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Elezioni, la carica dei 101 simboli. C’è anche il partito Draghi (a sua insaputa)

Dai contrassegni più improbabili a chi vorrebbe solo una raccolta firme per via digitale

Elezioni politiche, sono in tutto 101 i contrassegni depositati al Viminale per concorre alla competizione del 25 settembre.

Per la scorsa tornata elettorale, quella del 2018, il ministero dell’Interno esaminò 103 contrassegni depositati e ne ammise 75 alle elezioni. Adesso comincia l’attività istruttoria del Viminale. Entro 48 ore, ossia la mezzanotte del 16 agosto, il ministero notificherà gli ammessi e i ricusati, poi saranno concesse altre 48 ore per presentare le eventuali integrazioni, modifiche richieste, o ricorsi. La partita dei simboli al Viminale dunque si chiuderà definitivamente il 18 agosto.

Foto Ansa / Massimo Percossi

Simboli da annullare

A quel punto la Corte di Cassazione avrà altri due giorni per decidere sugli eventuali ricorsi in vista delle elezioni. Entro il 20 agosto il ministero dell’Intero comunicherà alle Corti di Appello i nomi dei rappresentati per le liste. Dopodiché i partiti promossi dovranno presentare, il 21 e 22 agosto, la lista dei candidati nei tribunali e nelle Corti d’appello dei capoluoghi. Fra gli ultimi simboli depositati c’è anche Italiani con Draghi – Rinascimento, unico logo con il nome del Presidente del Consiglio uscente. Palazzo Chigi fa sapere che Draghi era all’oscuro di questa iniziativa e nessuno lo ha mai interpellato. Data questa mancanza di trasparenza, potrebbe scattare l’annullamento del simbolo.

Elezioni e firme

L’ultimo contrassegno presentato per le elezioni è il simbolo di Italia dei Diritti, mentre in mattinata il primo simbolo affisso in bacheca è stato quello della lista Peretti-Democrazia Cattolica liberale, sempre con lo scudo crociato. Fra i contrassegni anche quello dell’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, Unione Popolare con de Magistris. Marco Rizzo, Antonio Ingroia ed Emanuele Dessì hanno depositato al Viminale il contrassegno elettorale della lista Italia Sovrana e Popolare. Marco Cappato ha depositato e affisso al Viminale il simbolo per le elezioni politiche: Referendum democrazia con Cappato. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, leader della lista ha ribadito che intende raccogliere le firme solo con modalità digitale. “Siamo partiti con una marcia dal Quirinale e ci appelliamo al presidente del Consiglio, Mario Draghiha detto Cappato. “Perché le elezioni non siano antidemocratiche. Servono 60mila firme per poter partecipare alle elezioni e chiediamo di poter utilizzare quelle digitali per rivitalizzare la democrazia.”

Mario Draghi. Foto Ansa/Angelo Carconi

“Ricorsi se necessario”

La raccolta firme digitali o con Spid (l’identità elettronica dei cittadini contribuenti) per le elezioni potrà avvenire sul listareferendumedemocrazia.it. “Per togliere ogni dubbio” e far ammettere le firme raccolte Cappato ha poi aggiunto: “Chiediamo al presidente Draghi una interpretazione della norma. Se dovesse accadere che le firme non vengano riconosciute abbiamo già pronti i ricorsi che presenteremo in tutte le sedi nazionali e internazionali”. “Evidentemente il problema non è raccogliere le firme ma sono le condizioni e gli ostacoli che vanno rimossi all’esercizio della democrazia del nostro Paese“, ha concluso.

Foto Ansa / Massimo Percossi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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