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Scozia: chi è Humza Yousaf, il nuovo capo del Partito indipendentista

Subentra a Nicola Sturgeon e ha l'arduo compito di rivitalizzare il progetto della secessione da Londra, in calo di consensi

È Humza Yousaf, 38 anni non ancora compiuti, figli di immigrati pakistani, il nuovo leader degli indipendentisti della Scozia. Lo Snp (Scottish national party) sceglie così un giovane, emblema della cultura multietnica anglosassone, per la successione alla premier e leader del parito, Nicola Sturgeon. Sarà Yousaf il futuro first minister del governo locale della Scozia.

L’annuncio è arrivato a Edimburgo il 27 marzo al vertice dello stesso Snp che ha reso pubblici i risultati dello scrutinio fra gli iscritti al partito. Nicola Sturgeon si è dimessa a sorpresa lo scorso mese di febbraio dopo quasi un decennio di leadership pressoché incontrastata nella nazione del Nord del Regno Unito.

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Il nuovo leader del Partito Nazionale Scozzese ed ex Segretario alla Sanità Humza Yousaf. Foto Ansa/Epa Robert Perry

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Nella corsa alla leadership della Scozia, Humza Yousaf ha sconfitto Kate Forbes, più giovane di lui (33 anni fra pochi giorni) e Ash Regan, 49 anni, le due pretendenti rivali. Yousaf è nato a Glasgow il 7 aprile 1985 da padre pachistano e madre nativa del Kenya ma di famiglia pure asiatica. È il primo leader scozzese di famiglia musulmana. Dovrà ora sostenere le bandiere del nazionalismo indipendentista della Scozia di fronte a Rishi Sunak, primo ministro Tory unionista al timone del Governo centrale britannico. A sua volta figlio di genitori immigrati, nel suo caso indiani e induisti.

Yousaf ha ottenuto il 52,1% dei voti al ballottaggio finale contro Kate Forbes, giovanissima ministra della Finanze uscente della Scozia. In un voto che sembra aver spaccato la base del partito quasi a metà. E che ha visto, secondo i dati ufficiali votare circa 50.500 militanti su poco più di 72mila iscritti (pari grossomodo al 70% del totale degli aventi diritto). Al primo turno Humza Yousaf era risultato primo con oltre il 40% e meno di 4mila voti di vantaggio su Forbes, mentre l’outsider Regan, terza classificata con l’11%, era finita fuori dai giochi.

Scozia, il nuovo first minister

Yousaf è un personaggio leale verso Nicola Sturgeon e gradito al grosso della nomenklatura che ha dominato l’Snp in questi anni. Il futuro first minister di Edimburgo ha fatto parte dell’ultimo gabinetto guidato dalla leader uscente come titolare della Sanità. Anche nel corso della fase più emergenziale della pandemia di Covid. Precedentemente aveva ricoperto il ruolo di ministro locale della Giustizia per un triennio, dal 2018, dopo essersi occupato di Trasporti.

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La first minister scozzese dimissionaria Nicola Sturgeon. Foto Ansa/Epa

Laureato in scienze politiche all’Università di Glasgow, è stato in gioventù leader dell’Unione degli studenti musulmani e attivista contro la guerra in Iraq. Ma anche fermo nel denunciare l’attentato anti-americano dell’11 settembre 2001. Unitosi alla causa indipendentista dello Scottish national party poco più che 20enne, Yousaf ha sempre sostenuto convintamente la strategia di Sturgeon sull’indipendenza. Vuole una Scozia progressista sui temi dell’agenda sociale. Ossia sui diritti civili, i matrimoni gay e la contestata legge sul libero cambiamento anagrafico di genere sessuale.

Durante la campagna elettorale ha tuttavia ammesso la necessità di ricalibrare tempi e modi della sfida separatista della Scozia. Questo perché è fallito il tentativo di ricorso alla Corte Suprema di Londra per ottenere il placet a un referendum bis. Ma non basta, perché in Scozia i sondaggi attribuiscono un calo di consensi all’obiettivo dell’indipendenza del paese dal Regno Unito. Non più del 40% degli scozzesi vuole spezzare i legami con Londra. Nell’ultimo anno e mezzo gli iscritti allo Scottish national party sono scesi da 104mila a 72 mila.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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