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Addio Mary Quant, la Signora della minigonna

Una donna che rivoluzionò la storia della moda mondiale

C’è chi dice che dopo i quaranta andrebbe bandita dall’armadio, anche se ci sono quarantenni che battono ventenni in fatto di fisico e fascino. La minigonna è un capo che affascina a qualsiasi età e forse il suo segreto è proprio nel saperla interpretare. L’artefice di questa creazione di moda leggendaria è Mary Quant, stilista britannica che si spegne oggi a 93 anni. 

Grazie alla famosa designer inglese questo indumento a partire dagli Anni Cinquanta si diffuse in tutto il mondo. L’influenza nel mondo della moda e del costume e anche dell’emancipazione femminile di questa famosa creatrice non hanno avuto eguali nello scorso secolo.

Mary Quant, designer
Mary Quant, stilista britannica ph. credits: ANSA

Mary Quant, la morte della “mamma della minigonna”

Sono trascorsi quasi sessant’anni da quando la minigonna fece capolinea nella vetrina dello storico negozio londinese Bazaar. Il merito dell’invenzione di questo speciale capo di abbigliamento è da attribuire proprio a Mary Quant, creativa e pioniera della nascita dello street-style londinese. Barbara Mary Quant, questo il suo nome completo, era nata a Blackheat nel 1930 e si è spenta questa mattina nella sua casa a Surrey. L’attribuzione della creazione di questo capo è stata una storia combattuta. Il sarto André Courrèges rivendicò infatti i natali di questo celebre indumento e, indispettito dalle prese di posizione della Quant, iniziò una vera e propria rivoluzione, creando un modo di vestire all’avanguardia con linee a trapezio, pop art, tessuti in plastica e vinile, uno stile caratteristico delle minigonne di oggi.

“Seguivamo la stessa logica, anche se creavamo moda per persone diverse” – affermava Mary Quant– “Nessuno ha inventato la mini, nasceva da una volontà. Andrè Courrèges ha scioccato l’alta moda, portandola nel moderno. Questa è stata la sua rivoluzione. Io ho semplicemente realizzato un desiderio comune e accorciato le gonne per ragazze come me. Sono state le ragazze della King’s Road ad inventare la mini. Io stavo facendo abiti semplici e giovanili, con cui era possibile muoversi, con cui si poteva correre e saltare e li avrei realizzati della lunghezza voluta dalla clientela. Io li indossavo molto corti e la clientela diceva “Più corti, più corti”.”

La minigonna amata da Jackie Kennedy, Twiggy Brigitte Bardot

Venne comunque chiamato l’effetto Courrèges, tanto che lo stesso Yves Saint Laurent dichiarò di averlo preso come esempio nella creazione di abiti meno convenzionali. Icone della moda come Jackie Kennedy, Twiggy e Brigitte Bardot rimangono ammaliate da questo particolare capo. La forte voglia di cambiamento, la rivendicazione dei diritti e la necessità di un abbigliamento pratico ed economico fecero sì che la minigonna diventasse il più discusso e rappresentativo capo del Novecento. Non tutti però furono entusiasti di ciò. Per i critici la minigonna di Mary Quant era il simbolo della donna-oggetto. Per Coco Chanel era addirittura “semplicemente orribile”. L’ispirazione agli Anni Sessanta di cui si parla oggi è connessa al clamoroso risveglio dell’esigenza di libertà nel vestire, caratteristica che riappare con più impudenza e aggressività che mai.

Mary Quant, designer
Mary Quant stilista britannica, creatrice della minigonna

Mary Quant e la sua celebre creazione negli anni

Negli Anni Settanta la minigonna di Mary Quant lascia il posto ai leggendari pantaloni a zampa e agli abiti lunghi dei figli dei fiori. Negli Anni Ottanta c’è un grande ritorno della mini come sinonimo di donna in carriera ed emancipata. Nei decenni successivi si è colorata, arricchita, dipinta. Negli Anni Novanta è diventata nera ed elastica. Nel Duemila la minigonna diviene corta e stretta come una cintura. Oggi non è tutto e niente, o meglio, un classico come la camicia, le giacche, le camicie, gli stivali. Da possedere nel guardaroba perché la minigonna da eterna ragazza è un capo difficile a cui rinunciare a qualsiasi età.

Elena Parmegiani

Moda & Style

Giornalista di moda e costume, organizzatrice di eventi e presentatrice. Consegue la Laurea Magistrale in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa all’Università “La Sapienza” di Roma. Muove i primi passi lavorativi con gli eventi per il Ferrari Club Italia, associazione di possessori di vetture Ferrari. Da oltre quindici anni è il Direttore Eventi della Coffee House del prestigioso museo Palazzo Colonna a Roma; a cui di recente si è aggiunto quello di Direttore Eventi della Galleria del Cardinale Colonna. Ha organizzato e condotto molte sfilate di moda per i più importanti stilisti italiani. Come consulente è specializzata nella realizzazione sia di eventi aziendali, sia privati. Scrive di moda, bon ton (con una sua rubrica), arte e spettacolo. Esperta conoscitrice dei grandi nomi della moda italiana, delle nuove tendenze del Fashion e del Made in Italy. Cura anche la rubrica di Velvet dedicata al Wedding. 

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