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Migranti fra salvataggi e naufragi continui. Bufera sul ministro Lollobrigida

Secondo la ong Alarm Phone in 100 stanno affondando al largo della Libia, mentre è polemica sul cognato di Meloni che parla di "sostituzione etnica"

Circa 100 migranti sono in pericolo su un gommone al largo della Libia. A ricevere la chiamata è stata la ong Alarm Phone. “Hanno detto che la loro imbarcazione sta affondando e temono il peggio“, fa sapere il servizio telefonico. “Finora – aggiunge – non siamo riusciti a contattare la cosiddetta Guardia costiera libica su nessuno dei loro numeri. Bisogna inviare soccorsi ora!“.

Nel frattempo 33 tunisini, fra cui 7 donne e 8 fra bambini e ragazzi, sono sbarcati durante la notte del 19 aprile a Lampedusa. Erano a bordo di una barca di 6 metri soccorsa dalla motovedetta Cp 273 della Guardia costiera.

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La posizione dei migranti in grave pericolo il 19 aprile al largo della Libia. Foto Twitter @alarm_phone

Migranti, un morto a bordo

A Lampedusa si sono verificati 6 sbarchi per un totale di 286 persone nella sola giornata del 18 aprile. Su una delle imbarcazioni soccorse c’era anche il cadavere di un giovane: la salma si trova adesso alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana. All’hotspot di Contrada Imbriacola sono, al momento, presenti 640 migranti. Al mattino del 19 aprile la Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 127 persone che in serata giungeranno a Porto Empedocle.

Sbarchi in Toscana

È invece arrivata alle 8 di mattina del 19 aprile, come previsto, al porto di Marina di Carrara (Massa Carrara), in Toscana, la nave Life support. Si tratta di un’imbarcazione della ong Emergency con 55 migranti soccorsi il 15 aprile scorso nel Mediterraneo centrale. Sono giunti in porto dopo 4 giorni di navigazione. Tra loro, secondo quanto ha spiegato Emergency, ci sono 49 adulti di cui 3 donne, 3 bambini e 3 ragazzi minorenni non accompagnati. Sono in corso le procedure di avvicinamento alla banchina e l’attracco, poi i primi accertamenti delle autorità e dei sanitari a bordo.

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La nave “Diciotti” della Guardia costiera soccorre un’imbarcazione di migranti trasferendoli a Vibo Valentia, in Calabria. Foto Twitter @alarm_phone

Lollobrigida e la “sostituzione etnica

Sul fronte della politica è scoppiata una violenta polemica per le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sulla necessità di incentivare la natalità in Italia per evitare una presunta e non meglio precisata “sostituzione etnica“. “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada” ha affermato il deputato di Fratelli d’Italia e cognato della premier Giorgia Meloni. Anche la presidente del Consiglio aveva parlato del tema della natalità, senza però chiamare in causa una “sostituzione etnica“, terminologia dal sapore xenofobo e razzista.

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Il ministro dell’Agricoltura, che è anche cognato della premier Meloni, Francesco Lollobrigida. Foto Ansa Angelo Carconi

Mentre Mattarella era ad Auschwitz

Come se non bastasse, le dichiarazioni esplosive di Lollobrigida sono arrivate il 18 aprile, cioè nelle ore in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visitava il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, dove morirono più di un milione di persone, a cominciare dagli ebrei di tutta Europa, anche italiani, per la volontà di stermino nazista, attuata in nome della tristemente celebre ‘purezza della razza ariana’. Immediata la reazione della segretaria del PD, Elly Schlein, che ha definito le dichiarazioni di Lollobrigidadisgustose e inaccettabili da chi ricopre il suo ruolo. Ci riportano agli Anni Trenta del secolo scorso, sono parole che hanno il sapore del suprematismo bianco“. La leader dem si è augurata poi che “Giorgia Meloni e il Governo prendano le distanze da queste dichiarazioni“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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