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Terremoto di magnitudo 7.8 in Turchia: migliaia di vittime, moltissime persone sotto le macerie

Migliaia i feriti, anche nel Nord della Siria. Allerta tsunami per l'Italia, poi revocata

Un terremoto di magnitudo 7.8 gradi sulla scala Richter ha devastato nella notte il sud est della Turchia, colpendo anche il nord della Siria. Il sisma è stato avvertito anche in Libano e Israele. 

Al mattino del 6 febbraio si contano almeno 1.350 vittime ma il bilancio sembra destinato a salire. I feriti sono migliaia mentre sono centinaia gli edifici crollati o semidistrutti dalle scosse sismiche. Alcune città e villaggi sono almeno in parte rasi al suolo. In un primo momento è stata dichiarata un’allerta tsunami per le coste dell’Italia del Sud, ma l’allarme è poi rientrato. In via precauzionale si è deciso di fermare per un’ora la circolazione dei treni in Calabria, Puglia e Sicilia.

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Soccorritori su un edificio crollato: si calcolano a centinaia i palazzo collassati su se stessi in Turchia a causa del terremoto del 6 febbraio 2023. Foto Twitter @Radio3scienza

Terremoto, si scava mani nude

Sono almeno 2.323 i feriti nelle province turche interessate dal terremoto. Si tratta dei territori di Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras. Inutile aggiungere che si tratta di primi bilanci del tutto provvisori. Il prefetto di Kahramanmaras ha dichiarato che non è ancora possibile capire quante siano le vittime mentre i danni sono ingenti. Vigili del fuoco, militari, i soccorritori della Mezzaluna Rossa scavano a mani nude sotto le macerie nel tentativo di salvare chi è ancora in vita. Le immagini che arrivano dalla Turchia sono tragiche: edifici collassati su se stessi in 5 secondi, persone estratte vive per miracolo da sotto i palazzi crollati.

Vittime anche in Siria

Il terremoto ha seminato morte e distruzione anche nella vicina Siria. Sono almeno 427 le vittime nel nord della Siria dove sono state colpite, oltre alle zone sul confine turco, anche le città di Aleppo, Latakya, Tartus e Hama. La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.

Gaziantep, epicentro del terremoto

Il terremoto si è verificato alle 4:17 del mattino del 6 febbraio (le 2:17 ora italiana). Ha avuto il suo epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud-est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano. Centinaia gli edifici distrutti dal sisma. Oltre alle abitazioni, è quasi completamente crollata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al XIX secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo. Le operazioni di soccorso continuano, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie.

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Gaziantep, città dell’epicentro del terremoto. Foto Twitter @Lanternaweb

Mattarella e Meloni

In Italia il Dipartimento della Protezione Civile aveva inizialmente diramato un allarme per un possibile maremoto (tsunami) a causa del sisma in Turchia ma l’allerta è rientrata. Dei 5.700 italiani residenti in Turchia, solo una ventina vivono nelle regioni che il terremoto di questa notte ha devastato: starebbero tutti bene.

Dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, un messaggio al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Ho appreso con profonda tristezza e seguo con attenzione le notizie sul sisma che ha così gravemente colpito la zona sud orientale della Turchia (…). In questo momento di lutto l’Italia è vicina, con sentimenti di partecipe solidarietà, al dolore dell’amico popolo turco“. Una nota ufficiale è arrivata anche da Palazzo Chigi. “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, (…) esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione Civile italiana ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso” dopo il terremoto.

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In giallo le aree colpite dal sisma il cui epicentro è stato a Gaziantep, nel sud-est della Turchia, al confine con la Siria. Foto Twitter @invisiblearabs

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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