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Emilia Romagna, von der Leyen nelle zone alluvionate. La nomina del Commissario spacca la politica

Per Musumeci "non ora, c'è un anno di tempo". Scontro su Bonaccini. Ma nel 2012 a Monti bastarono 10 giorni per nominare Errani

Tensione politica in Emilia Romagna dopo che il Centrodestra si è espresso compatto contro la nomina del governatore Stefano Bonaccini (PD) a commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione. 

Si è trattato solo di un voto contrario a una mozione dei democratici in Consiglio regionale, tuttavia manifesta il malumore di fronte all’ipotesi che Palazzo Chigi voglia affidare l’incarico di responsabile della ricostruzione al presidente della Regione.

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Foto Twitter @vonderleyen

Romagna, danni per 7 miliardi

Uno scenario in realtà sempre più improbabile. È un braccio di ferro che tutti volevano evitare e che invece sta alzando la tensione sull’asse Roma-Bologna. In Regione cominciano a fare una conta dei danni. Si parla di “oltre 7 miliardi“. Ma basta pensare al fatto che per il terremoto del 2012 i danni ammontarono a oltre 13 miliardi per capire che anche per l’alluvione il conteggio potrebbe aggravarsi.

Giovedì 25 maggio arriveranno in Romagna la premier Giorgia Meloni (per la seconda volta dopo il 21 maggio) e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Sorvoleranno le aree alluvionate assieme a Stefano Bonaccini. Decolleranno da Bologna nel primo pomeriggio e al ritorno è previsto un punto stampa. Poi, mentre Bonaccini e von der Leyen proseguiranno in elicottero verso Cesena e Forlì, la premier tornerà nella Capitale per un Consiglio dei ministri convocato alle 18. Appena 48 ore dopo quello che ha varato misure e aiuti per “oltre due miliardi di euro secondo l’espressione di Meloni.

Nuovo Consiglio dei ministri

Quel testo è ancora in via di definizione: nelle ultime bozze diversi articoli sono in fase di verifica. Saranno comunque assegnati fino a 900 euro per le famiglie sfollate, ha annunciato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. Briciole. Che tuttavia sono importanti almeno come segnale di attenzione alla popolazione. Il nuovo Consiglio dei ministridovrà prendere ulteriori decisioni sulla gestione dell’emergenza nelle zone colpite dal maltempo” ha reso noto Palazzo Chigi. L’esecutivo pensa di estendere l’emergenza ai Comuni delle Marche e della Toscana, in particolare del Mugello fiorentino, colpiti anch’essi pesantemente dall’ondata di maltempo. Ma c’è chi non esclude nuove misure.

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Volontari ripuliscono dal fango una casa alluvionata a Ca’ di Lugo (Ravenna). Foto Ansa/Fabrizio Zani

Il Commissario della discordia sulla Romagna

Difficile, se non impossibile, che si proceda già con la nomina del commissario per la ricostruzione. Si diffonde nel Centrodestra l’idea che alla fine si opterà per un tecnico di area. “Non è all’ordine del giorno, siamo ancora nella fase dell’emergenza” ha chiarito in Parlamento Musumeci. “Di solito la fase di emergenza dura un anno, almeno questo è il periodo che ho previsto nell’ordinanza“. Dal territorio, invece, è forte la richiesta di fare in fretta, come dopo il sisma del 2012, quando il Governo Monti impiegò dieci giorni per incaricare l’allora governatore Vasco Errani, all’indomani della seconda scossa distruttiva.

In Consiglio regionale, a Bologna, il governatore Bonaccini non ha usato mezzi termini. “Servono risorse nell’immediato per ricostruire le strade, bloccare le frane, ripristinare gli argini. Bisogna fare queste cose prima dell’autunno, altrimenti – ha avvertito – non un evento straordinario ma uno ordinario ci metterà nei guai. Con questi tempi e questi livelli di dettaglio è possibile che queste opere possano essere progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?

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Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Foto Twitter @Agenzia_Ansa

La Lega non vuole Bonaccini

Poi il presidente del PD ha sottolineato che “come commissario in genere si nomina un presidente di Regione, come dicono colleghi del Centrodestra come Zaia, Occhiuto, Toti“. E ha aggiunto: “Bisogna occuparsi della Romagna, non degli equilibri politici delle nomine“. Dalla Lega assicurano che non c’è “nessun veto o antipatia nei confronti di alcuno” e si auspica “che la nomina avvenga al più presto“. Ma più fonti della maggioranza raccontano che è proprio il partito di Matteo Salvini quello più freddo verso Bonaccini, in linea con il fronte romagnolo di FdI. Di certo non la pensano così i governatori di Centrodestra. Per quello della Liguria, Giovanni Toti, “i poteri commissariali devono andare a chi ha un mandato popolare per poterli esercitare con piena legittimità“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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