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Attentati alle ambasciate italiane, inchiesta per terrorismo. Cospito al carcere di Opera

Il detenuto in sciopero della fame potrà essere curato meglio ma il Governo vorrebbe confermato per lui il regime di 41 bis

Gli attentati ad alcune sedi diplomatiche dell’Italia a Barcellona e a Berlino, sembra collegati alla vicenda del detenuto anarchico Alfredo Cospito, hanno indotto la magistratura ad aprire un fascicolo d’indagine con l’ipotesi di terrorismo.   

Al tempo stesso, però, Cospito, 55 anni, finora a Sassari in regime di carcere duro al 41 bis, e per questo da 3 mesi in sciopero della fame, sarà trasferito al carcere di Opera, a Milano, per essere curato.

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Alfredo Cospito, 55 ani, in una foto d’archivio nel corso di un processo a suo carico

La decisione è arrivata in considerazione del suo stato di salute. Al Sai, il Servizio assistenza intensificata del carcere di Opera, sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Il medico di fiducia di Alfredo Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto ieri 29 gennaio che il detenuto è a “rischio fibrillazione“, in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento. Il nome di Alfredo Cospito – per invocarne la liberazione – è apparso in alcune scritte sulla sede del Consolato italiano a Barcellona, dove si è verificato uno degli attentati dei giorni scorsi.

“Attentati? No a minacce da nessuno” 

Sui fatti il 30 gennaio è intervenuto il capo della polizia, Lamberto Giannini. “Queste violenze e queste proteste si stanno ripetendo – ha detto – ed è una situazione da esaminare con la massima attenzione. Seguiremo il fenomeno molto attentamente su tutto il territorio nazionale“.

A di là degli attentati in Spagna e in Germania, il riferimento di Giannini è agli scontri durante la manifestazione degli anarchici a Roma, sabato scorso 28 gennaio. “Stiamo facendo indagini per accertare tutte le responsabilità” ha detto il capo della polizia. “Abbiamo identificato e già segnalato all’Autorità Giudiziaria oltre 40 persone. È in corso la visione dei filmati per accertare le singole responsabilità“.

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Sit-in degli anarchici a piazza Cavour, il 25 gennaio 2023. Foto Ansa/Massimo Percossi

L’inchiesta della procura

Per quanto riguarda gli attentati a sedi diplomatiche italiane all’estero, e in particolare per quello di Barcellona, la procura di Roma ha aperto un’inchiesta per danneggiamento e incendio aggravati dalle finalità di terrorismo. Queste le ipotesi di reato dopo le azioni di matrice anarchica contro il consolato italiano a Barcellona e contro l’auto di un funzionario dell’ambasciata italiana a Berlino. I procedimenti sono all’attenzione dei magistrati dell’antiterrorismo che hanno affidato le indagini ai poliziotti della Digos e ai carabinieri del Ros.

Meloni: “Non ci faremo intimidire

Su attentati e scontri è nuovamente intervenuta la premier, Giorgia Meloni. Credo che lo Stato “non si debba far intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari“, ha affermato la presidente del Consiglio a margine della presentazione del progetto ‘Polis – Casa dei servizi digitali’ di Poste italiane, parlando del caso Cospito.

Il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, si augura “che venga confermato il carcere duro” per Alfredo Cospito, quando a marzo si svolgerà un’udienza in Cassazione sul ricorso presentato dai legali del detenuto contro il regime di 41 bis. “Anche per rimandare un segnale chiaro e deciso perché non è con la violenza che si trattano le condizioni” ha detto Prisco parlando con l’Ansa. “Le violenze non sono mai tollerate – ha sottolineato Prisco e certo non è questo il Governo che si fa intimidire da chi le commette. Con chi le anima non si tratta. Mi preme anche esprimere tutta la solidarietà nei confronti delle Istituzioni e delle persone oggetto di violenza da questa presunta e sempre più chiara rete anarchica e soprattutto alle forze dell’ordine“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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