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Attacchi alla diplomazia italiana a Berlino e a Barcellona

La premier Meloni: "Preoccupati da queste violenze". Poi vola in Libia per l'accordo Eni sul petrolio

Diplomazia dell’Italia sotto attacco? È questo il dubbio se si pensa a quanto reso noto dalla Farnesina su atti di aggressione alle nostre sedi all’estero. La premier Giorgia Meloni: “Siamo preoccupati per le violenze“.

Il 27 gennaio ignoti hanno dato alle fiamme l’auto con targa diplomatica di un funzionario della nostra diplomazia in servizio all‘Ambasciata d’Italia a Berlino. Nella sera dello stesso giorno, inoltre, qualcuno ha infranto la vetrata del palazzo in cui ha sede il Consolato Generale d’Italia a Barcellona, in Spagna, imbrattando una parete dell’ingresso dell’edificio.

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La sede dell’Ambasciata d’Italia a Berlino. Foto Twitter @Euro_comunica

Solidarietà alla diplomazia

Ho fatto pervenire la mia solidarietà e quella del Governo italiano al Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia a Berlino, Luigi Estero” ha dichiarato Giorgia Meloni. “A questo episodio si aggiunge la violazione del nostro Consolato Generale a Barcellona con atti di vandalismo. Il Governo segue con preoccupazione e attenzione questi nuovi casi di violenza nei confronti dei nostri funzionari e delle nostre rappresentanze diplomatiche“.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha personalmente contattato l’Ambasciata a Berlino e il Consolato a Barcellona per esprimere la propria solidarietà alla nostra diplomazia. E ha chiesto che si possa far luce al più presto sulle dinamiche “di questi atti criminosi“.

Lo scrive la Farnesina in una nota, sottolineando che “il ministro ha disposto l’avvio immediato delle procedure per la verifica e il rafforzamento delle sedi diplomatiche e del personale impegnato“. Il comunicato ministeriale precisa che “le forze di polizia locali hanno effettuato i necessari rilievi scientifici ed investigativi. In ambedue i casi, fortunatamente, non si registrano danni a persone“.

Libia, il Piano Mattei

La solidarietà alla diplomazia italiana colpita dalle aggressioni in Germania e in Spagna giunge nel giorno in cui la premier Meloni vola in Libia. Proprio assieme a Tajani, e accompagnata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, la presidente del Consiglio intende far avanzare il progetto di trasformare l’Italia in hub energetico d’Europa. E vuole mettere un altro tassello di quel nuovo Piano Mattei per l’Africa, che rafforzi lo sviluppo di quei paesi da cui partono i migranti che sbarcano sulle coste europee, e italiane in primis.

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Giorgia Meloni. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Diplomazia energetica

È attesa per oggi 28 gennaio anche la firma di un nuovo accordo tra l’Eni e la libica Noc circa un potenziale investimento da 8 miliardi di dollari in due giacimenti di gas naturale. Un passo in più nella strategia della nostra diplomazia tesa a diversificare le fonti di energia, con l’obiettivo dell’indipendenza dalla Russia.

Il meeting del 28 gennaio si svolge dopo il primo bilaterale per la premier Meloni ad Algeri nei giorni scorsi. La presidente del Consiglio sarà a Tripoli, capitale della Libia, per una visita che si concluderà in giornata. Diversi gli incontri istituzionali che però l’altro esecutivo libico (non riconosciuto dalla comunità internazionale), quello che Fathi Bashagha, vicino al generale Khalifa Haftar, presiede a Tobruk, vede di cattivo occhio. Alla vigilia della visita di Giorgia Meloni a Tripoli, Fathi Bashagha si è detto “sorpreso” per gli incontri in agenda con un “Governo scaduto” come quello guidato da Abdul Amid Dbeibah.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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