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La Francia nel caos della violenza: quasi 700 fermati fra i giovani in rivolta e 249 poliziotti feriti

L'uccisione di Nahel, 17 anni, freddato a Nanterre da un agente a un posto di blocco, continua a scatenare sommosse in varie parti del paese

Per la terza notte consecutiva le periferie delle principali città della Francia, a cominciare da Parigi, appaiono in preda a una guerra civile urbana. Dopo l’omicidio del 17enne Nahel a Nanterre, al quale un poliziotto – adesso gli arresti – ha sparato alla testa, la rabbia delle banlieues è esplosa con estrema violenza. Il Governo ha mobilitato 40mila poliziotti: un esercito. 

La tensione è altissima in tutta la Francia. Si combatte una vera e propria guerriglia urbana non soltanto nelle banlieues parigine ma anche in vari paesi e città come Lione, Lille, Tolosa, e altre località, fino all’Alsazia Lorena. La polizia si muove per le strade protetta da blindati generalmente adoperati nelle operazioni antiterrorismo e spara gas lacrimogeni. I rivoltosi sparano petardi e fuochi d’artificio. Si potrebbe dire che è quasi un miracolo se non ci sono vittime. Feriti però sì: molti. Solo fra gli agenti se ne contano 249.

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Auto distrutte a Nanterre, dove un ragazzo di 17 anni è stato ucciso dalla polizia. Foto Ansa/Epa Julien Mattia

Negozi saccheggiati in Rue de Rivoli

La sera di giovedì 29 giugno, in numerose città, compresi i sobborghi di Parigi, si sono verificati nuovi scontri. Gruppi di giovani dei ghetti in rivolta, forse infiltrati da black bloc ‘professionisti’ della violenza selvaggia, hanno preso d’assalto commissariati, scuole e municipi. Molti negozi sono stati saccheggiati: perfino nella centralissima Rue de Rivoli a Parigi. A tutto questo si aggiungono decine di macchine incendiate, un fenomeno ricorrente nelle banlieues. Nella regione parigina bus e metro hanno smesso di circolare alle 21 nei quartieri dove sono esplose le violenze.

Francia, quasi 700 arresti

Intanto è salito ad almeno 667 il numero delle persone che la polizia ha fermato per controlli durante la notte. Lo riferiscono fonti del ministero dell’Interno, secondo quanto riporta Le Figaro. Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale per le 13 del 30 giugno.

Ma il capo dell’Eliseo appare in difficoltà. Si trova a Bruxelles per il Consiglio europeo e potrebbe anticipare il rientro a Parigi prima ancora che le discussioni con gli altri capi di Stato e di governo Ue siano concluse.

Truong: “Violenza dall’umiliazione

In un’intervista al quotidiano Le Monde, il sociologo Fabien Truong, docente all’Università Parigi VIII, ha tentato di spiegare il perché della violentissima rivolta dei ghetti francesi dopo l’assassinio del giovane Nahel. “In questi quartieri (le banlieues delle periferie, ndr.) la povertà e l’insicurezza sono realtà concrete” afferma il professor Truong. “Ecco perché questa rabbia è politica.Sono ragazzi della stessa età di Nahel, che reagiscono in modo intimo e violento per un semplice motivo: questa morte avrebbe potuto essere la loro” ha precisato il sociologo.

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Blindati antiterrorismo della polizia in azione a Nanterre, vicino a Parigi. Foto Ansa/Epa Julien Mattia

Ciascuno di loro dice a se stesso: ‘Avrei potuto essere io.’ Ogni adolescente in questi quartieri ha ricordi di alterchi negativi e violenti con la polizia. Gli spiacevoli e ripetuti controlli di identità, all’ingresso stesso delle loro abitazioni, sono umilianti. Generano stress e alimentano, a lungo andare, profondi rancori. I giovani ne deducono che la loro presenza non è legittima, che deve essere giustificata perfino alle soglie di casa. Questa logica del sospetto è quasi metafisica ed esistenziale. Questi giovani dicono a se stessi che sono controllati per quello che sono e non per quello che fanno.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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