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Russia, Putin accelera sul missile Sarmat che trasporta bombe atomiche

Entro la fine del 2022 sarà operativo, dice il presidente russo. Si tratta di un missile balistico intercontinentale

Il super missile balistico intercontinentale Sarmat sarà operativo in Russia entro la fine dell’anno. Così il presidente russo Vladimir Putin incontrando al Cremlino i giovani diplomati dell’accademia militare.

Il missile è una nuova arma altamente distruttiva – trasporta testate nucleari – che i tecnici di Mosca avevano già testato lo scorso aprile. Il vettore, secondo il ministero della Difesa, è capace di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura“. E lo stesso Putin aveva annunciato che darà garanzie di sicurezza alla Russiacontro le attuali minacce“. E “farà riflettere coloro che ci stanno minacciando“. La Russia sta affrontando una serie di sfide, ma supererà le attuali restrizioni, ha detto ancora Putin, citato dalla Tass. Moscacontinuerà a rafforzare le sue forze armate tenendo conto dei nuovi rischi, dando priorità alle nuove armi“.

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L’esercito della Russia sta infliggendo “distruzioni catastrofiche” a Lysychansk, una città vicina a Severodonetsk nella regione orientale del Donbass. Lo ha dichiarato il governatore della regione di Lugansk, Sergei Gaidai. “Combattimenti in corso nella zona industriale di Severodonetsk e distruzioni catastrofiche a Lysychansk“, ha scritto Gaidai su Telegram. “Le ultime 24 ore – ha affermato – sono state difficili” per le forze ucraine. Intanto la televisione russa si vede adesso nell’intera regione occupata di Kherson, nel sud dell’Ucraina, attraverso 24 canali. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca.

“La Russia ruba i nostri bambini”

Dal fronte opposto la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, sostiene che oltre 1.500 civili ucraini sono detenuti nelle carceri della Russia. Lo riporta il The Kyiv Independent. “Si trovano a Rostov, a Kursk, sono in prigione. Sono detenuti come prigionieri di guerra, anche se non dovrebbero esserlo“, ha sottolineato Vereshchuk. Fra queste persone ci sono sacerdoti, volontari, attivisti, giornalisti e responsabili di enti locali ucraini. Ma non basta. Sempre stando alla vicepremier dell’Ucraina, le autorità di Mosca hanno deportato 1,2 milioni di cittadini in Russia dall’inizio dell’invasione. “Ho il dato di quanti sono stati deportati in totale, ed è leggermente diverso da quello fornito dalla Russia. Ma capite che la Russia non dice mai la verità. Dicono che si tratta di quasi due milioni di persone. Secondo i nostri servizi di intelligence si tratta di circa 1,2 milioni di persone“, ha detto Vereshchuk sottolineando che i bambini sono 240.000, di cui 2.000 sono orfani.

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La vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk con Macron a Kiev il 16 giugno 2022. Foto Ansa/Epa Ludovic Marin

Peskov: “L’Ucraina non cerca la pace

Da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che non c’è stato alcun tentativo dell’Ucrainadi proporre la ripresa dei colloqui” di pace. E ciò malgrado fosse appena avvenuta  “la visita di Scholz, Macron e Draghi a Kiev“. Peskov lo ha sottolineato a un incontro con i giornalisti dopo la missione dei leader Ue la scorsa settimana in Ucraina. Lo riporta la Tass. Infine i “mercenari” americani. Potrebbero ricevere una condanna a morte nella Repubblica popolare del Donetsk, ma il Cremlino non interferisce con le decisioni del tribunale locale, ha detto ancora Peskov citato dalla Tass.

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Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Foto Ansa/Epa Yuri Kochetkov

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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