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Ucraina, gli Usa contro la Cina. Ma Biden avvisa Kiev: “Niente caccia F16”

Washington sa che un'intesa con Pechino farà terminare la guerra, ma non accetta le condizioni di Xi. Al tempo stesso non vuole che Kiev si armi troppo

Come in un lunga partita di mosse e contromosse la diplomazia degli Usa e della Cina si sta sfidando sullo scacchiere della guerra russa in Ucraina. Biden respinge il piano di pace in 12 punti di Xi Jinping. Avverte che, se Pechino dovesse fornire armi a Mosca, Washington risponderà.

E infine manda un messaggio anche all’Ucraina: “Per il momento non vi diamo i caccia F16“. La partita che i capi delle superpotenze mondiali stanno affrontando si gioca, come sempre, su piani diversi. E intanto in Europa, a Roma come in molte altre città, migliaia di persone sono scese in piazza per mostrare solidarietà all’Ucraina e chiede la fine della guerra.

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Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Foto Ansa/Epa Will Oliver

Usa, bocciato il piano cinese

Gli Stati Uniti “risponderebbero” se la Cina dovesse fornire alla Russia armi letali nella guerra contro l’Ucraina. Lo ha detto in un’intervista alla Abc News, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il presidente ha anche detto che, sebbene abbia affermato di non “prevedere” che la Cina lo faccia, la Cina potrebbe prendere in considerazione la mossa della fornitura di droni e altri armamenti a Putin. “Non prevedo una grande iniziativa da parte della Cina per fornire armi alla Russia“, ha detto Biden. Incalzato però dal giornalista della Abc che lo intervistava, il presidente Usa ha insistito sul fatto che gli Stati Unitiavrebbero risposto“. E ha fatto riferimento alle sanzioni che altri paesi hanno ricevuto dopo aver sostenuto la Russia.

Cos’è il piano di Xi Jinping

Dall’America arriva poi una prevedibile bocciatura del piano di pace che la Cina ha proposto per una soluzione della guerra in Ucraina. “Se Putin lo applaude come potrebbe ritenersi buono?” ha commentato Biden all’Abc con una battuta dal sapore propagandistico. “Non ho visto nulla nel piano che indichi che ci sia qualcosa che sarebbe vantaggioso per chiunque non sia la Russia“, ha detto il presidente Usa. Un’affermazione, questa, abbastanza comprensibile se si pensa che il piano di pace per l’Ucraina chiede, di fatto, un nuovo ordine mondiale. ‘Cambi la Russia ma cambi anche l’Occidente‘ sembra infatti dire Xi Jinping con i Dodici Punti del Piano.

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Manifestazione per l’Ucraina di fronte all’Ambasciata di Russia a Roma il 24 febbraio 2023 a un anno dall’invasione da parte delle truppe di Putin. Foto esclusive VelvetMag

Perché la Russia si sente umiliata

Gli Stati Uniti, tuttavia, non sembrano avere alcuna intenzione di fare un passo indietro, trincerandosi nella convinzione di poter essere ancora, tramite la NATO, il gendarme del mondo. Un ruolo auto-avveratosi dagli Anni Novanta, dopo la vittoria degli Usa nella Guerra Fredda con la Russia. Una potenza nucleare che da quel momento – traumaticamente passata da un tetro impero comunista al capitalismo più selvaggio – ha cominciato a covare sentimenti di umiliazione e profonda rivalsa.

Usa e Cina, le chiavi della pace

Ma oggi assieme agli Usa è la Cina che ha in mano le chiavi della pace in Ucraina e della possibilità che il mondo eviti la terza guerra mondiale nucleare. Gli Usa sono i protettori di Kiev, Pechino può influenzare in maniera determinante Mosca. “Senza un’intesa fra gli Usa e la Cina non ci sarà pace in Ucraina” ha detto l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi al Tg1 nei giorni scorsi. Naturalmente di questo Washington e Pechino sono consapevoli. E per questo giocano metaforicamente a scacchi una partita di mosse e contromosse in cui nessuna delle due superpotenze del XXI secolo intende mostrare che sta cedendo qualcosa.

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La premier Giorgia Meloni (in alto a sinistra) durante il meeting virtuale tra Joe Biden, i leader del G7 e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il 24 febbraio 2023. Foto Ansa/Palazzo Chigi/Filippo Attili

Così, da un lato, Biden ha definito irrazionalel’idea che la Cina negozierà l’esito di una guerra totalmente ingiusta per l’Ucraina“. Dall’altro, ha escluso l’invio dei caccia bombardieri F-16 all’Ucraina. “Per il momento Zelensky non ne ha bisogno” ha detto alla Abc, arrogandosi il diritto di sapere lui cosa serva o non serva agli ucraini in guerra. Biden del resto non è un presidente che faccia tanti giri di parole. Così ha chiarito che: “Inviamo a Kiev ciò di cui i nostri militari senior pensano che abbia bisogno. Ha bisogno di carri armati, artiglieria, difesa aerea, inclusi gli Himars“. Zelensky è avvisato.

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Foto esclusive VelvetMag

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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