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Ucraina: la Russia evoca l’Armageddon, Kiev annuncia la controffensiva a Bakhmut

Per Medvedev l'eventuale arresto di Putin equivarrebbe a una dichiarazione di guerra. Guterres: "La Cina non rimanga isolata"

L’Ucraina e il mondo sono sull’orlo di una guerra nucleare? La domanda è pressante perché il livello dello scontro sale di intensità. La Russia torna a evocare l’ecatombe atomica dopo la notizia dei proiettili all’uranio impoverito destinati da Londra a Kiev.

L’ultimo ad agitare lo spettro “dell’Armageddon è l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov. Armageddon è un termine di origine biblica con cui si è soliti indicare la battaglia finale fra il Bene e il Male, dunque uno scontro planetario definitivo.

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Un caccia F-16. L’ucraina continua a chiedere agli alleati la dotazione di questi bombardieri. Foto Twitter @KpsZSU

“Arresto Putin è dichiarare guerra”  

La terminologia apocalittica russa non fa notoriamente difetto all’ex presidente Dmitry Medvedev. Per lui un arresto di Vladimir Putin da parte di un paese straniero a seguito del mandato d’arresto emesso la scorsa settimana dalla Corte penale internazionale equivarrebbe a “dichiarare guerra“. L’avvertimento arriva appunto dopo che la Cpi con sede all’Aia (Olanda) ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Putin. Il presidente russo è sotto accusa per il crimine di “deportazione” di bambini ucraini come parte della guerra di Mosca contro Kiev.

Mercoledì 22 marzo, la Cpi ha denunciato le “minacce” che provengono da Mosca nei suoi confronti. E ciò dopo che la giustizia russa ha annunciato di aprire un’indagine penale contro diversi suoi giudici e il suo procuratore, Karim Khan. All’inizio di questa settimana, Medvedev aveva già minacciato la Corte penale internazionale di un attacco missilistico, invitando i suoi magistrati a “guardare attentamente il cielo“. La Russia, che non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale, aveva subito definito il mandato di arresto nei confronti di Putin come “nullo e non valido“.

Ucraina, bombe russe su Kiev

Ma intanto, sul campo, si continua a morire ogni giorno. Sia fra le truppe dei soldati di ambedue gli schieramenti che fra i civili ucraini, e qualche volta anche russi, subito al di là del confine. Nella regione di Kiev sono almeno 8 i morti; vittime si contano anche a Zaporizhzhia. La Banca mondiale intanto stima i costi della ricostruzione post-bellica in Ucraina: sono necessari 411 miliardi di dollari. Volodymyr Zelensky si è intanto recato in visita a una delle strutture energetiche della regione di Kherson, nei territori tornati sotto il controllo dell’Ucraina.

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Il colonnello generale Oleksandr Syrsky ha preannunciato la controffensiva su Bakhmut ora che i russi “sono indeboliti”. Foto Twitter @Militarylandnet

Dal punto di vista militare, le forze armate lanceranno presto una controffensiva nei confronti dell’esercito russo. Parola del comandante di Kiev, Oleksandr Syrsky, secondo il quale i russi “stanno perdendo forza in modo considerevole e si stanno esaurendo” nella battaglia per Bakhmut. “Molto presto approfitteremo di questa opportunità, come abbiamo fatto in passato vicino a Kiev, Kharkiv, Balakliya e Kupiansk“, ha detto Syrsky.

Guterres: “La Ue non isoli la Cina

Sul fronte geopolitico internazionale, “l’isolamento della Cina da parte dell’Europa pone dei rischi“. Lo ha affermato il segretario generale dell’ONU, António Guterres, nel suo discorso ai capi di Stato e di Governo dell’Unione riuniti a Bruxelles il 23 marzo. Guterres – che si è detto molto pessimista sulla situazione globale attuale – ha inoltre invitato la Ue a valutare il proprio impatto nell’agevolare la soluzione della crisi alimentare. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha mostrato poco ottimismo nei confronti della prosecuzione dell’accordo fra Kiev e Mosca, con la mediazione della Turchia, per l’export del grano dall’Ucraina.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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