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Capovani, decine di migliaia di persone in tutta Italia alle fiaccolate per la dottoressa uccisa

Da Torino a Roma, passando per Pisa, la città della psichiatra assassinata, fino a Palermo e Bari, medici e operatori sanitari chiedono protezione e rispetto

Circa 10mila persone solo nella sua Pisa, e poi molte altre migliaia in tante città dal Nord al Sud dell’Italia hanno partecipato alle fiaccolate in contemporanea, alle 20 del 3 maggio, nel nome di Barbara Capovani.

Cortei per ricordare la dottoressa pisana brutalmente assassinata da un suo ex paziente il 21 aprile scorso si sono svolti anche a Roma, Milano, Torino, Genova, Palermo, Bari, Bologna, San Benedetto del Tronto, Siracusa, L’Aquila, solo per citarne alcune.

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Diecimila persone a Pisa per la fiaccolata in ricordo di Barbara Capovani. Foto VelvetMag

Anche bambini in corteo per Capovani

Una folla silenziosa ha detto basta alla violenza contro operatori sanitari, infermieri e medici. E in particolare contro gli psichiatri anche all’interno degli ospedali, come è avvenuto alla dottoressa Capovani, la cui morte ha scioccato tutta l’Italia. Nella città della Torre un lungo e silenzioso corteo dietro una corona di fiori con la scritta Per Barbara è stato guidato da colleghi di Capovani e rappresentanti delle professioni sanitarie. Presenti anche dirigenti sindacali e politici. Hanno partecipato persone di ogni età, giovani, coppie, famiglie con bambini piccoli, volontari delle associazioni di pubblica assistenza. Sono giunti cittadini da varie parti della Toscana, fra cui Siena e Firenze.

La fiaccolata si è snodata da Piazza Vittorio Emanuele II fino al Ponte di Mezzo sull’Arno, alla Piazza dei Cavalieri, sede della Scuola Normale, e poi ancora alla Piazza dei Miracoli. Passando di fronte ai marmi lucenti della Torre, della Cattedrale e del Battistero, rischiarati dalle fiaccole per la dottoressa, i pisani si sono diretti all’interno della storica cittadella ospedaliera del Santa Chiara, fino al padiglione di Psichiatria, che Barbara Capovani dirigeva.

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La partenza del corteo pisano per Barbara Capovani. Foto VelvetMag

E all’esterno del quale è stata aggredita a colpi di oggetto contundente. Dopo due giorni di coma, Capovani è morta domenica 23 aprile. Per sua volontà espressa in vita la famiglia ha disposto la donazione degli organi, che ha consentito di salvare due vite, fra cui quella di un bambino. Il suo aggressore, un ex paziente, Gianluca Paul Seung, 35 anni, è in carcere e dovrà affrontare un processo per rispondere dell’accusa di omicidio premeditato.

I medici: “Rispetto per chi cura

Quella di Pisa è stata “una mobilitazione enorme per una persona speciale che spero potrà servire per risolvere il problema della sicurezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie” ha detto il sindaco Michele Conti. Sono state decine in tutta Italia le manifestazioni di psichiatri, professionisti della salute mentale, medici e operatori sanitari. Quasi duemila i lavoratori della sanità scesi in piazza a Genova. “Rispetto per chi cura” recitava uno striscione che ha aperto il serpentone di camici bianchi. A Roma diverse centinaia, se non migliaia, i professionisti che si sono ritrovati a piazza dell’Esquilino per una fiaccolata in memoria di Barbara Capovani.

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La fiaccolata di Roma. Foto Ansa/Massimo Percossi

Barbara Capovani e Paola Labriola

Le fiaccolate del 3 maggio, organizzate con il sostegno degli Ordini provinciali dei Medici e della Società italiana di psichiatria (Sip) insieme a diverse altre società professionali e scientifiche, hanno avuto l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. Il tema è quello della violenza nei luoghi di lavoro della sanità: dagli ospedali agli ambulatori, con particolare riguardo a quelli adibiti alla cura e alla riabilitazione di chi soffre di disturbi mentali. A Bari la fiaccolata in memoria di Barbara Capovani è stata l’occasione per ricordare anche la dottoressa Paola Labriola, uccisa 10 anni fa nel capoluogo pugliese. Anche in questo caso da una persona che stava cercando di aiutare.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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