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Nomine, il Governo si ricompatta su Panetta e Figliuolo

Il primo sarà il nuovo Governatore della Banca d'Italia, il secondo Commissario in Romagna: torna dopo aver guidato la campagna vaccinale Covid

Due nomine pesanti per ripartire. Dopo giorni di alta tensione, il Governo Meloni prova a ricompattarsi scegliendo Fabio Panetta per la guida della Banca d’Italia. Ma anche Francesco Paolo Figliuolo, già Commissario all’emergenza Covid sotto il Governo Draghi, come Commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione di metà maggio in Emilia Romagna.

Panetta era stata la prima opzione per la scelta del ministro dell’Economia, al momento delle nomine per l’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia. Nove mesi più tardi, Giorgia Meloni punta su Fabio Panetta per Bankitalia e il Consiglio dei ministri lo indica come Governatore, ruolo in cui l’economista si insedierà a partire dal 1 novembre 2023, all’indomani della scadenza del mandato di Ignazio Visco.

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Da sin., Fabio Panetta e Francesco Paolo Figliuolo. Foto Ansa/VelvetMag

Panetta e Lagarde, visioni opposte?

Una decisione che arriva nella giornata (il 27 giugno) in cui l’esecutivo prende una posizione netta contro i continui rialzi dei tassi di interesse della Bce. A inizio giugno Panetta, che fa parte del direttorio della Banca centrale europea, in una intervista a Le Monde, sosteneva che la Bce era “non lontanadalla fine del suo rialzo dei tassi. E aveva notato che “l’inflazione è troppo alta, ma non c’è motivo di preoccuparsi.”

Non è evidentemente dello stesso parere, almeno sul piano delle politiche monetarie da adottare, la governatrice della Banca centrale europea. Christine Lagarde ha detto a chiare lettere che i tassi, e quindi il costo del denaro che le famiglie con i mutui, o le aziende con i finanziamenti, ricevono dalle banche salirà ancora. Adesso Panetta dovrà affrontare lo scenario da Palazzo Koch. Vi ha già lavorato per sette anni, fino al 2019, prima come vice direttore generale e poi come direttore generale.

Nomine, torna Figliuolo

Scegliendo il generale Francesco Paolo Figliuolo, la premier ha disinnescato una mina che aveva generato una pericolosa scossa all’interno dell’esecutivo settimana scorsa. Giovedì la nomina era slittata, assieme al resto dell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, compreso il disegno di legge in materia di sicurezza stradale. Una giornata di forti tensioni fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Uno scenario in cui si intrecciavano anche le diverse sensibilità sulla ratifica del Mes e le fibrillazioni per il caso Santanchè.

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Guido Bertolaso. Foto Ansa/Matteo Corner

C’era l’ipotesi Bertolaso

Al centro del braccio di ferro c’erano anche le nomine, e in particolare quella del Commissario per la ricostruzione in Emilia Romagna dopo l’alluvione, cosa che da settimane stava spaccando la politica italiana. Il leader leghista spingeva per una figura politica e Meloni per una tecnica. Questa volta il Consiglio dei ministri è filato liscio. A breve il dossier sul post alluvione in Emilia Romagna passerà al generale Figliuolo. Lo stesso a cui Mario Draghi aveva affidato il compito di raddrizzare la campagna vaccinale contro il Covid fra marzo 2021 e marzo 2022. Guido Bertolaso, oggi assessore al Welfare in Lombardia, era tra le figure che avrebbero potuto affrontare anche l’emergenza migranti. Ed era anche fra i candidati a guidare la ricostruzione in Romagna. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Ansa, il Governo lo avrebbe contattato in merito a questa possibilità ma Bertolaso avrebbe declinato l’offerta sulle nomine.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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