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Il 25 Aprile della destra di Governo: La Russa con Mattarella, ma poi va a Praga

Nel giorno della liberazione dal nazifascismo, la seconda carica dello Stato, ex membro del Msi, celebrerà l'eroe antisovietico Jan Palach

Martedì, 25 aprile, l’Italia celebra il 78° anniversario della Liberazione dal nazifascismo per la prima volta sotto un Governo di destra-centro guidato da un partito post fascista. Alla guida dell’esecutivo c’è per la prima volta nella storia del nostro Paese una donna premier, Giorgia Meloni, e il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, è Ignazio La Russa.  

Entrambi sono ex esponenti di Alleanza Nazionale. La Russa era già stato membro del Movimento sociale italiano, che dopo la fine della seconda guerra mondiale sorse dalle ceneri del partito fascista di Benito Mussolini.

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Sergio Mattarella, Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Foto Ansa/Quirinale

La Russa sul 25 Aprile

In un contesto come questo il 25 Aprile 2023 si è caratterizzato più del solito per le roventi polemiche a diversi giorni dalla sua celebrazione. Polemiche per le parole di Ignazio La Russa che, in un colloquio con Repubblica, ha detto che nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo. “Ho letto l’articolo di Repubblica con richiamo in prima pagina dal titolo ‘L’antifascismo non è nella Costituzione’” ha dichiarato il presidente del Senato in un comunicato stampa il 21 aprile.

Ringrazio il giornalista che ha lecitamente trasformato in ‘colloquio’ un veloce scambio di parole avvenuto alla buvette del Senato e ripreso in maniera corretta e testuale dall’agenzia di stampa Ansa. Mi preme però sottolineare che, come riportato anche dalla stessa agenzia, il mio riferimento non era all’antifascismo ma all’assenza in Costituzione della parola ‘antifascismo’, essendo i valori della Resistenza, a cui mi sono esplicitamente richiamato, espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Con tale dovuta e necessaria correzione, ritengo venga meno qualsiasi interpretazione contraria al mio pensiero. Il 25 Aprile ho modificato gli impegni internazionali assunti da tempo e sarò all’Altare della Patria a fianco del presidente della Repubblica“.

Jan Palach, eroe contro l’invasione russa

Nell’agenda del presidente di Palazzo Madama si legge che La Russa il 25 Aprile si recherà al campo di concentramento di Theresienstadt (Praga). La mattina si recherà all’Altare della Patria poi partirà alla volta di Praga, la Capitale della Repubblica Ceca, per partecipare alla riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi Membri dell’Unione europea. Poi alle 15 sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona, al Monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao. Jan Palach si dette fuoco a 20 anni a Praga nel 1969 per protestare contro l’invasione dei carri armati sovietici.

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Bologna liberata il 21 aprile 1945, città Medaglia d’oro per la Resistenza. Foto Twitter @Iperbole_

Flick: “25 Aprile è rifiuto del fascismo

La Repubblica è nata da una Liberazione che è frutto non solo di una Resistenza che combatteva accanto alle forze Alleate contro il nemico occupante. Ma anche per il rifiuto del fascismo, della sua ideologia e contro i venti anni di dittatura fascista“. Così Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte costituzionale sul 25 Aprile. A firmare la Costituzione sono stati “un Capo provvisorio dello Stato liberale, De Nicola, un Presidente del Consiglio democristiano, De Gasperi, e un Presidente dell’Assemblea costituente, ebreo e comunista, Terracini.”

“È frutto di un’Assemblea costituente nella quale erano presenti una componente liberale, azionista e repubblicana, una democristiana e una socialcomunista. Discutere oggi se la Costituzione avesse o non avesse connotazioni esplicite di antifascismo è più un tema da filosofi o da linguisti. Non mi sembra un tema adatto e importante in questo momento nel nostro Paese che ha bisogno di coesione di tutti per andare avanti“, ha aggiunto Flick in polemica con La Russa.

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Commemorazione di Jan Palach a Praga nel 50° anniversario del sua autoimmolazione. Foto Ansa/Epa Martin Divisek

Elly Schlein e l’Anpi

Circa il 25 Aprile il presidente del Senatoha detto che l’antifascismo non è in Costituzione. Noi diciamo che l’antifascismo è la nostra Costituzione“, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. “Nella XII disposizione finale della Costituzione è scritto: ‘È vietata la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista” ha sottolineato il presidente dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo. “La Russa gioca con le parole – attacca Pagliarulo – la Costituzione è antifascista come antifascisti furono tutti i costituenti“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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