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Gentiloni: “L’economia italiana cresce”. Ma i mutui sono cari e gli affitti impossibili

Le stime europee sul Pil 2023 galvanizzano il Governo che però è in carica da soli 7 mesi e non sa come spendere i fondi del PNRR

Orizzonti positivi per l’economia del nostro Paese, secondo le previsioni di Bruxelles. “Nell’anno in corso proiettiamo per l’Italia la crescita più alta tra le maggiori economie europee, credo che non avvenisse da molto tempo” ha dichiarato il 15 maggio il commissario europeo all’Economia, ed ex premier italiano, Paolo Gentiloni.

Il commissario ha presentato le previsioni di primavera dell’esecutivo europeo. “L’Italia ha avuto una crescita negli ultimi tre anni pari al 12%, molto significativa, che certamente era successiva a una crisi del -9% durante la pandemia“. Ma comunque “la crescita è stata molto significativa“.

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Il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. Foto Twitter @tg2rai

Economia, le previsioni

Entusiasta del quadro dell’economia il vicepremier Antonio Tajani. Su Twitter afferma: “Le previsioni della Commissione Europea danno in Italia +1,2% del Pil per l’anno 2023“. Ma anche “+1,1% per il 2024 e disoccupazione in calo al 7,8% nel 2023.” Il debito pubblico rimarrà “stabile.” L’impegno del Governo “continua nel sostenere imprese e lavoratori favorendo il rilancio dell’Italia“. Naturalmente si tratta di meriti che non possono essere ascritti al Governo Meloni per intero, considerato che l’esecutivo è in carica da meno di 7 mesi.

E alle luci seguono le ombre. Le persistenti pressioni sui prezzi fanno infatti rivedere al rialzo le previsioni della Commissione europea sull’inflazione nell’eurozona, attesa ora al +5,8% nel 2023, rispetto al +5,6% delle stime di febbraio. In Italia l’inflazione si attesterà quest’anno al +6,11% e nel 2024 al +2,9%: valori superiori a quelli medi della Ue.

Non c’è recessione ma inflazione

L’economia dell’Ue ha evitato la recessione” ha precisato Gentiloni. “Si è espansa nel primo trimestre e continuerà a crescere moderatamente“. “I fattori chiave alla base di questa previsione vanno in direzioni opposte” ha segnalato. “Da un lato, il calo dei prezzi dell’energia e la tenuta del mercato del lavoro e, dall’altro, l’inasprimento delle condizioni finanziarie“. “L’inflazione complessiva si sta riducendo rapidamente, ma l’inflazione-core (quella che esclude le componenti dell’energia e degli alimenti non lavorati, ndr) rimane elevata” ha detto l’ex premier italiano.

Debito e mutui

Alle previsioni malgrado tutto non negative della Commissione europea sull’economia dell’Italia si deve però aggiungere l’ultimo dato disponibile sul debito pubblico nostrano. Ossia il secondo più alto in Europa – pari al 144% del Prodotto interno lordo, cioè della ricchezza che il nostro Paese ogni hanno produce – dopo quello della Grecia.

A marzo il debito è salito di +17,8 miliardi rispetto al mese precedente, sfiorando i 2.790 miliardi di euro. Lo ha comunicato Bankitalia precisando che il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, pari a 31,3 miliardi, continua a crescere. Non si arresta, nel frattempo, la risalita dei tassi d’interesse sui mutui, che secondo i dati di Palazzo Koch a marzo hanno segnato il +4,36%, dal +4,12% di marzo. Significa che per chi vuole acquistare una casa accedendo a un prestito bancario dilazionato nel tempo i costi aumentano.

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Il ministro italiano dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Foto Ansa/Epa Kazuhiro Nogi

Ecco una simulazione di MutuiOnline.it. Ipotizziamo che un impiegato 40enne chieda in banca una somma di 100mila euro con mutuo a rate per 30 anni, per un valore dell’immobile pari a 200mila euro. Le migliori offerte mutuo prima casa, a tasso fisso e variabile, calcolate alla data dell’11 maggio, vanno da 421 euro al mese a 562 euro, a seconda della banca e delle condizioni che offre. Dati gli stipendi medi odierni si tratta di cifre alte. Che non sembrano affatto destinate a scendere nell’arco delle prossime settimane.

Il PNRR e l’economia italiana

Come se tutto ciò non bastasse, l’economia del nostro Paese deve affrontare il problema del caro affitti, soprattutto per i giovani, e la questione del PNRR. A due anni dalla sua implementazione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sta mettendo a dura prova il Governo Meloni. “Il sistema Italia non è in grado di mettere a terra tutti i progetti del PNRR” ha dichiarato alla Stampa lo scorso aprile il ministro della Difesa, e braccio destro di Giorgia Meloni, Guido Crosetto. “Bisogna prendere solo le risorse che siamo in grado di spendere“. Al di là del fatto che poi Crosetto si sia detto frainteso dal quotidiano torinese, la sostanza resta: il Governo Meloni è in difficoltà sul PNRR e l’Italia rischia di perdere i fondi europei.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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