NewsPrimo piano

Grecia, il naufragio dei migranti fra i più gravi di sempre: “Forse 600 morti, strage di bambini”

Atene ha proclamato il lutto nazionale per il peschereccio inabissato. Sono 104 i sopravvissuti. "Nella stiva c'erano 100 piccoli" dicono i testimoni

Mentre mezza Italia restava incollata agli schermi per seguire i funerali di Silvio Berlusconi, nelle stesse ore davanti alle coste della Grecia, in acque internazionali, avveniva un naufragio di migranti che è tra i più gravi di sempre nel Mediterraneo. Passano i giorni e il mare non restituisce altri corpi dopo i primi 78 riportati sul molo di Kalamata, nel Peloponneso. 

I naufraghi sopravvissuti sono 104 ma il disastro di Pylos, nel sud del Peloponneso, è ormai destinato ad entrare nella storia come una delle peggiori tragedie di migranti nel Mediterraneo. Con un bilancio che rischia di registrare “fino a 600 morti“. Molti dei quali non saranno mai recuperati dal fondo del mare. Un naufragio, quello della Grecia, peggiore, in termini di vite umane perdute, di quello al largo di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando perirono almeno 368 persone, sebbene non di quello del Canale di Sicilia dell’aprile del 2015. In quel disastro quasi 1.000 migranti andarono a picco sul loro peschereccio. E non furono mai più ritrovati.

migranti naufragio grecia peloponneso
Un naufrago soccorso a Kalamata, in Grecia. Foto Ansa/Epa Yannis Kolesidis

“Sulla barca erano in 750”

Non basta. Il naufragio dei migranti in Grecia sarà ricordato anche come una vera e propria ecatombe di bambini. Ce n’erano “almeno 100 chiusi nella stiva“, hanno raccontato i superstiti ai medici e ai volontari che li assistono. Il peschereccio Adriana naufragato, secondo i soccorritori è partito vuoto dall’Egitto, si è fermato nel porto libico di Tobruch per caricare i migranti e poi ha proseguito la sua rotta verso l’Italia.

Cento vite innocenti rimaste intrappolate nella pancia del peschereccio sprofondato negli abissi dell’Egeo. Le autorità greche del rieletto premier Kyriakos Mitsotakis sono travolte dalle polemiche. Non avrebbero risposto agli Sos che il peschereccio Adriana aveva lanciato: una barca fatiscente, un cimitero galleggiante. I soccorritori danno le prime stime della tragedia. “È possibile ci siano fino a 600 morti“, spiega Manolis Makaris, il medico responsabile dell’ospedale di Kalamata. “Tutti mi hanno confermato che a bordo c’erano 750 persone, tutti hanno fatto questo numero“, prosegue ricordando che finora 78 sono stati i corpi recuperati e solo 104 le persone tratte in salvo. Sono tutti uomini tra i 16 e i 40 anni – eccetto una donna – provenienti da Egitto, Pakistan e Siria.

Forti polemiche in Grecia

Un paziente mi ha parlato di un gran numero di bambini, circa 100 nella stiva” ha aggiunto poi il dottore lanciando un ulteriore drammatico allarme. E mentre ancora si prova a fare una stima dei morti non si arresta lo scontro sulle responsabilità del disastro. Le ricostruzioni divergono nettamente tra loro. L’attivista Nawal Soufi racconta di aver ricevuto, tra le prime, la richiesta di aiuto: “L’abbiamo segnalata alle autorità greche nelle prime ore del 13 giugno. I migranti viaggiavano da 5 giorni ormai senza acqua e con a bordo 6 cadaveri.”

naufragio grecia peloponneso
Il peschereccio stracolmo di centinaia di migranti, naufragato al largo della Grecia il 14 giugno. Foto Twitter @scandura

Bufera sulla Guardia costiera

La situazione si sarebbe complicata quando “una nave si è avvicinata all’imbarcazione, legandola con delle corde su due punti della barca e iniziando a gettare bottiglie d’acqua.Mettendo così in pericolo i migranti che temevano “che le risse a bordo per accaparrarsi l’acqua potessero causare il naufragio“. Non c’era poi, secondo l’attivista Nawal Soufi, la volontà di continuare il percorso verso l’Italia a tutti i costi, come riferito invece dalla Guardia costiera ellenica. La quale sostiene che i migranti avevano “rifiutato qualsiasi assistenza dichiarando di voler proseguire il viaggio” verso le coste italiane.

Una versione peraltro già smentita il 15 giugno dalla ong Alarm Phone, secondo cui la Greciaera ben consapevole di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata.” E tuttavia “non ha avviato un’operazione di salvataggio.” “Tre superstiti ci hanno raccontato che l’incidente è avvenuto quando la Guardia Costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda e stava provando a trainarlo. Allora, senza un apparente motivo, il peschereccio si è ribaltato“, ha dichiarato Kriton Arseni, rappresentante di Mera25, il partito politico di sinistra dell’ex ministro Yanis Varoufakis.

Le autorità marittime di Atene, però, sostengono che il motore dell’imbarcazione ha ceduto poco prima delle 23 di martedì e che questa si è poi rovesciata, affondando in circa 10-15 minuti. Per l’ammiraglio Nikos Spanos sarebbero stati i trafficanti a provocaredeliberatamente l’inclinazione che ha portato all’affondamento della nave.”

mitsotsotakis grecia polemiche naufragio
Il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis. Foto Twitter @kmitsotakis

I viaggi della morte costano molto

Martedì 13 giugno anche il Centro di coordinamento del soccorso marittimo dell’Italia aveva ricevuto un’email che indicava un barcone in difficoltà con a bordo circa 750 migranti. Accertato che si trovava nell’area di responsabilità greca, aveva contattato la Guardia costiera ellenica, fornendole tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso. Le autorità di Atene hanno arrestato circa 12 persone di origine egiziana accusate di essere i trafficanti. Si sarebbero fatte pagare tra i 4 mila e i 6 mila dollari per ogni migrante per quello che è diventato il viaggio della morte. Fino a venerdì 16 giugno in Grecia resta il lutto nazionale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio