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Salute: Schillaci vuole riformare il Servizio Sanitario Nazionale, ma l’Italia è ancora ‘ospedalocentrica’

L'emergenza Covid è passata e le mascherine restano in ospedale e Rsa. Non si investe abbastanza, tuttavia, su prevenzione e medicina del territorio

La cerimonia di consegna delle medaglie al “Merito della Sanità Pubblica” e ai “Benemeriti della Salute Pubblica” si è svolta al mattino del 27 aprile al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Nel corso della cerimonia è intervenuto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, annunciando che l’obbligo di utilizzo delle mascherine anti Covid resterà nelle Rsa (Residenze sanitarie assistite per gli anziani), nei reparti ospedalieri di malattie infettive e nei Pronto soccorso degli ospedali. “Adottare tutte le misure necessarie per modernizzare e rendere più efficiente la nostra sanità pubblica” è l’impegno ribadito dal ministro della Salute.

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Il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Salute prima di lavoro e sicurezza

Dobbiamo riuscire a garantire a tutti i cittadini, senza distinzione di reddito, area geografica e grado di istruzione, la possibilità di ricevere le migliori cure. E di riceverle in tempi congrui. Troppo spesso per i cittadini meno abbienti – ha aggiunto Schillaci – le attese si traducono in rinunce alle cure, non lo possiamo più consentire“. Di sicuro, ha rilevato, “è cambiata la percezione e la consapevolezza della centralità della salute“. E “un recente sondaggio Ipsos ha rivelato che per gli italiani la priorità, oggi, è la tutela della salute che per la prima volta assume più rilevanza della sicurezza e del lavoro. Come era invece sempre stato fino a prima dell’era Covid“.

Riforma del Servizio sanitario

La sanità, durante l’emergenza pandemica del Covid-19 (2020-2022), “ha mostrato tutta la sua resistenza, ma anche segnali di cedimento. Oggi – ha evidenziato il ministro della Salute – siamo impegnati in un’operazione di riforma del Servizio Sanitario Nazionale per dare pieno compimento a quei principi di universalità, uguaglianza ed equità che animano e sempre animeranno la nostra sanità pubblica“.

Oggi – ha proseguito il ministro Schillaci – non può passare sotto traccia la morte della psichiatra Barbara Capovani crudelmente uccisa da un suo ex paziente. Una morte che ci impone di percorrere tutte le strade disponibili per fermare la violenza contro il personale sanitario che ogni giorno con dedizione e sacrificio lavora al benessere della nostra società.”

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Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano. Foto Ansa/Alessandro Lettieri

Garattini: “No al mercato della salute

A proposito della riforma del Servizio Sanitario Nazionale, a VelvetMag il noto farmacologo Silvio Garattini, aveva sottolineato il valore della prevenzione per la salute dei cittadini. “Una parola dimenticata nel Servizio Sanitario Nazionale, perché dà fastidio al mercato della medicina” aveva dichiarato il fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. “Le malattie sono la sconfitta della medicina. Dobbiamo cambiare il Servizio Sanitario Nazionale: destatalizzarlo, slegarlo dalla burocrazia e dalla politica, renderlo agile, duttile. Fare in modo che alla fine assomigli a una fondazione senza scopo di lucro, per una società delle persone.”

Secondo Garattini, che nel 2021 ha scritto il libro  Il futuro della nostra salute – il Servizio Sanitario Nazionale che dobbiamo sognare (Edizioni San Paolo), “un medico di base non può occuparsi da solo della salute di 1500 pazienti. Prevenzione e medicina del territorio evitano l’ospedalizzazione. Si dovrebbe anche incrementare la telemedicina, gestibile a distanza, in modo da diminuire il ricorso dei pazienti agli stessi ambulatori. Ma tutto ciò va contro la nostra struttura ospedalocentrica che è funzionale al mercato della medicina.”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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