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Ucraina, Prigozhin attacca Gerasimov e Shoigu: “Non ci date munizioni, ci ritiriamo da Bakhmut” [VIDEO, IMMAGINI FORTI]

Il capo dei mercenari di Putin lamenta una carenza di proiettili del 70% e imputa la morte dei suoi uomini ai vertici delle forze armate

Nell’Ucraina invasa dai russi è forse a un punto di rottura il rapporto già molto difficile fra Yevgeny Prigozhin e i vertici delle forze armate di Mosca. Nell’ennesimo video di protesta questa volta le parole del capo del gruppo Wagner – i mercenari al servizio di Putin – non lasciano adito a molti dubbi, sebbene possano essere, almeno in parte, un bluff. 

Prigozhin denuncia la forte carenza di munizioni di cui soffre la sua milizia. E si scaglia contro i vertici militari russi, accusandoli della morte dei suoi uomini sul campo di battaglia in Ucraina. Nel video, diffuso sul canale Telegram del suo servizio stampa, riporta Ukrainska Pravda, l’ex cuoco dello ‘zar’ dichiara di soffrire “una carenza di munizioni del 70%“.

Prigozhin, Gerasimov, Putin e Shoigu
Da sin., Prigozhin con accanto Gerasimov, Putin e Shoigu. Foto Ansa/Epa VelvetMag

Il destino di Bakhmut

Parte poi all’attacco della leadership dell’esercito regolare russo accusando il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi miliziani. Il fondatore della Wagner, uno degli eserciti ‘privati’ più grandi del mondo, si è fatto riprendere in piedi di fronte ai corpi di dozzine di quelli che sostiene essere i suoi combattenti uccisi nella guerra della Russia con l’Ucraina. E ha lanciato una sfida carica di imprecazioni alla leadership militare russa.

Shoigu, Gerasimov, dove sono le munizioni?” dice nel filmato Prigozhin, rivolgendosi brutalmente al ministro della Difesa russo e il capo delle forze armate russe. “Il sangue è ancora fresco“, accusa indicando i corpi dietro di lui. “Sono venuti qui come volontari e stanno morendo così potete star seduti come gatti grassi nei vostri uffici di lusso.” Il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria dell’Unione sovietica sul nazismo che ogni anno la Russia celebra, la Wagner si ritirerà da Bakhmut ha poi annunciato Prigozhin in un successivo video. Cederà le sue posizioni all’esercito russo.

Controffensiva ucraina, coprifuoco a Kherson

Naturalmente bisognerà capire se davvero la Wagner si ritirerà, alla fine. Di certo, sul fronte di Bkahmut, in Donbass, e in tutta l’Ucraina, la guerra non si ferma. Anzi sembra destinata a giungere, nel volgere di pochi giorni, a una possibile drastica svolta. Sarebbe infatti alle ultime battute la preparazione di una controffensiva in grande stile delle forze di Kiev, dagli esiti incerti, ma di fronte alla quale i russi potrebbero cedere dovendo cominciare a ritirarsi. Di certo è in programma dalle 20 del 5 maggio alle 6 dell’8 maggio il coprifuoco totale su Kherson, da parte ucraina, in vista dell’avvio vero e proprio della controffensiva.

“Violenze sui bimbi deportati”

In tutto questo risuona ancora più forte il grido di dolore della popolazione dell’Ucraina invasa da quasi 15 mesi. A cominciare da quello dei bambini. In un rapporto dell’Ocse (Organizzazione per cooperazione e la sicurezza in Europa) gli esperti sostengono che “gli effetti cumulativi delle molteplici violazioni ai danni dei bambini ucraini deportati danno origine a preoccupazioni molto serie“. Timori fondati “sul fatto che i diritti di questi bambini a essere liberi da torture e maltrattamenti o trattamenti inumani o degradanti siano stati violati“. Ad aver compilato la relazione, che l’Ansa ha visionato, è stato un team di esperti forensi internazionali che ha presentato il documento ai 56 membri del Consiglio Permanente dell’Osce a Vienna, il 4 maggio.

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Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, (a destra) con il suo omologo cinese Qin Gang. Foto Ansa/Epa ministero degli Esteri russo

Il ruolo della Cina

Sul fronte diplomatico assorbe ancora le attenzioni il presunto ruolo di mediazione internazionale intrapreso dalla Cina di Xi Jinping. Pechino continuerà “a facilitare i colloqui per la pace. Ed è pronta a mantenere la comunicazione e il coordinamento con la Russia per dare un contributo concreto a una soluzione politica della crisi” in Ucraina . Così il ministro degli Esteri Qin Gang all’omologo russo Serghei Lavrov, in un incontro avuto il 4 maggio in India. Resta da capire se la Cina intenda o meno parlare anche con gli Usa, i protettori di Kiev, senza un’intesa coi quali appare difficile che la guerra in Ucraina cessi presto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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