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“Piantedosi dimettiti”, ondata social contro il ministro: “Parole disumane contro i migranti”

Per il capo del Viminale "la disperazione non può giustificare i viaggi". Un medico: "I naufraghi si potevano salvare, è una tragedia quasi voluta"

Mentre continua senza sosta la ricerca dei naufraghi in Calabria, si arroventa la polemica sul ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Sui social media, oltre che a livello politico e parlamentare, monta la rabbia per una serie di affermazioni che il titolare del Viminale ha fatto nel corso di una conferenza stampa.

La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli” ha affermato Piantedosi riferendosi ai viaggi dei migranti che scappano da paesi devastati se non dalla guerra, dalla miseria, dalla violenza e dove i diritti umani non sono rispettati. Secondo il ministro la cosa importante non è tanto “il salvare o non salvare” i migranti in mare ma il fatto che essi “non devono partire“, perché esisterebbe, a suo dire, una vocazione alle partenze“, “incoraggiata.

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Matteo Piantedosi ministero dell’Interno. Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Piantedosi sotto accusa

In tendenza su Twitter l’hashtag #PiantedosiDimettiti. La linea di Piantedosi è però la linea dell’intero Governo Meloni. E il giorno dopo il naufragio del Crotonese, con 63 vittime finora accertate fra cui circa 20 bambini, il ministro dell’Interno l’ha ribadita. Per evitare tragedie, dice, bisogna fermare le partenze lavorando con i paesi di provenienza. Chi entra in Italia lo deve fare attraverso i canali legali, non su barconi insicuri.

Il medico: “Si potevano salvare

Opposizione e ong non ci stanno e attaccano: “Il ministro Piantedosi si vergogni, da lui uno schiaffo alle vittime“. E chiedono che riferisca alle Camere sui soccorsi ai naufraghi. Hanno fatto scalpore le accuse di un medico soccorritore dei migranti sopravvissuti a Steccato di Cutro, Orlando Amodeo, in trasmissione da Giletti su La7: “Del barcone si sapeva che era al largo, i migranti potevano essere soccorsi e salvati“.

Invece su circa 200 persone a bordo, sono 80 i superstiti e 63 le vittime accertate, secondo un bilancio ancora parziale. Da parte sua la premier Giorgia Meloni ha scritto una lettera al Consiglio e alla Commissione europea. “Serve un’Europa che, oltre a dichiarare la sua disponibilità, agisca e in fretta“. Da Bruxelles arriva però uno schiaffo all’Italia. Non è sul tavolo, fanno sapere, alcuna proposta di una missione navale europea per il salvataggio dei migranti.

La bambina dai capelli ricci

E mentre a fronte della strage di migranti l’Italia si spacca sul ministro Piantedosi, il mare continua a restituire cadaveri sul litorale di Steccato di Cutro. I sommozzatori hanno recuperato il corpo di una bambina a poche centinaia di metri dal luogo del naufragio di domenica mattina. Si tratta di una ragazzina di 14 anni circa, dai capelli neri e ricci. Adagiato su un telo bianco, il suo corpo è stato trasportato via con un mezzo della Capitaneria di porto.

Piantedosi a Parigi

Il titolare del Viminale è intanto volato a Parigi per un bilaterale con il collega francese Gérald Darmanin, dopo le frizioni del caso Ocean Viking. Entro marzo ci saranno missioni congiunte Italia-Francia in Libia e Tunisia. Per quanto riguarda il naufragio vicino a Crotone, Piantedosi è è convinto che tutto quello che si poteva fare per evitarlo sia stato fatto. Le motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza si sono attivate ma le condizioni del mare non hanno consentito l’intervento di salvataggio, sostiene il ministro. Nulla c’entra, poi, afferma Piantedosi, il decreto con la stretta sulle ong che non possono più operare con la libertà di prima.

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Il recupero di un cadavere nel corso delle ricerche dei dispersi del naufragio di migranti del 26 febbraio 2023 a Cutro (Crotone). Foto Ansa/Alessandro Sgherri

Soldi in cambio di ‘pattugliamenti’

Le motovedette italiane continuano a salvare ogni giorno decine di migranti, 50mila lo scorso anno. Il punto su cui lavorare, anche per salvare vite è quindi quello di bloccare le partenze, sostiene Piantedosi. Nelle settimane scorse esponenti del Governo Meloni hanno visitato Turchia, Libia e Tunisia, proprio per stringere accordi con le autorità locali. In cosa consistono questi accordi? Aiuti economici in cambio di un controllo più efficace – in termini repressivi – delle coste. L’Italia, intanto sta rafforzando i canali di ingresso regolari, come dimostra l’ultimo decreto flussi, che ha 83mila quote, più di quelle dall’analogo provvedimento firmato dal Governo Draghi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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