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Caso Cospito, telefonata al Carlino: “A Bologna ci sarà un grave attentato”

Oltre a una chiamata anonima anche una lettera contro Meloni e Crosetto

La vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, 55 anni, in carcere all’ergastolo ostativo per l’attentato del 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), assume contorni inquietanti.   

Il 31 gennaio un anonimo, tramite una telefonata al centralino bolognese del quotidiano Il Resto del Carlino, ha affermato che “a Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito“.

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Alfredo Cospito nel 2013 (a sinistra) e negli ultimi tempi, mentre si trova all’ergastolo ostativo in regime di 41-bis. Foto Ansa

Dopo la chiamata, una lettera

A riportare la notizia sono sia il Quotidiano Nazionale – il sinergico dei giornali del gruppo Riffeser-Monti, Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione – che l’edizione bolognese del quotidiano stesso.

Gli uomini della Digos (l’antiterrorismo della polizia) sono intervenuti subito in via Mattei a Bologna, sede del Carlino, per ascoltare l’impiegato che ha raccolto la chiamata anonima di minacce. E adesso sono in corso le indagini, per risalire al luogo da cui la telefonata è partita. L’1 febbraio, sempre al Carlino, è arrivata anche una lettera contro la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Nella missiva riferimenti alla politica del Governo sull’Ucraina. “In caso di persistenza, saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti“, ha scritto un ignoto mittente.

Chi è Alfredo Cospito

Nato a Pescara nel 1967, ma residente nel quartiere San Salvario di Torino, Alfredo Cospito è ritenuto uno degli elementi di spicco del mondo anarchico torinese. Il suo nome compare nelle inchieste sul mondo dell’insurrezionalismo già nel 1996. Redattore del foglio anarchico rivoluzionario Kn03 che non circola più dal 2008, con la compagna Anna Beniamino – detenuta nel carcere romano di Rebibbia – ha creato un gruppo che proprio da quella pubblicazione prendeva il nome.

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L’ingegner Roberto Adinolfi nel 2012, quando Cospito e un complice gli spararono alle gambe. Foto Ansa/Luca Zennaro

La gambizzazione di Adinolfi

Gli investigatori lo considerano uno dei leader della Fai, la Federazione anarchica informale, movimento composto da vari gruppi dediti all’intimidazione armata rivoluzionaria. Per gli inquirenti si tratta di un’associazione per delinquere con finalità di terrorismo. Alfredo Cospito è in carcere già da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Un attentato rivendicato dal Nucleo Olga della Fai con una lettera inviata al Corriere della Sera.

L’attentato alla scuola carabinieri

Le forze dell’odine arrestarono Cospito quasi subito, assieme al suo complice e amico, Nicola Gai, che è tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in appello. Mentre era in carcere, Cospito è stato accusato anche dell’attentato del 2006 contro la scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Due ordigni in altrettanti cassonetti esplosero all’ingresso dello stabile senza però causaremortiferiti.

L’ergastolo ostativo

Per quell’atto Cospito ricevette una condanna in appello a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage. Sedici anni e sei mesi per la compagna Beniamino. La Cassazione, invece, ha ritenuto si trattasse di strage contro la sicurezza dello Stato. Un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio carcerario.

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Sit-in ad Ancona in solidarietà ad Alfredo Cospito, l’1 febbraio 2023. Foto Ansa/Daniele Carotti

Primo anarchico al 41-bis

Lo scorso dicembre, 2022, la corte d’Assise d’appello di Torino ha sollevato una questione di legittimità costituzionale e ha disposto la trasmissione degli atti alla Consulta (la Corte Costituzionale). Alfredo Cospito è oggi il primo anarchico, già in ergastolo ostativo, a finire al 41-bis (il regime di carcere duro che solitamente si assegna ai boss di mafia). Una misura, quella per Cospito, disposta lo scorso maggio, per i prossimi 4 anni.

Cospito in sciopero della fame

Da tre mesi Alfredo Cospito è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno. Nei giorni scorsi le autorità carcerarie hanno stabilito di trasferirlo dal penitenziario di Sassari a quello di Opera (Milano), per curarlo. Lo scorso dicembre il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo dei suoi difensori contro il regime di carcere duro. I legali hanno fatto appello in Cassazione: l’udienza è fissata il prossimo 7 marzo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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