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Russia: l’isolamento dall’Occidente è sufficiente?

Gli assi nella manica di Puntin tra nuove rotte commerciali e l'influenza in Medio Oriente

Lo sgretolamento dell’ordine mondiale Americo-centrico portato avanti dalla Russia continua a produrre dei risvolti economici e geopolitici importanti.  Generando alleanze e nuove triangolazioni economiche che non possono non impensierire gli USA. Che a loro volta però, assieme all’Europa, stanno attuando uno sforzo per delocalizzare le proprie catene di approvvigionamento strategiche verso gli alleati ed i Paesi “amici” più sicuri.

La conseguenza è uno stravolgimento della globalizzazione così come l’avevamo conosciuta fino allo scoppio del conflitto in Ucraina. Ma mentre nel Vecchio Continente segue la linea USA di tagliare i ponti con Pechino e Mosca, in altre regioni del globo la fedeltà verso Washington vacilla. E il Cremlino nei fatti non appare né economicamente, né politicamente isolata come la stampa occidentale lascia intendere. Ma anzi, è intenzionato ad affermarsi al livello globale aprendosi nuovi canali economici e spazi alternativi al mercato occidentale, laddove le pressioni USA non attecchiscono più come una volta.

Presidente Putin/ FOTO ANSA

La triangolazione economica tra Russia-Iran-India: una nuova rotta transcontinentale che scavalcherà l’Europa e le sanzioni  

Una delle triangolazioni economiche rafforzatesi a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina è quella tra Russia-Iran-India. I primi due vertici di questa alleanza stanno lavorando a un nuovo corridoio marittimo che scavalcherà l’Europa e le sue sanzioni. Cercando un ponte di collaborazioni con l’India, che tutt’ora si è tenuta ben a distanza dalla campagna di isolamento guidata dall’Occidente contro i due Paesi. Continuando in cambio a ricevere dal Cremlino petrolio a basso costo e tecnologie militari. “Disobbedendo” nei fatti alla linea dettata da Washington. L’Iran è oggi intenzionato a sfruttare il suo potenziale come hub di trasporto tra Asia, Russia ed Europa. E con Mosca e Nuova Delhi vi è l’intenzione di realizzare nuovi percorsi marittimi, e di incrementare le reti fluviali e ferroviarie, per creare una nuova rotta commerciale transcontinentale che si estenda dal confine orientale dell’Europa all’Oceano Indiano.  Delineando così un percorso senza ingerenze “straniere” occidentali, in grado sempre di aggirare le sanzioni.

Presidente Putin e Presidente dell’India/ FOTO ANSA

In Iran sono in corso difatti la costruzione di circa 3.300 chilometri di ferrovie e circa 6.000 km di autostrade. Ma non è tutto. L’agenzia Reuiters rivela che Iran e Russia hanno collegato i loro sistemi di comunicazione e trasferimento interbancario, per contribuire a incrementare le transazioni commerciali e finanziarie, e bypassare quindi il sistema SWIFT – sotto il pieno controllo USA – attraverso cui agiscono le sanzioni occidentali. Nel 2018 difatti la reintroduzione delle sanzioni statunitensi contro l’Iran, aveva disconnesso anche la Repubblica islamica dal servizio finanziario citato. L’India però in questa triangolazione economica è essenziale. Non a caso è divenuta la potenza asiatica più corteggiata dalle nazioni occidentali. Il subcontinente indiano sta vivendo attualmente un boom demografico che la porterà a superare a breve anche Pechino. E questo la rende il mercato emergente più ambito per i flussi economici occidentali alla disperata ricerca di un alternativa al mercato cinese. 

I legami di Putin in Medio Oriente senza sanzioni: dall’Arabia Saudita ai Paesi del Golfo

Nella regione mediorientale un altro storico alleato degli USA che fin dall’inizio del conflitto in Ucraina non ha sposato la linea di Washington su Mosca: l’Arabia Saudita. Le divergenze sugli obiettivi di produzione di petrolio dell’OPEC+, lo scorso anno hanno infatti portato a un disaccordo tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Dove sia Riad che Mosca hanno l’interesse di mantenere più alti possibili i prezzi degli idrocarburi. E in vista di questi obbiettivi commerciali comuni i rapporti tra Mosca e Riad si sono oggi piuttosto rafforzati. Il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman difatti, secondo le agenzie locali è in costante contatto telefonico con il presidente russo Putin. Dove aldilà del coordinamento all’interno dell’OPEC+, l’agenzia di stampa ufficiale del Cremlino ha lasciato trapelare che fra i due leader si è discusso anche dell’ulteriore sviluppo della cooperazione bilaterale nei settori politico, commerciale, economico ed energetico. 

Riyad/ FOTO ANSA

Appare chiaro ormai che l’Arabia Saudita, come gli altri membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), vedano la guerra in Ucraina come un complicato conflitto europeo, che non richiede agli stati arabi di opporsi alla Russia. Sebbene nessun governo della penisola arabica, ad eccezione della Siria, abbia apertamente sostenuto l’invasione. C’è da dire però che i Paesi del Golfo hanno ampiamente sostenuto le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che condannano l’attacco della Russia, ma nei fatti nessuno si è unito alle potenze occidentali nell’attuare sanzioni contro Mosca o altre politiche volte a isolare la Russia. L’isolamento del Cremlino appare perciò un’obbiettivo politico ed economico ad oggi esclusivamente occidentale. Ed il pacchetto di sanzioni applicato dall’Europa e dagli USA, sta provocando nei fatti solamente l’allontanamento della Russia dal vecchio continente. Mentre a livello globale, l’isolamento del Cremlino è ancora molto molto lontano. 

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

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