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Ucraina, Stoltenberg a Kiev. E Mattarella mette in guardia dal nazionalismo

Il premio World Press Photo 2023 a Evgeniy Maloletka che ha ritratto la donna incinta sulla barella all'ospedale bombardato di Mariupol

Il posto dell’Ucraina è nella famiglia euro-atlantica. Il posto dell’Ucraina è nella NATO. E nel tempo, il nostro sostegno contribuirà a renderlo possibile“. Lo ha affermato il segretario generale Jens Stoltenberg nel corso della sua visita a sorpresa a Kiev, il 20 aprile.

Stoltenberg ha sottolineato che l’iniziativa di sostegno pluriennale aiuterà l’Ucraina a passare dagli equipaggiamenti e dalle dottrine dell’era sovietica agli standard della NATO. Ma anche a garantire la piena interoperabilità con l’Alleanza atlantica, definendola “una testimonianza dell’impegno a lungo termine della NATO nei confronti dell’Ucraina“.

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Jens Stoltenberg e Sergio Mattarella. Foto Ansa/VelvetMag

Non sappiamo quando questa guerra finirà” ha proseguito Stoltenberg. “Ma sappiamo che l’aggressione russa è un modello tossico che dobbiamo fermare. Dobbiamo quindi continuare a rafforzare le forze armate ucraine. E dobbiamo garantire che siano in vigore accordi solidi e potenti per la sicurezza dell’Ucraina“. Il capo della NATO ha visitato Bucha e ha reso omaggio alle vittime delle atrocità russe. Stoltenberg ha concluso la sua visita intervenendo al Vertice internazionale delle comunità e delle regioni insieme al presidente ucraino Zelensky.

Mattarella e il “virus” del nazionalismo

Nelle ore in cui Stoltenberg era a Kiev, Sergio Mattarella si trovava a Bratislava, capitale della Slovacchia, dove ha incontrato la sua omologa Zuzana Caputova. “Abbiamo numerose sfide globali” ha dichiarato il capo dello Stato. “Tutte sfide che richiedono grande collaborazione. Nessuno è in grado di rispondere da solo. L’esasperazione del nazionalismo è un virus insidioso che, con l’illusione della sovranità, azzera la capacità di dare risposte di governo che richiedono un concorde impegno solidale di carattere sovranazionale“. “Si tratta di un virus pericoloso” ha ribadito Mattarella riferendosi al nazionalismoche rischia di contrapporre invece di indurre a collaborare. Come invece è sempre più evidentemente necessario“.

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Sergio Mattarella a Bratislava con la presidente della Slovacchia, Zuzana Caputova. Foto Twitter @Luxgraph

Con l’Ucraina è in gioco la pace in Europa

Sergio Mattarella ha poi aggiunto che “è un argomento importante quello della disinformazione che la Russia alimenta. È un’azione insidiosa da affrontare con maggiore efficacia e richiede una consapevolezza della Ue e della NATO. Può distillare dubbi infondati diffondendo false notizie: è un fenomeno insidioso“.

Al centro dei colloqui fra Mattarella e la presidente slovacca Caputova c’è stata anche la guerra in Ucraina. “Il tema vede i nostri paesi in sintonia sulla difesa dell’integrità territoriale di Kiev. L’Italia fornirà sostegno finché sarà necessario e richiesto sotto ogni profilo, perché non è solo in ballo l’indipendenza, ma anche il futuro di pace dell’Europa. Ne seguirebbero altre aggressioni e questo non possiamo consentirlo. Quindi garantiremo il nostro impegno in ogni misura“.

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L’immagine vincitrice del World Press Photo Contest Photo of the Year 2023 di Evgeniy Maloletka (Associated Press)

Ucraina, World Press Photo a Maloletka

Si apprende intanto che è Evgeniy Maloletka il vincitore assoluto del World Press Photo 2023. Il fotografo ucraino dell’Associated Press ha ricevuto il premio dell’anno per la straziante fotografia di una donna incinta su una barella. La donna ha le mani sul ventre insanguinato. I soccorritori la trasportano tra le macerie dell’ospedale di Mariupol, dopo un attacco russo il 9 marzo 2022. “Questa storia rimarrà sempre con me” ha detto Maloletka. Lo scatto, Mariupol Maternity Hospital Airstrike, del 9 marzo 2022 mostra l’orrore della guerra in Ucraina. La donna, Iryna Kalinina, 32 anni, è morta mezz’ora dopo aver partorito il corpo senza vita del suo bambino, Miron.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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