MondoNewsPrimo piano

Premio Pulitzer per i reportage sull’Ucraina e sul caso Floyd

Il maggiore riconoscimento giornalistico Usa, uno dei più ambiti al mondo, ai fotografi dell'assedio di Mariupol e non solo

Sono 4 giornalisti ucraini dell’Associated press (Ap), due uomini e due donne, ad aver vinto il Premio giornalistico Pulitzer 2023 per il servizio pubblico, ossia il più prestigioso di tutti i Pulitzer. Si tratta di Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnant: sono fotografi, visual journalist e producer, qualcuno anche romanziere.

Alla base della motivazione del Premio, i loro coraggiosi reportage in Ucraina da Mariupol sotto assedio russo, e poi conquistata, nel 2022. L’Ap ha vinto un Pulitzer anche per la copertura fotografica della guerra – premiata anche col World Press Photo – mentre lo staff del New York Times si è aggiudicato il premio International Reporting per la sua “risoluta copertura dell’invasione russa dell’Ucraina, compresa un’indagine di 8 mesi sulle morti ucraine a Bucha“.

premi pulitzer reportage assedio mariupol
Assedio russo a Mariupol, Ucraina, 2022. Foto Twitter @AP

Premio, i giornali Usa

Anche altri importanti media americani hanno ricevuto riconoscimenti dalla giuria dello statunitense Premio Pulitzer. Fra questi il The Wall Street Journal, per un documento investigativo sui conflitti di interesse nelle agenzie federali. Ma anche il Washington Post, per l’inchiesta di un suo giornalista sulle restrizioni al diritto all’aborto. E infine il Los Angeles Times per aver portato alla luce una conversazione privata tra leader politici della città californiana che facevano commenti razzisti.

Il Washington Post ha vinto anche un premio per gli scritti del giornalista Eli Salow sulle persone colpite dalla pandemia, dalle dipendenze o dalla disuguaglianza. Mentre il Los Angeles Times ha vinto anche un altro premio, nella sezione fotografia, per un reportage su una donna incinta e senzatetto. Tra i grandi vincitori c’è anche AL.com: un punto vendita digitale dell’Alabama che ha vinto due premi. Il primo per le rubriche sulla storia confederata dello Stato e i suoi effetti oggi; il secondo per una serie di reportage sulle cattive pratiche di un corpo di polizia locale. Il premio per l’informazione locale è stato condiviso con una giornalista del quotidiano Mississippi Today per la sua indagine sulla corruzione di un ex governatore.

premio pulitzer libro george floyd
Un uomo con in mano una fotografia di George Floyd. Foto Twitter @askanews_ita

Il caso George Floyd

Fra i vincitori del Premio Pulitzer ci sono inoltre i giornalisti-scrittori Robert Samuels e Toluse Olorunnipa, autori del libro His Name Is Geroge Floyd. È la storia dell’afroamericano 46enne ucciso a Minneapolis da un agente di polizia bianco il 25 maggio 2020 dopo un fermo per strada. Nel 2021 il tribunale della città del Minnesota ha condannato per omicidio Derek Chauvin con una sentenza storica che il presidente Usa, Joe Biden, ha definito “un passo avanti contro il razzismo“. Il caso Floyd ha dato origine al movimento anti razzista internazionale Back Lives Matter.

Maloletka e la foto della donna incinta

Tornando ai giornalisti ucraini che hanno vinto il Pulitzer, c’è da sottolineare che meno di un mese fa Evgeniy Maloletka ha vinto anche il World Press Photo 2023. Il fotografo dell’Associated Press ha ricevuto il premio dell’anno per la straziante fotografia di una donna incinta su una barella. La donna ha le mani sul ventre insanguinato. I soccorritori la trasportano tra le macerie dell’ospedale di Mariupol, dopo un attacco russo il 9 marzo 2022. “Questa storia rimarrà sempre con me” ha detto Maloletka. Lo scatto, Mariupol Maternity Hospital Airstrike, del 9 marzo 2022 mostra l’orrore della guerra in Ucraina. La donna, Iryna Kalinina, 32 anni, è morta mezz’ora dopo aver partorito il corpo senza vita del suo bambino, Miron.

Evgeniy Maloletka foto Matiupol premio
L’immagine con cui Evgeniy Maloletka (Ap) ha vinto il World Press Photo 2023

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio