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Francia, dilaga la rivolta: rischio coprifuoco e stato di emergenza

Incendi e saccheggi da Parigi a Grenoble dopo la morte di Nahel, 17 anni, ucciso dalla polizia a Nanterre. Eventi annullati, ultima corsa dei bus alle 21

Quarta notte consecutiva di battaglie urbane in tutta la Francia tra rivoltosi e polizia. Sicurezza fuori controllo a Parigi come in molte altre città del paese da est a ovest e da nord a sud. L’uccisione a bruciapelo di Nahel, 17 anni, che un poliziotto ha prima minacciato di morte e poi ucciso a un posto di blocco a Nanterre il 27 giugno, sta scuotendo le fondamenta della Repubblica.   

Tanto che il 30 giugno il presidente Emmanuel Macron è precipitosamente rientrato a Parigi da Bruxelles dov’era in corso il vertice europeo. Sabato 1 luglio a Nanterre sono in programma i funerali di Nahel. C’è il rischio che divengano occasione per nuovi violentissimi disordini come già accaduto nei giorni scorsi in coda alla ‘marcia bianca’ promossa dalla madre della vittima.

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Pompieri spengono un autobus bruciato a Nanterre. Foto Ansa/Epa Mohammed Badra

L’appello delle star della Francia

Dai Républicains all’estrema destra la richiesta è coprifuoco e stato d’emergenza. In questo clima è arrivato un nuovo messaggio di Kylian Mbappé e dei Bleus della nazionale di calcio della Francia. Dopo aver condannato l’uccisione di Nahel con parole molto dure, Mbappé torna per ribadire – con i compagni – lo “shock” per la “brutale” morte del giovane, ripresa in video amatoriali che hanno fatto il giro dei social media.

Poi però – continuano – “assistiamo da allora all’espressione di una rabbia popolare di cui comprendiamo la sostanza. Ma di cui non possiamo approvare la forma“. Per i Bleus, “la violenza non risolve niente, ancora meno quando si ritorce comunque e di continuo contro quelli che la esprimono, le loro famiglie, i loro amici e i loro vicini.” “Esistono – aggiungono i nazionali francesi di fronte alla rivolta che divampa nelle città francesi – altri modi pacifici e costruttivi per esprimersi.”

Francia, un morto e altri 471 arresti

Sono ore drammatiche per i francesi e per la capitale in particolare. Ma “è la Repubblica che vincerà” ha detto il ministro degli interni francese, Gérald Darmanin, durante una visita alla polizia e ai gendarmi a Mantes-la-Jolie, nella banlieue parigina, dove la sede del Municipio è stata bruciata. “Non confondo le poche migliaia di delinquenti – ha aggiunto – con la stragrande maggioranza dei nostri connazionali che vivono nei quartieri popolari“. Il ministro ha riferito che il numero degli arrestati è salito di altre 471 persone, di cui un centinaio a Marsiglia. Fino al 30 giugno si contavano 667 fermati. Il 30 giugno un ragazzo ventenne è morto dopo essere precipitato dal tetto di un negozio a Petit-Quevilly (Seine-Maritime), durante i disordini seguiti alla morte di Nahel.

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Il presidente francese Emmanuel Macron. Foto Ansa/Epa Yoan Valat

Nanterre, la ‘culla’ della rivolta

Da parte sua, il sindaco di Nanterre Patrick Jarry – eletto nel 2004 in una lista di sinistra – ha detto in un’intervista a Le Monde, lo storico quotidiano della Francia, che “ci troviamo di fronte a un episodio particolarmente drammatico. Un momento molto difficile, che ci costringerà a riflettere sulle condizioni di intervento delle forze dell’ordine.”

“E in particolare di alcune forze dell’ordine, come quelle che martedì mattina sono intervenute facendo uso delle loro armi contro un adolescente. In totale violazione di tutte le disposizioni di legge“. “Quest’omicidio ha provocato una fortissima emozione. C’è grande tristezza e profonda indignazione. Domina la domanda di giustizia.

Macron: “Tenete i figli a casa

Il presidente Emmanuel Macron non ha dichiarato lo stato d’emergenza, come molti prevedevano. Ma il 30 giugno si è rivolto alle famiglie dei minorenni che partecipano alle violenze. E ha chiesto di tenere i giovanissimi a casa. Si è poi scagliato contro i social media, dove i black bloc si coordinano. Intanto però, temendo il peggio, il Governo ha ordinato anche l’impiego dei mezzi blindati. Ha annullato concerti, eventi pubblici, feste di quartiere e nelle scuole. E ha anticipato alle 21 l’ultima corsa degli autobus e dei tram. Autobus e tram spesso dati alle fiamme in questi giorni di rivolta in Francia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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