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Terremoto in Turchia e Siria, catastrofe come non accadeva da 80 anni

I morti sono migliaia e il bilancio è destinato a crescere. Scosse percepite fino in Groenlandia

Nelle prime ore del pomeriggio del 6 febbraio è salito a oltre 2.300 vittime il bilancio del terremoto di magnitudo 7.8 che ha devastato il sud della Turchia e il nord della Siria. Si tratta di un bilancio ancora provvisorio.

Sono 810 le vittime nella sola Siria, che si aggiungono alle circa 1.500 in Turchia. I feriti nella sola Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280.

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Soccorritori della ong siriana White Helmets al lavoro nel nord della Siria per salvare più persone possibile dopo il terremoto. Sarebbero ancora centinaia le famiglie intrappolate sotto i resti degli edifici crollati. Foto Twitter @SyriaCivilDef

Crollati quasi 3mila edifici

Il terremoto ha avuto il suo epicentro a Gaziantep, nel sud-est della Turchia, a pochi chilometri dalla Siria. Il Governo turco fa sapere in una nota che “finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati“. Il terremoto che ha colpito la Turchia la notte scorsa è stato il più grande disastro nel paese dal 1939. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo i media, il leader turco si riferiva al terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33mila persone 84 anni fa. Il terremoto di İzmit del 1999, di magnitudo 7.6, si ritiene che abbia ucciso più di 17mila persone.

Sono oltre 30 le scosse di terremoto registrate finora in Turchia, inclusa la prima – la notte scorsa – di magnitudo 7.8 e quelle più recenti di magnitudo 7.5 e 6.0. “Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione” ha dichiarato il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, come riporta la Bbc in lingua turca. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento, ha aggiunto il dottor Özener. Circa 53 di esse di una magnitudo superiore a 4 gradi sulla scala Richter. Ovvero di quelle che Italia potrebbero provocare danni rilevanti. “Sette, invece, con una magnitudo di più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni“.

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Un edificio distrutto dal terremoto nel sud-est della Turchia. Foto Twitter @business

Il messaggio del Papa

Due telegrammi, a nome del Papa, sono giunti ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, rispettivamente Marek Solczynski e Mario Zenari. Papa Francesco è rimasto “profondamente addolorato per l’ingente perdita di vite” che il terremoto ha provocato fra Turchia e Siria. E ha assicurato a tutti i colpiti “la sua vicinanza spirituale“. E oltre alla sua “vicinanza” e al suo “cordoglio“, il Papa esprime incoraggiamento al personale di soccorso.

Terremoto percepito al Polo Nord

Le scosse del devastante terremoto della Turchia si sono avvertite fino alla Groenlandia. Ovvero non lontano dal Polo Nord. Lo riferisce l’istituto geologico danese. La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi. Il sisma è avvenuto alle 4:17 del mattino del 6 febbraio (le 2:17 ora italiana). Ha avuto il suo epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano. Le operazioni di soccorso continuano: si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie.

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Una strada squarciata dalle scosse sismiche in Turchia. Foto Twitter @Gaia93712891

Gli aiuti dall’Italia

Da tutto il mondo stanno giungendo aiuti e solidarietà alla Turchia e alla Siria. Per quanto riguarda Ankara, Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha reso noto su Twitter che “la Turchia ha accettato l’aiuto del team di ricerca e soccorso italiano dei vigili del fuoco. Alle 14.15 è partita la squadra di ricognizione della nostra Protezione civile. A breve partirà anche quella operativa di soccorso“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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