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Nordio respinge la revoca: Cospito al 41 bis. Il suo legale: “Pronto a lasciarsi morire”

La vicenda dell'anarchico divide l'Italia. Il detenuto, in sciopero della fame da oltre 3 mesi, avrebbe perso 47 chili di peso

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha deciso: rimante intatto il regime di carcere duro (41-bis) per l’anarchico Alfredo Cospito. Il detenuto, in sciopero della fame, sta scontando una pena di 20 anni che rischia di trasformarsi in ergastolo ostativo per un attentato alla Scuola Carabinieri di Fossano (Cuneo) nel 2006 che non ha provocato né morti né feriti. 

In sciopero della fame da oltre 3 mesi per protesta contro le condizioni della sua detenzione, Cospito dovrà quindi continuare a rimanere, per 4 anni, al 41-bis come i boss di mafia. Il punto è che, date le sue condizioni di salute, potrebbe morire prima.

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

“Per Cospito mancano i presupposti”

Nordio ha respinto l’istanza di revoca del regime di carcere duro per Cospito avanzata dall’avvocato del militante anarchico, Flavio Rossi Albertini. Era stata la ministra della Giustizia del Governo Draghi, Marta Cartabia, a stabilire il trasferimento in regime di carcere duro per Alfredo Cospito, il 4 maggio 2022. Adesso Nordio lo ribadisce. La difesa dell’anarchico che protesta anche contro la possibilità che la sua pena si trasformi in ergastolo ostativo – cioè senza i benefici carcerari – ricorrerà contro la decisione del ministro della Giustizia del Governo Meloni.

Secondo il ministro Nordio mancano i presupposti per la revoca del 41-bis a Cospito. Centrale nella decisione del Guardasigilli, sarebbe stata la circostanza che tutte le autorità giudiziarie che hanno espresso il loro parere al ministro – la Procura nazionale antimafia, la Dda e la Procura generale di Torino – hanno giudicato “infondate” le ragioni di revoca presentate dalla difesa. Si tratta di argomentazioni legate in special modo a una sentenza del tribunale di Roma.

Perché è al 41-bis

Quell’elemento consisteva, spiega sul Corriere della Serra Giovani Bianconi, in una sentenza di assoluzione della Corte d’Assise. Nelle motivazioni i giudici affermavano che non ci fosse un nesso diretto tra la corrispondenza che Cospito mandava all’esterno del carcere e le azioni violente addebitate agli imputati del procedimento in questione.

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Alfredo Cospito nel 2013 (a sinistra) e in anni più recenti durante la detenzione. Foto Ansa

Tutte le autorità competenti interpellate, però, hanno ritenuto questa considerazione non dirimente rispetto alla pericolosità dei proclami che l’anarchico inviava fuori dal penitenziario prima di essere sottoposto al regime di carcere duro del 41-bis. Un regime che appunto serve a ‘tagliare’ ogni sorta di legame fra il detenuto e l’esterno del carcere. E che di solito si attua per i criminali molto pericolosi, come i boss delle mafie.

Cospito da Sassari a Opera

Dalla fine di gennaio scorso per Alfredo Cospito si è stabilito il trasferimento dal penitenziario di Sassari, in Sardegna, al quello di Opera, a Milano, per essere curato. Dopo 3 mesi di sciopero della fame le condizioni di salute del detenuto sono gravi. Al Sai, il Servizio assistenza intensificata del carcere di Opera, sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie.

Il nome di Alfredo Cospito – per invocarne la liberazione – è apparso in alcune scritte sulla sede del Consolato italiano a Barcellona, dove si è verificato uno degli attentati di presunta matrice anarchica della fine di gennaio. Anche a Berlino è comparsa una scritta a favore di Cospito: “No 41 bis, free Alfredo”, in un quartiere non lontano da quello dell’incendio dell’auto di un funzionario diplomatico dell’ambasciata italiana in Germania. A seguito di questi fatti, cortei di anarchici a sostegno di Cospito, in alcuni casi caratterizzati da tafferugli con la polizia, si sono svolti a Roma e in diverse altre città italiane, ai primi di febbraio.

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Scontri con la polizia al corteo degli anarchici in solidarietà a Cospito il 4 febbraio 2023 a Roma. Foto Ansa/Massimo Percossi

“È pronto a lasciarsi morire”

L’avvocato di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, ha fatto sapere che il detenuto ha perso 47 chili e non prende più gli integratori. Aspettiamo la giornata di sabato quando il nostro medico di parte gli farà visita in istituto, riuscirà a vedere le cartelle cliniche quindi a farsi un’idea del suo effettivo stato di salute”. Cospito non intende interrompere lo sciopero. Andrà avanti fino alle estreme conseguenze, fino a morire“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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