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Festa della Repubblica, Mattarella ai prefetti: “Stato e territori devono fare rete”

Alla vigilia del 2 giugno il capo dello Stato si rivolge alle autorità invitandole a fare particolare attenzione all'attuazione del PNRR

In un messaggio ai prefetti in occasione della Festa della Repubblica, che si celebrerà il 2 giugno, Sergio Mattarella chiede di “fare rete tra Stato e Autonomie per vincere le sfide“. La preoccupazione del Presidente è legata in particolare alle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ma anche alle questioni ambientali e climatiche che stanno avendo un violento impatto sull’Italia.

Desidero esprimere la riconoscenza della Repubblica – prosegue il Capo dello Stato nel suo messaggio – per il prezioso contributo che offrite, nei diversi contesti territoriali.”. Un contributo offerto “alla concreta attuazione dei valori costituzionali di libertà, eguaglianza e solidarietà.”

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Sergio Mattarella, Foto Ansa/Quirinale Francesco Ammendola

Il messaggio di Mattarella

Poi Mattarella ha parlato della recente alluvione in Emilia Romagna (egli stesso si è recato nei giorni scorsi nelle zone alluvionate). “Ancora nelle scorse settimane, con instancabile impegno, in occasione dell’emergenza alluvionale che ha colpito così duramente l’Emilia-Romagna e territori della Toscana e delle Marche, i Prefetti hanno dato testimonianza della vicinanza solidale e operosa delle istituzioni ai bisogni e al dolore delle persone e delle comunità.” E lo hanno fatto “insieme agli enti regionali e provinciali. Ai Sindaci, alle Forze di polizia, ai Vigili del Fuoco, agli enti di soccorso.” Ma anche al mondo del volontariato, al fianco dei territori feriti dagli eventi.”

È il fare rete tra Stato, autonomie locali, istituzioni e componenti della società civile – ricorda il Presidente Mattarella – che consente di affrontare e superare le sfide e le crisi. Con uno sguardo che sappia, sempre, guardare oltre l’emergenza per dare risposte efficaci e durevoli ai cittadini.” “Il dotarsi di una visione condivisa, essere capaci di un lavoro ben coordinato, sono ingredienti indispensabili a questo fine. Così come la disponibilità a operare concordemente per un efficace utilizzo delle risorse disponibili. A partire da quelle messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in una logica di orizzonte ampio.”

Marginalità e disagio sociale

Sergio Mattarella ha quindi sottolineato “la vicinanza alle fasce più fragili della popolazione, alle situazioni di marginalità.” Questo per i prefetti è necessario al fine di “migliorare, a partire dai contesti più difficili, la qualità della vita nei territori.” Sempre però riservando “un’attenzione particolare ai fenomeni di degrado e alle situazioni di disagio sociale. Soprattutto dei giovani e degli anziani. È un tema che interpella le Prefetture, con effetti positivi sulla coesione sociale e la sicurezza delle comunità“.

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Le Frecce Triclori sorvoleranno di nuovo Roma in occasione della Festa della Repubblica. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Mattarella e il lavoro

Infine per il presidente della Repubblica conta che i prefetti abbiano ben chiaro il valore di alcuni aspetti del loro agire. Ossia “la mediazione sociale, l’ascolto e il dialogo con tutti gli attori“. Si tratta di elementi che sono preziosi “per affrontare la questione del lavoro oggi, per l’affermazione della legalità, nel contrasto a ogni forma di sfruttamento, assicurando ogni sforzo per elevare la sicurezza delle condizioni lavorative“. Occorre per Mattarella “promuovere la realizzazione in concreto dei principi di buon andamento e di imparzialità, favorendo la cooperazione burocratica e il funzionamento degli apparati pubblici.” È questo in fondo un “compito di impulso – ha ricordato il capo dello Stato – che appartiene di buon diritto alle Prefetture, Uffici territoriali del Governo“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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