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Caos in Francia dopo il via libera del Consiglio costituzionale alla riforma delle pensioni

I magistrati spianano definitivamente la strada all'innalzamento dell'età pensionabile a 64 anni e scoppiano proteste di piazza in tutto il paese

La Francia è in rivolta. Nel pomeriggio del 14 aprile il Consiglio costituzionale transalpino ha dato il via libera alle norme essenziali della riforma delle pensioni, in particolare all’articolo più contestato, quello che aumenta l’età pensionabile da 62 a 64 anni. A Parigi molte persone sono scese spontaneamente in piazza e non sono mancati scontri con la polizia che ha effettuato cariche a colpi di manganello e arresti. 

I magistrati della Corte hanno anche respinto la richiesta di 250 parlamentari dell’opposizione francese di indire un referendum di iniziativa condivisa sulla riforma delle pensioni. A questo punto il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, promulgherà la riforma entro 48 ore, stando a quanto riferisce BFM-Tv dopo il via libera del Consiglio costituzionale.

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Incendi e scontri durante una manifestazione vicino al Consiglio costituzionale a Parigi. Foto Ansa/Epa Yoan Valat

Il Governoprende atto della decisione del Consiglio costituzionale“, “con questa riforma, il nostro sistema pensionistico sarà in equilibrio nel 2030“. Così un comunicato di Matignon, nel quale si sottolinea che “sui 36 articoli del progetto di legge, 30 sono stati completamente convalidati, 2 parzialmente e 4 considerati come ‘cavalieri sociali’. Ovvero da non inserire in una legge di finanziamento della previdenza sociale“.

Mélenchon e Le Pen

I sindacati della Francia si appellano a Macron affinché non promulghi la legge. Le parti sociali non accetteranno riunioni con l’esecutivo prima del primo maggio. Dopo il via libera del Consiglio costituzionale alla riforma delle pensioni, il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, ha condannato la decisione che mostra i magistrati “più attenti ai bisogni della monarchia presidenziale che a quelli del popolo sovrano. La lotta continua, dobbiamo raccogliere le forze“.

Se la decisione del Consiglio costituzionale chiude la sequenza istituzionale, la sorte politica della riforma delle pensioni non è decisa” è il commento di Marine Le Pen. “Il popolo ha sempre l’ultima parola” ha continuato la Le Pen. “Spetterà al popolo preparare l’alternativa che tornerà su questa riforma inutile e ingiusta“. Le proteste contro la decisione del Consiglio costituzionale che ha convalidato gran parte della contestatissima riforma delle pensioni stanno attraversando tutta la Francia.

Le proteste in Francia

A Parigi, migliaia di persone si sono trasferite sul piazzale dell’Hotel de Ville, la sede del Comune. La protesta parigina è degenerata in scontri. Un primo corteo è partito dall’Hotel de Ville diretto a place de la Concorde. Dopo qualche decina di metri sulla rue de Rivoli, prime vetrine spaccate, lanci di sassi e cariche della polizia. Sulla piazza dell’Hotel de Ville alcuni giovani mascherati di nero hanno dato alle fiamme un intero parcheggio di decine di biciclette elettriche a noleggio. Via via che le fiamme guadagnavano terreno, si udiva l’esplosione – una dopo l’altra – delle batterie delle biciclette elettriche.

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Protesta davanti al municipio di Parigi. Foto Ansa/Epa Yoan Valat

Intanto i sindacati della Francia, uniti contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron, chiedono ai lavoratori in lotta una “mobilitazione eccezionale” per il prossimo primo maggio, Festa del Lavoro. Lo si legge in una nota diffusa dagli stessi sindacati. Per il presidente Macron sono momenti politicamente difficili. Il 14 aprile il capo dello Stato francese era ad Amsterdam, capitale dell’Olanda, dove la polizia ha prima placcato e poi arrestato un manifestante. L’uomo correva verso il presidente francese. E non sembrava farlo con buone intenzioni. I manifestanti che avevano messo nel mirino il presidente della Francia, si è poi scoperto, erano due.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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