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Elezioni amministrative 2023: quando si vota, le sfide più importanti

Centinaia i Comuni in cui le urne saranno aperte. Diciassette i capoluoghi di provincia: da Brescia e Pisa e da Trapani a Vicenza

È conto alla rovescia per le elezioni amministrative di domenica 14 e lunedì 15 maggio. Sono oltre 700 i Comuni coinvolti, sparsi su tutto il territorio nazionale.

Nella maggior parte delle città si voterà il 14 e il 15 maggio, con l’eventuale secondo turno di ballottaggio fissato per le giornate del 28 e del 29 maggio. In altri, invece, il primo turno si terrà direttamente a fine maggio.

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Elezioni amministrative in oltre 700 Comuni d’Italia. Foto Twitter @angelo_perfetti

Città con oltre 100mila abitanti

Secondo i dati del Viminale, gli elettori chiamate alle urne superano quota 6 milioni. Di questi molti sono i cittadini dei 17 capoluoghi di provincia che andranno al voto per scegliere il nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale. Tra questi ce ne sono 7 che superano i 100mila abitanti. Si tratta di Ancona, l’unico capoluogo di Regione interessato dalle elezioni, Catania, Brescia, Latina, Siracusa, Terni e Vicenza.

Come detto, la maggior parte dei Comuni coinvolti andrà alle urne nelle giornate di domenica 14 e di lunedì 15 maggio. Nel caso in cui le elezioni non permettessero di assegnare subito la vittoria a un candidato sindaco, i ballottaggi si terranno esattamente a due settimane dal primo voto. Ovvero domenica 28 e lunedì 29 maggio. Tutto questo vale però solo per i centri che superano i 15mila abitanti.

Quando e dove si vota

Si vota, in ogni Comune, dalle 7 alle 23 durante la domenica e dalle 7 alle 15 durante il lunedì. In Sardegna e in Sicilia il primo turno si svolgerà invece il 28 e 29 maggio. È chiaro che, laddove necessario, il secondo turno di ballottaggio delle elezioni scalerà a domenica 11 e lunedì 12 giugno. Situazione ancora diversa per il Trentino-Alto Adige e il comune valdostano di Valtournenche, dove si vota domenica 21 maggio. In questi casi il turno dell’eventuale ballottaggio è previsto per il 4 giugno.

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La Mole Vanvitelliana di Ancona, unico capoluogo di regione al voto il 14 e 15 maggio. Foto Twitter @CinziaC19

Al voto per la prima volta

La maggior parte dei Comuni che andranno a elezioni sono piuttosto piccoli, con una popolazione compresa fra i 3mila e i 10mila abitanti. La Sicilia è la Regione con il maggior numero di Comuni che vanno al voto (128) e quella dove c’è anche la città più grande: Catania. In questa tornata ci sono municipi che andranno per la prima volta alle urne.

Si tratta di Moransengo-Tonengo e Bardello con Malgesso e Bregano: due comuni istituiti a gennaio 2023 come frutto di fusione di frazioni. Il primo è in provincia di Asti, il secondo di Varese. Ecco invece i 17 capoluoghi di provincia interessati (tra cui Ancona che è anche l’unico capoluogo regionale): Ancona, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza.

Elezioni in Sicilia

Le date ufficiali per le elezioni amministrative in Sicilia – regione a Statuto speciale – sono quelle del 28 e del 29 maggio. Così ha deciso la giunta siciliana lo scorso 2 febbraio. Non ci sarà, dunque, nessun allineamento, con la tornata elettorale nazionale, prevista per il 14 e 15 maggio. In Sicilia si voterà domenica 28 dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 29 dalle ore 7 alle ore 15, con eventuale turno di ballottaggio previsto nelle giornate dell’11 e 12 giugno prossimi. Saranno 129 i Comuni chiamati alle urne tra cui anche 4 capoluoghi di provincia. Si tratta di Catania (incluse sei circoscrizioni di quartiere), Ragusa, Siracusa e Trapani. In 114 amministrazioni si voterà con il sistema maggioritario, in altre 15 col proporzionale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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