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Ucraina, Mattarella in Polonia: “Se non sosteniamo Kiev nuove aggressioni seguiranno”

In Russia condannato a 25 anni di carcere Vladimir Kara-Murza politico dissidente editorialista del Washington Post

L’Ucraina al centro delle parole di Sergio Mattarella, da Varsavia. Il capo dello Stato si è recato in visita in Polonia il 17 aprile. “Dopo la brutale aggressione della Russia c’è l’esigenza di sostenere Kiev” ha detto Mattarella. “E sarà un sostegno finché è necessario sotto ogni profilo. Con la convinzione che riguardi tutti i paesi. Se l’Ucraina fosse lasciata sola altre aggressioni seguirebbero“.

L’Ucraina, ha sottolineato il Presidente, “ha diritto alla solidarietà e noi la garantiremo in pieno. Anche perché siamo inorriditi da alcuni comportamenti russi, come quelli di colpire obiettivi civili. Tutto questo richiede una grande coesione” dell’Unione europea.

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Sergio Mattarella e la figlia Laura a Varsavia con Andrzej Duda e la moglie Agatha. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

Mattarella ha parlato dopo un colloquio con il presidente polacco Andrzej Duda. Dal tema dell’Ucraina a quello dei migranti che da Africa, Asia e Medio Oriente giungono in Europa. “Oggi l’Unione europea ha il problema delle migrazioni illegali e possiamo tranquillamente parlare di migrazioni di massa. Occorre che la Ue superi, ha detto ancora Mattarella, “regole preistoriche“. “L’Italia fa un grandissimo sforzo e anche noi abbiamo questo problema. Noi aspettiamo un sostegno maggiore, una maggiore comprensione da parte della Commissione europea” ha replicato il presidente polacco Duda dopo l’incontro con il presidente Sergio Mattarella.

Russia, condannato Kara-Murza

A fronte della ribadita collaborazione fra Italia e Polonia in termini generali, e soprattutto per la guerra in Ucraina, dalla Russia arrivano notizie sconfortanti. Un tribunale di Mosca ha condannato il dissidente Vladimir Kara-Murza a 25 anni di prigione. Si tratta di un oppositore politico di Vladimir Putin, quarantenne, che ha subito un processo nel corso del quale ha dovuto fronteggiare l’accusa di tradimento. Il presuntoalto tradimento” è dovuto alle critiche che Kara-Murza ha rivolto già dallo scorso anno al Cremlino per l’invasione dell’Ucraina.

L’attivista, che è anche editorialista del Washington Post, dovrà scontare la reclusione in un penitenziario di massima sicurezza. Così ha fatto sapere la commissione giudiziaria presieduta dal giudice Sergei Podoprigorov. L’accusa di tradimento è legata alla guerra in Ucraina. E alla presunta “diffusione di informazioni consapevolmente false sulle azioni delle forze armate russe e collaborazione con un’organizzazione indesiderabile in Russia“.

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Vladimir Kara-Murza Foto Twitter @vkaramurza

I legali che difendono Vladimir Kara-Murza hanno dichiarato di voler impugnare la sentenza in appello. “La Russia sarà libera, ditelo a tutti“, ha urlato in aula il dissidente dopo la lettura della sua condanna. L’ONU ne ha chiesto il rilascio “immediato“. E analoga richiesta è arrivata dal portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Andrea Sasse. Gli Stati Uniti hanno risposto alla condanna dell’oppositore di Putin: “È una campagna di repressione“, ha fatto sapere l’Amministrazione Biden.

Ucraina, cosa fa la Cina?

La questione ucraina va avanti anche sul fronte ‘cinese’. Mentre in Occidente in molti sono convinti che senza un accordo fra Stati Uniti e Cina la guerra in Ucraina non finirà, Pechino sembra rafforzare l’alleanza con Mosca. All’indomani dell’incontro tra Putin e il ministro della Difesa Li Shangfu arriva infatti da Pechino il resoconto del colloquio. La Cina, ha detto Li, “è disposta a lavorare con la Russia per attuare pienamente il consenso raggiunto dai due capi di Stato“, Xi Jinping e Vladimir Putin.

Tutto questo al fine di “rafforzare ulteriormente la comunicazione strategica tra i due eserciti, il coordinamento e la cooperazione multilaterali e dare nuovi contributi al mantenimento della sicurezza e della stabilità mondiali e regionali” ha detto. Li ha affermato che i due capi di Stato hanno stabilito “la direzione per lo sviluppo delle relazioni Cina-Russia“, mentre “il partenariato strategico globale di coordinamento nella nuova era è stato continuamente approfondito“. In questo contesto appare ancora più grave la crisi della Cina con Taiwan, protetta dagli Usa, a poco più di un anno dalle elezioni presidenziali sia sull’isola asiatica che a Washinton.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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