Sala – dovranno dire cosa è successo.”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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