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Mattarella, l’abbraccio alla Romagna. E Musumeci innesca la polemica

"Il Presidente arriva dopo il Governo, che non è stato invitato" dice. "Non si invita per prassi ma tutti sono benvenuti" la replica del Quirinale

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato nell’Emilia Romagna alluvionata. A Cesena ha incontrato i volontari, che alla scuola Don Milani hanno allestito un centro di raccolta di beni di prima necessità per le vittime dell’alluvione.

Ad accogliere il presidente sono stati il sindaco Enzo Lattuca e il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Mattarella si è fermato per salutare i bambini nel cortile della scuola, dove è stato esposto uno striscione con la scritta I care (mi sta a cuore). Si tratta del motto di impegno civico caro al priore di Barbiana al quale la scuola è dedicata.

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Cesena. Foto Ansa/Quirinale Francesco Ammendola

Non ho parole per ringraziarvi” ha detto Sergio Mattarella rivolto ai volontari che da due settimane spalano detriti e fango dai luoghi alluvionati, laddove è possibile. “Quello che avete fatto è di una straordinaria importanza, è un esempio di solidarietà e di impegno comune e generosa disponibilità“. Uno dei volontari ha donato al capo dello Stato un’uniforme, un giubbino arancione. “Questo è un omaggio, è una protezione per tutti noi e vogliamo condividerla con lei” ha detto.

Mattarella: “Ricostruzione sia rapida

Al capo dello Stato è stato donato anche un gilet giallo utilizzato da chi presta soccorso, con la scritta tin bota (tieni duro). Come è noto, si tratta dell’incoraggiamento in dialetto romagnolo diventato lo slogan della resistenza dopo l’alluvione. Dopo Cesena, Mattarella è arrivato a Ravenna, la città dove per diversi giorni le periferie sono state allagate da fiumi e canali. Il capo dello Stato è stato accolto dal prefetto di Ravenna Castrese de Rosa e insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini è entrato in prefettura.

Tutta l’Italia vi è vicina e non sarete soli nella ricostruzione che deve essere veloce“. Così il Presidente parlando da Forlì. “Questa è una piazza che ha visto tanti momenti importanti e questo è un momento impegnativo e difficile. Ho visto quanto ci sia da riprendere con coraggio ed impegno e so che ce la farete perché questa è la volontà di queste contrade. Tutta l’Italia vi è vicina e non sarete soli nella ricostruzione che deve essere veloce. C’è l’esigenza che si rilanci. È un’esigenza nazionale e potete essere certi che ci sarà tutto l’appoggio costante“.

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Il ministro Nello Musumeci. Foto Ansa/Ciro Fusco

La polemica di Musumeci

A fronte della visita di Mattarella è apparsa ad alcuni una stonatura incomprensibile la polemica innescata dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ai microfoni di Rainews24. “Sono contento che anche il Presidente della Repubblica sia oggi sui luoghi alluvionati, come ha fatto tutto il Governo e come ha fatto per due volte la presidente del Consiglio. Peccato che oggi non ci sia nessuno del Governo a illustrare al Capo dello Stato le criticità, nessuno è stato invitato. Non fa niente, l’importante è arrivare ai risultati”.

La replica di Giovanni Grasso

A chi gli chiedeva perché in Emilia Romagna con Sergio Mattarella non c’è nessun rappresentante del Governo, Musumeci ha replicato: “questo non lo so, nessuno è stato invitato“. Pronta la secca replica del consigliere per la stampa del Quirinale, Giovanni Grasso. “Il presidente della Repubblica nelle visite nei territori italiani non impone la presenza di esponenti del Governo. Essa, peraltro, è sempre gradita dal Presidente Mattarella. È così da sempre, dall’inizio del primo settennato“. “Il Quirinale in occasioni del genere non ha mai fatto inviti. Ma se qualcuno vuol venire è benvenuto“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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