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Afghanistan: Università vietate alle donne, protestano i colleghi maschi

Erdogan contro i talebani, "divieto contrario all'Islam". La questione sul tavolo del G7

In Afghanistan i talebani inaspriscono le discriminazioni contro le donne cacciando le studentesse dalle Università. Altolà dalla Turchia: “Non c’è posto nella religione per questo tipo di proibizione“. 

E gli studenti maschi dell’Università di Nangarhar, nell’Afghanistan nord orientale, esprimono solidarietà alle colleghe donne abbandonando le sessioni d’esame.

I talebani hanno vietato alle donne afghane di studiare all'Università
Donne afghane a Kabul. Per divieto dei talebani le donne non potranno più studiare all’Università in tutto il paese. Foto Ansa/Epa/Stringer

Studentesse, rabbia e lacrime

A documentare questo fatto è su Twitter Abdulhaq Omeri, giornalista, già corrispondente di Tolo News, emittente dell’Afghanistan. “Gli studenti maschi dell’Università di Nangarhar stanno abbandonando il loro esame in segno di solidarietà con le studentesse per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione femminile” scrive su Twitter il 21 dicembre. E pubblica un video – accessibile dal post che riproduciamo sotto – in cui si vedono studenti uscire dalle aule di fronte alle studentesse che non possono più avervi accesso. Ma sono svariati, sui social, i video di ragazze afghane in lacrime costrette ad abbandonare i luoghi di studio che fino a oggi potevano frequentare.

L’ennesimo divieto che i talebani hanno imposto in Afghanistan alle donne è una questione che sarà discussa nell’agenda del G7. Lo ha reso noto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. La Germania detiene fino alla fine di quest’anno la presidenza del G7, il meeting permanente dei sette maggiori paesi industrializzati del mondo, fra cui l’Italia. “Distruggendo il futuro delle ragazze e delle donne in Afghanistan, i talebani hanno deciso di distruggere il futuro del loro stesso Paese. Metterò la questione all’ordine del giorno del G7 domani“, ha scritto Baerbock su Twitter.

In campo c’è anche la Turchia, governata dalle forze filo-islamiche. Duro il portavoce del presidente musulmano Recep Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, che ha definito “contro lo spirito dell’Islam” il divieto per le donne di frequentare le Università dell’Afghanistan. “Non c’è posto nella religione per questo tipo di proibizione“, ha scritto su Twitter il portavoce di Erdogan.

I talebani al potere in Afghanistan hanno vietato l'accesso all'Università alle donne in tutto il paese
Il ministro afghano dell’istruzione superiore Maulvi Nida Mohammad Nadeem che ha vietato l’accesso all’Università alle donne in tutto il paese. Foto Ansa/Epa/Stringer

L’Afghanistan schiaccia le donne

Il 20 dicembre, in una lettera a tutte le Università governative e private, il ministro dell’Istruzione superiore dell’Afghanistan, Neda Mohammad Nadim, aveva usato toni perentori. “Siete tutti informati di attuare il citato ordine di sospensione dell’istruzione delle donne” aveva scritto. Nadim, ex governatore e comandante militare, nonché esponente della linea dura religiosa, è diventato responsabile dell’Università lo scorso ottobre. Subito aveva espresso la sua ferma opposizione all’istruzione femminile. E l’aveva definita non islamica, oltre che contraria ai valori afghani.

Dal loro ritorno al potere, il 15 agosto 2021, i talebani, dopo aver di fatto impedito alle donne di lavorare, avevano già disposto la chiusura delle scuole femminili. La scolarizzazione delle donne sembra terrorizzarli. Ma molte donne dell’Afghanistan continuano coraggiosamente a rivendicare il diritto all’istruzione. E persino in occasione del primo anniversario del regime ultra integralista hanno avuto la forza di protestare per le strade di Kabul.

Obbligo di velo integrale

Il 7 maggio scorso è poi arrivato il decreto del leader supremo dei talebani, Haibatullah Akhunzada, che ha imposto il velo integrale a tutte le donne quando non sono in casa. Si possono lasciare scoperti soltanto gli occhi. Quando non si tratta del burqa, che copre anche quelli. Appena 3 mesi fa migliaia di ragazze e donne avevano potuto sostenere gli esami di ammissione alle Università in tutto il paese, sebbene nell’ambito di radicali restrizioni sulla scelta dei corsi di studio. La partecipazione a veterinaria, ingegneria, economia e agricoltura era semplicemente vietata. Quella ai corsi di giornalismo severamente limitata. Adesso la retromarcia, col divieto totale di studiare.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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